Doc 4, anticipazioni e quando andrà in onda. Sceneggiatori: “Quarta stagione intensa per Luca Argentero e Fanti”
Doc – Nelle tue mani 4 si farà. Luca Argentero tornerà a vestire il camice di Andrea Fanti. La quarta stagione della fiction record di ascolti che vede nel cast anche Matilde Gioli, Sara Lazzaro, Pierpaolo Spollon, Marco Rossetti, Giacomo Giorgio, Laura Cravedi ed Elisa Wong andrà in onda con otto nuove puntate a partire da gennaio 2026. Gli attori torneranno sul set a maggio 2025, quando inizieranno le riprese. Nei prossimi giorni, comincerà la fase di scrittura della trama. Fanpage.it ha intervistato gli sceneggiatori Francesco Arlanch e Viola Rispoli, che hanno svelato alcune anticipazioni sul futuro della serie, ma anche segreti e retroscena di Doc – Nelle tue mani 3. L'attesissimo finale di stagione andrà in onda giovedì 7 marzo. Al riguardo, Arlanch e Rispoli hanno fatto sapere:
Tutte le domande troveranno risposta, ma non sempre è quella che il pubblico si aspetta. In questi giorni stanno circolando in rete tante ipotesi, anche molto fantasiose e interessanti. Ma nessuno ha centrato esattamente quello che sarà il finale della terza stagione. Possiamo assicurare che si chiuderanno tutte le storie. L'arco generale di stagione troverà la sua conclusione, pur lasciando immaginare scenari futuri.
Doc 4 si farà: riprese a maggio 2025, nuove puntate in onda a gennaio 2026
Doc 4 si farà. A che punto è la scrittura della quarta stagione?
Francesco Arlanch: Come da tradizione, la scrittura inizierà dopo la messa in onda dell'ultima puntata. Quindi in questi giorni.
Viola Rispoli: Cominceremo con i ragionamenti generali, poi costruiremo l'impianto della storia – ci vorrà qualche mese – e, infine, andremo nei dettagli per le sceneggiature. È un calendario già rodato.
Luca Argentero ci sarà? Nelle scorse settimane, l'attore ha parlato di un cerchio che si chiude. Nello scrivere la trama di Doc 4, terrete presente il personaggio di Andrea Fanti?
V.R: Certo che lo terremo presente. Luca Argentero ci sarà. Parlava di un cerchio che si chiude perché sin dall'inizio abbiamo ipotizzato un ciclo di tre stagioni, tre archi narrativi, una prima trilogia. Ma era un'idea generale che non escludeva la possibilità di continuare. Luca conosceva il nostro pensiero, perché ne avevamo parlato. Sapeva che saremmo partiti da un primo ciclo di tre stagioni. Poi, lui stesso ha detto che se la trama della quarta stagione lo convincerà, ci sarà volentieri quindi ovviamente penseremo ad Andrea Fanti.
Datemi un'anticipazione. Cosa avete in mente per la quarta stagione di Doc e per Andrea Fanti?
F.A: Incominciamo a vedere che ricaduta emotiva avrà il finale sugli spettatori. Sicuramente la quarta stagione dovrà avere un'intensità emotiva all'altezza delle prime tre. Se all'inizio immaginavamo una trilogia di Doc, la quarta stagione sarà fondativa di un nuovo viaggio per Andrea Fanti.
Nel cast ci saranno delle new entry?
V.R: È prematuro pensarci. Alla fine della scorsa stagione sapevamo già per certo che per ordine naturale della storia, alcuni personaggi avevano concluso il loro ciclo ed era necessario inserirne altri. Quest'anno non c'è questa situazione. Ci sono personaggi che sono entrati da poco, che possono essere sviluppati.
Potranno tornare, come accaduto nella terza stagione, gli attori storici della serie con dei flashback?
F.A: Non ci precludiamo nulla. Doc è come la vita, non sai mai cosa ti aspetta.
Quando inizieranno le riprese e quando andrà in onda Doc – Nelle tue mani 4?
F.A: Siamo in una situazione abbastanza fortunata. Ormai si è stabilito un calendario per cui le riprese cominciano tendenzialmente a maggio di ogni anno dispari e la messa in onda è nel secondo giovedì di gennaio di ogni anno pari. Quindi le riprese inizieranno a maggio 2025 e la serie andrà in onda a gennaio 2026.
Saranno sempre otto puntate e sedici episodi?
F.A: Sì, per noi quello è il giusto equilibrio.
Doc – Nelle tue mani 3, i segreti della fiction con Luca Argentero
Veniamo allo straordinario successo di Doc – Nelle tue mani 3. Qual è stata la difficoltà maggiore nel costruire la terza stagione?
V.R: Riuscire a trovare una storia coinvolgente, un'asse centrale che tenesse insieme la trama principale e la vita nel reparto.
F.A: Vorrei raccontare un aneddoto che riguarda Viola. Eravamo a pranzo dopo la conferenza stampa della seconda stagione. Luca Argentero e gli attori ci hanno chiesto: "Dateci delle anticipazioni sulla terza stagione". Non avevamo alcuna idea perché non avevamo ancora iniziato a lavorare alla nuova stagione. Viola, in modo geniale, ha tirato fuori dal cilindro una frase magnetica. Ha detto: "Frammenti di memoria", così. E quello è stato il primo bozzolo su cui abbiamo lavorato per tutta la terza stagione, trovando il modo di restare fedeli al fatto che nella vera storia, Pierdante Piccioni non ha recuperato i ricordi. Volevamo però esplorare questa possibilità e le sue conseguenze.
Andrea Fanti, come è accaduto davvero a Pierdante Piccioni, si è sottoposto alla stimolazione transcranica a corrente continua per tentare di recuperare la memoria.
V.R: Abbiamo parlato tanto con Pierdante Piccioni, che ci ha raccontato le sue esperienze più complesse, di percezione, di dubbio su momenti di recupero della memoria, i suoi déjà vu, il fatto di dubitare costantemente di avere già incontrato qualcuno. Le esperienze fisiologiche che accompagnano questi suoi momenti emotivamente fortissimi: il battito che accelera, il sudore. Ne abbiamo fatto tesoro utilizzando queste informazioni per il personaggio.
Riproporre i volti storici della serie come Gianmarco Saurino, Silvia Mazzieri, Raffaele Esposito, Alberto Boubakar Malanchino, è stato davvero un regalo per gli spettatori.
F.A: Doc, tramite ricordi e flashback, ti permette di farlo. Il format prevede più piani temporali. Fa parte del DNA della serie, raccontiamo di un uomo che ha una vita a strati: una parte che ricorda, una parte rimossa e un nuovo presente. Avevamo l'opportunità di richiamare gli attori, quindi lo abbiamo fatto ben volentieri. Come il passato continua a condizionare la vita di Doc, anche i personaggi delle stagioni precedenti continuano a vivere in quelle successive.
V.R: Ci ha fatto piacere rivederli. Si ha la sensazione che sia una grande famiglia, sia sullo schermo che dietro le quinte.
Non vorrei dire le ultime parole famose, ma in questa stagione – anche se Agnese traballa – mi siete sembrati più magnanimi. Il cast principale sembra stia arrivando vivo fino in fondo.
V.R: (Ride, ndr) Sì, siamo stati meno crudeli.
Nella terza stagione ci sono state delle new entry come Giacomo Giorgio, Elisa Wong e Laura Cravedi. Quando le inglobate nella trama, partite dall'attore o dal personaggio?
V.R: Dal personaggio. Abbiamo immaginato dei nuovi specializzandi al loro primo anno, gli abbiamo dato delle caratteristiche più precise, abbiamo costruito una loro backstory e personalità. Ad esempio, per il personaggio di Martina siamo partiti da tantissimi e incredibili casi veri di medici sorpresi a lavorare senza una laurea. Questa cosa ci aveva sorpreso.
F.A: Inoltre, abbiamo proseguito sulla scia dell'idea del medico-paziente. In questa terza stagione in cui, a parte Pierpaolo Spollon, ci siamo ritrovati a ricominciare da zero, abbiamo messo insieme dei personaggi che hanno una forma di trauma, una patologia o un segreto, dato che quello dei segreti passati è un tema di questa stagione. Così, li abbiamo costruiti.
Ho notato delle scene in cui c’è lo sponsor, come quelle con Bartolini. Nascono dalla vostra creatività?
F.A: Il product placement fa parte ormai di tante serie. Se ne parla in fase di sceneggiatura per fare in modo che l'inserimento pubblicitario non sia fatto in modo estrinseco e dando comunque un buon servizio a chi investe su questo tipo di promozione. Nella Lux Vide c'è un ufficio che fa da ponte tra il reparto creativo e i clienti. Io e Viola non siamo ostili a priori. Nella realtà ognuno di noi si muove in un mondo pieno di marchi, dunque conferisce realismo. L'importante è farlo in un modo che sia naturale. Sta anche ai registi trovare la soluzione più elegante per mostrare senza insistere troppo.
V.R: Funziona così: ci viene comunicato chi ha chiuso l'accordo e in che quantità alcuni prodotti devono essere visibili. Facciamo delle proposte su come possono essere collocati, poi li inseriamo nelle sceneggiature. Non è sempre semplice, perché a volte una cosa non c'entra niente.
Nei giorni scorsi si è parlato di Matteo, un 14enne che ha salvato un uomo di 65 anni e che ha dichiarato: “Cercavo di pensare alla serie televisiva Doc che avevo visto la sera prima, avevo visto il massaggio cardiaco e ho provato a imitarlo seguendo le indicazione degli operatori al telefono”. Insomma, tutto è partito da una scena scritta da voi. Come avete accolto questa notizia?
V.R: mentre lavoriamo capitano quei momenti di tensione dove qualcuno ci ricorda: "Stiamo calmi, non è che salviamo vite". Adesso non possiamo più dirlo (ride, ndr). Sicuramente gli operatori del 118 sono stati bravissimi a spiegare, perché una cosa è vederlo, un'altra è capire tecnicamente come si fa. Però è stata una bella notizia da leggere.
F.A: Pierdante Piccioni, dopo aver letto la notizia, ci ha scritto: "Non c'è premio migliore". Per lui è stato anche un modo per dare un senso alla sua tragica esperienza. Vedere che una serie nata dalla sua storia è andata a incidere sulla salute di un paziente nella realtà, lo ha commosso.
Inserirete altre scene con manovre di primo soccorso nelle prossime stagioni di Doc?
F.A: Siamo sempre molto attenti a questi aspetti. Oltre a Pierdante Piccioni, abbiamo il professor Landolfi, che è il responsabile scientifico e supervisiona tutto. Vede gli episodi, ci lascia delle note. Se chi ha fatto il massaggio cardiaco nella scena lo ha fatto bene, è perché sul set ci sono dei medici che danno delle indicazioni tecniche, specifiche e concrete su come mettere le mani, i gesti da compiere. L'attendibilità in video è garantita da una catena di controllo continua.
Anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici, chirurghi e odontoiatri ha elogiato Doc come "un mix perfetto tra l'aspetto scientifico di alto livello, umanità e empatia”.
V.R: Sono riconoscimenti che fanno molto piacere, è gratificante.
F.A: Io e Viola, da sceneggiatori, tendiamo a estremizzare un po' i casi per avere svolte e storie memorabili. Landolfi ci richiama: "Non stiamo facendo una serie fantasy, dobbiamo fare le cose in modo corretto". Ogni volta è un bel dibattito su come trovare una mediazione tra un percorso diagnostico corretto ed esigenze di spettacolarità. Se la Federazione ha detto che siamo attendibili, vuol dire che è un compromesso riuscito. Vorrei poi sottolineare un'ultima cosa.
Prego.
F.A: Una delle cose belle di Doc è che si alternano nuovi registi nelle varie stagioni. Nella terza stagione, il regista Jan Michelini ha girato i primi quattro episodi e ha fatto da apripista a due nuovi registi che hanno fatto un ottimo lavoro, Nicola Abbatangelo e Matteo Oleotto. Per me è una soddisfazione vedere registi nuovi che danno il loro contributo e rinnovano la serie nella continuità.