Edoardo De Angelis ricordando la vera Xª Mas: “Il mio Comandante è l’autorità contro il potere”
La legge dell'uomo contro quella di Dio, il conflitto sempiterno. È di questo che parla Comandante, l'ultima grande opera da regista di Edoardo De Angelis che per la prima volta esplora un racconto storico di respiro nazionale dopo aver seguito le traiettorie della sua terra, creando un immaginario che prima non c'era – Mozzarella Stories, Perez!, Indivisibili, Il vizio della speranza – e alimentandone uno già scritto, come La vita bugiarda degli adulti. Attualissima la storia di Comandante, scritto con Sandro Veronesi e dilatato in un romanzo che porta lo stesso nome e che il regista insieme al Premio Strega sta presentando in giro per l'Italia, da Napoli Città Libro fino al Salone di Torino. Pierfrancesco Favino è il terminale, l'uomo su cui regge il film e la storia di Salvatore Todaro, il comandante della Xª Mas, quella riconosciuta eroica, un anno prima che il comando venisse affidato a Junio Valerio Borghese, giurando fedeltà alla Germania nazista.
La storia di Salvatore Todaro
Salvatore Todaro, ufficiale siciliano della Regia Marina italiana, fu un vero eroe. Nel corso della Seconda guerra mondiale, disobbedì ai tedeschi e salvò i nemici che aveva appena affondato con il suo sommergibile. Una storia mai abbastanza ricordata, che ci restituisce un grande eroe che denuncia con il suo gesto la barbarie degli uomini e della guerra. Edoardo De Angelis racconta al Corriere del Mezzogiorno che è una storia dal significato profondo: "È l'esistenza di una legge non scritta, una legge più alta, che coincide con il prestare aiuto a chiunque rischi di perdere la propria vita in mare. È una storia che ciclicamente, da Antigone in poi, ci riporta all'eterno e sempre attuale conflitto tra autorità e potere, alla disputa tra leggi divine e leggi umane".
La Napoli di oggi e quella di De Angelis
La Napoli di oggi continua a vivere per contrappunti e contrapposizioni. Il grande calore per uno scudetto in arrivo, in una città già colorata a festa, ma il gelo di una notte che si sporca di sangue per la morte di un 18enne, colpito da un proiettile vagante esploso per una macchia sulle scarpe. Una Napoli che spesso De Angelis ha raccontato: "Una città capace di generare un sentimento di empatia o al contrario di invadenza. Senza lasciare mai nessuno indifferente".