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Davide Mengacci: “Oggi faccio televendite, a 76 anni temo la malattia. Con i miei figli sono una mozzarella di papà”

Davide Mengacci oggi è alla soglia dei 76 anni, si dedica alla fotografia e sta lavorando a un nuovo programma. Su Fanpage.it si racconta: il successo da Scene da un matrimonio a La domenica del villaggio, l’amore per la moglie Cini Liguori e il suo ruolo di padre: “Sono una mozzarella di papà, tenero e affettuoso”.
A cura di Daniela Seclì
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Davide Mengacci oggi è alla soglia dei 76 anni e si racconta in una lunga intervista rilasciata a Fanpage.it. È uno dei conduttori più rappresentativi della televisione italiana. È stato al timone di programmi di grande successo come Candid Camera Show, Perdonami – "il papà di C'è posta per te" – Scene da un matrimonio, La domenica del villaggio e Ricette all'Italiana. La sua vita privata è ricca e intensa quanto quella professionale. Da oltre venticinque anni è sposato con Cini Liguori e ha tre figli. Matteo è il primogenito, nato dal matrimonio con Cristina. Dalla sua attuale compagna ha avuto Guido. E poi c'è Rudy Zerbi, nato da una relazione con Luciana Coi. Il conduttore assicura: "Sono una mozzarella di papà, sono molto affettuoso e tenero". Sulla sua vita oggi e sul futuro professionale racconta:

Alla mia età ho paura della malattia. Teoricamente sono in pensione, ma in realtà continuo a lavorare, è in gestazione un nuovo programma. Nel corso degli anni ho risparmiato, ho comprato degli immobili. Oggettivamente non posso lamentarmi della mia condizione attuale. Scene da un matrimonio condotto da Anna Tatangelo? Programma malfatto, lei non era la conduttrice giusta.

Davide Mengacci oggi, il conduttore alla soglia dei 76 anni si racconta

Davide Mengacci oggi
Davide Mengacci oggi

L'8 settembre festeggerà 76 anni, se si guarda indietro cosa vede?

Accidenti, che domanda impegnativa. Diciamo che ho più rimpianti che rimorsi. Non so se sia un bene (ride, ndr).

Qual è stato il momento in cui si è sentito più appagato?

Dagli anni '90 al 2005. Ero molto soddisfatto sia dal punto di vista privato che professionale. Conducevo La domenica del villaggio, che ha costituito il punto più alto delle mie ambizioni televisive. Ho realizzato il sogno di fare cultura popolare in tv, mostrando tutte le sfaccettature della provincia italiana: storiche, monumentali, gastronomiche, ma anche la piccola industria locale, l'artigianato, gli artisti locali, attivissimi è prolifici. Il momento più buio per me è stato quando, dopo undici anni, il programma è stato chiuso.

Come mai fu presa questa decisione?

Perché nel 2005 sono cominciate le prime avvisaglie delle difficoltà economiche che poi avrebbero portato a quella televisione povera a cui assistiamo oggi. Ne ho sofferto perché, dopo il successo e le soddisfazioni che mi avevano dato sia La domenica del villaggio che i programmi precedenti, sembrava fosse tutto finito.

In realtà, poi, è riuscito a ripartire.

Con la gastronomia in televisione. Fino a quel momento era stata relegata principalmente alle reti locali. Sono stato il primo, con Fornelli d'Italia, a portare la cucina praticata, non solo assaggiata, sulla tv nazionale. Ho avviato questo filone che ho continuato a praticare attraverso diversi programmi.

Nel 2021, con il programma "Ricette all'italiana", si è interrotta la sua carriera televisiva a Mediaset.

Il programma andava avanti da dieci anni, sei giorni alla settimana, tutto l'anno. Era inevitabile. Devo essere sincero, me l'aspettavo perché gli ascolti si erano impoveriti a un punto tale da rendere quasi necessaria una decisione drastica. Fu il direttore di rete a comunicarmi la chiusura del programma.

Come reagì?

Sa, ne ho viste talmente tante. Come le dicevo prima, ho sofferto di più quando è stata chiusa La domenica del villaggio, perché quella era una emanazione di me stesso. I programmi di cucina li ho fatti cavalcando un'onda. Un'onda che ho sollevato io e poi è venuto fuori tutto quello che abbiamo visto dopo. Ormai in televisione c'è quasi solo cucina. Ho inventato programmi che poi sono stati copiati, personalizzati, cannibalizzati e a volte anche fatti meglio (ride, ndr).

Nonostante tutta la vita che ha percorso e le esperienze che ha fatto, oggi c'è qualcosa che la spaventa?

Dal punto di vista personale, un uomo della mia età ha paura delle malattie. Diciamo che se devo avere un pensiero è quello, non ne ho altri. Dal punto di vista professionale non mi spaventa niente.

Davide Mengacci non solo conduttore, è anche uno stimato fotografo
Davide Mengacci non solo conduttore, è anche uno stimato fotografo

A impreziosire la sua vita c'è la fotografia, una passione che affonda le sue radici nell'infanzia.

È vero, sono 60 anni che pratico la fotografia. Non è un hobby, per me è un'attività culturale importante che ha caratterizzato la mia vita più di quella televisiva.

Cosa la affascina di quest'arte?

Ferma un momento del tempo e lo tramanda. Una fotografia che oggi può essere banale, una scena cittadina con i tram che passano, i monopattini elettrici e i fattorini Glovo, tra 30 anni diventa un documento storico, assume un valore. Nella mia cultura, la fotografia è documentazione. Fino al 2007 ho praticato il bianco e nero, poi ho cominciato a usare il linguaggio più attuale del colore perché non si può guardare la vita nello specchietto retrovisore.

Ha dichiarato che nelle sue foto non immortalerebbe mai la sua famiglia. Come mai questa scelta?

Sono molto protettivo nei confronti della mia vita privata. Racconto tutto di me stesso, ma sono gelosissimo del mio ambito familiare. Ritengo che fare le fotografie in famiglia sia un fatto molto privato che non credo sia interessante per gli altri. Di foto fatte alla mia famiglia ne ho pochissime, forse nessuna.

Davide Mengacci, la moglie Cini Liguori e i loro cani Tor e Ciki
Davide Mengacci, la moglie Cini Liguori e i loro cani Tor e Ciki

Lei si prodiga molto per gli animali e non si limita a lanciare messaggi sterili, ma compie gesti concreti. Tutti i suoi cagnolini sono adottati.

Sì, li ho adottati per dargli una casa, una bella vita. In questo momento ho due cani, arrivati da un canile del Sud. Tor è un trovatello di taglia grande. Ciki è una femmina di jack russell anche lei trovatella. Le dirò una cosa.

Prego.

Non sei tu che scegli il cane, ma è il cane che sceglie te. Per me è sempre stato così. Tutte le volte che ho deciso di adottare un cane, sono arrivato al canile e mi è saltato in braccio un cucciolo di sua spontanea volontà. Sono loro che hanno scelto me. Io sono anche un acquariofilo, ho l'acquario da 50 anni e ai miei pesci mi affeziono in modo notevole. Quando muoiono è un piccolo dolore.

Immagino che lei oggi sia in pensione.

Teoricamente sono in pensione, ma in realtà continuo a lavorare sul fronte delle telepromozioni. Più che definirmi in pensione direi che ho rallentato notevolmente i miei impegni lavorativi.

Anche lei, come alcuni suoi colleghi, ha riscontrato una pensione troppo bassa rispetto al lavoro fatto?

Non direi. Non ho una pensione così bassa da mettermi in difficoltà e poi, nel corso degli anni, ho risparmiato, ho comprato degli immobili. Oggettivamente non posso lamentarmi della mia condizione attuale.

La carriera in TV, da Mike Bongiorno e Berlusconi a Scene da un matrimonio

Davide Mengacci con Silvio Berlusconi
Davide Mengacci con Silvio Berlusconi

Mike Bongiorno fu tra i primi a notarla. Che ricordo serba di lui?

Era un professionista rigorosissimo, al limite della freddezza, molto esigente. Da lui ho imparato quasi tutto quello che ho fatto poi successivamente, quindi ho una gratitudine profonda, anche se è sempre stato il classico professore che insegna agli allievi ma li tiene a distanza.

Uno dei suoi programmi di maggiore successo è stato Perdonami, a cui la gente comune si rivolgeva per chiedere scusa.

Perdonami è stato di fatto il papà di C'è posta per te. L'essenza è quella.

È vero che un malavitoso si servì del suo programma per mandare un messaggio a un carcerato?

Questo è stato il sospetto. Ricordo che i produttori e gli autori furono chiamati dal questore perché sembrava che una persona si fosse servita del programma per mandare un messaggio a qualcuno che, in carcere, lo avrebbe ascoltato. Questo è tutto quello che so di quella vicenda.

Candid Camera Show con Gerry Scotti e Davide Mengacci
Candid Camera Show con Gerry Scotti e Davide Mengacci

Nell'ultima edizione di Candid camera show esplorò il tema del razzismo negli italiani, a quale conclusione giunse?

Erano altri tempi, c'era una tolleranza maggiore di quella odierna. Oggi ciò che viene percepito come diverso viene trattato con grande crudeltà da chi è razzista. All'epoca c'era comprensione. Però, devo dire la verità, in quegli anni erano talmente rare le persone di etnia diversa che diventava molto più facile accoglierle. Oggi è una situazione esasperata, è veramente drammatico il rapporto tra il cittadino comune e l'immigrato.

A consacrarla è stato il programma Scene da un matrimonio. 

A mio parere è stato il primo reality, era tutto vero: la gente, gli sposi, la chiesa e il banchetto. Faceva vedere come in un Paese come il nostro le tradizioni del matrimonio fossero estremamente diverse. Il Nord era già molto mitteleuropeo mentre da Roma in giù si andavano a recuperare quelle tradizioni folcloristiche che appartenevano ai secoli precedenti.

Silvio Berlusconi non fu particolarmente colpito dalla puntata zero del programma.

Disse che avevamo trattato il matrimonio – che in Italia è sacro – in modo troppo dissacrante. Intervenne Giorgio Gori che all'epoca era il direttore dei palinsesti. Mi spiegò che Berlusconi non voleva bocciare il programma, voleva solo che io lo conducessi in modo nazional popolare invece che in modo dissacrante, come avevo fatto seguendo le indicazioni di Gianni Ippoliti che era l'autore. Ho capito al volo, sono diventato nazional popolare e il programma ha avuto successo.

Fu un'intuizione giusta quella di Berlusconi.

Quando si parla di televisione, Berlusconi è stato uno dei più grandi imprenditori europei, quindi aveva le intuizioni formidabili del grande imprenditore.

Scene da un matrimonio con Anna Tatangelo: l'opinione di Davide Mengacci
Scene da un matrimonio con Anna Tatangelo: l'opinione di Davide Mengacci

Scene da un matrimonio è stato riproposto più di recente con la conduzione di Anna Tatangelo. Non ha avuto grande riscontro, cosa è andato storto secondo lei?

Penso semplicemente che il programma fosse malfatto e che Anna Tatangelo non fosse la conduttrice giusta. Serviva una partecipazione emotiva alle vicende degli sposi, serviva il racconto del piccolo romanzetto e un regista come Ferruccio Castronuovo. Io e lui prendevamo dei piccoli mattoni di realtà con i quali costruivamo il castello delle fate. Castronuovo era capace di vedere la magia nella storia di un pizzaiolo di Caserta che sposa una parrucchiera del paese vicino.

Non è probabile che il programma abbia fatto il suo tempo?

Ha fatto il suo tempo ma soprattutto non ci sono più stati due interpreti ideali del programma che erano il conduttore e il regista.

Ha lavorato con tantissimi personaggi da Corrado a Gerry Scotti, da Rosita Celentano a Anna Moroni. Ha mai discusso con qualcuno di loro?

No, io sono assolutamente duttile, di buon carattere, diplomatico e lontanissimo dal concetto di rissa.

La vita privata: la moglie Cini Liguori e i figli Matteo, Guido e Rudy Zerbi

Davide Mengacci con la moglie Cini Liguori
Davide Mengacci con la moglie Cini Liguori

Lei viene spesso associato a Bettino Craxi. 

Sono sempre stato considerato erroneamente un socialista. In realtà, non mi sono mai occupato di politica. La confusione nasce da un fatto ben preciso. Il mio professore di filosofia al liceo era Claudio Martelli che allora muoveva i primi passi insieme a Bettino Craxi sulla scena politica milanese e poi italiana. Martelli mi aveva preso sotto la sua ala protettrice. Una sera mi invitò in uno dei salotti milanesi dove ho conosciuto Bettino Craxi e da lì è partito l'equivoco di "Mengacci socialista". A me non dispiace affatto, noti bene, ci tengo anche che lei lo dica (ride, ndr). Non mi dispiace assolutamente ma non corrisponde al vero.

Anche sua moglie Cini Liguori è vicina alla famiglia Craxi.

Mia moglie era ed è ancora oggi l'amica d'infanzia di Stefania Craxi. Si dice che io l'abbia conosciuta tramite loro, ma non è così. L'ho incontrata a una festa a casa di sua madre. Queste sono alcune delle notizie imprecise sul mio conto che sedimentano.

In effetti, quando si tratta della sua vita privata, non mancano inesattezze e fake news. Lei è stato sposato due volte: la prima con Cristina, da cui ha avuto il primogenito Matteo. Poi ha sposato Cini, da cui è nato Guido.

Esatto. Ma sa, quando dicono cose errate, io mi guardo bene dallo smentire. Lo faccio proprio come atteggiamento filosofico. Pensi che una volta una signora mi disse: "Magalli, mi fa un autografo" e io firmai Giancarlo Magalli. Non smentisco mai niente.

Il matrimonio tra lei e Cini Liguori dura da oltre 25 anni. 

Basta stare lontani l'uno dall'altro. È l'unico sistema (ride, ndr). Ho passato 38 anni di carriera televisiva lavorando in giro per l'Italia, lontano da casa per almeno 3-4 giorni a settimana. Ritrovarsi dopo queste assenze così frequenti è il segreto per mandare avanti un matrimonio perché, in quei pochi giorni in cui si può stare insieme, vengono accantonati piccoli malumori, inezie, cose superflue. Ti devi godere quel poco tempo.

Ora che viaggia di meno sarà un problema. 

(Ride, ndr) Sì, però dopo tutti questi anni, diciamo che c'è anche una comprensione reciproca che supplisce altre cose.

Che padre è?

Sono una mozzarella di papà. Sono molto affettuoso, molto tenero. Mia moglie, come tutte le donne, è più capace di addentrarsi nei particolari, mentre io sono bravo a guardare l'insieme delle cose, non solo per ciò che riguarda i figli ma anche in generale.

Si racconta che il primo incontro tra lei e Rudy Zerbi avvenne nel 2001 grazie a Mara Carfagna, che invitò suo figlio a una festa del cast de La domenica del villaggio. 

In realtà quella è una notizia inesatta. Era l'inaugurazione di un locale in Corso Como a Milano. Ma non parlo volentieri della mia vita privata.

La lite con Alberto Castagna e il futuro di Davide Mengacci: "Potrei tornare in tv"

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Ci sono stati in questi anni delle notizie che ha letto sul suo conto che le hanno dato fastidio?

Ricordo un vaghissimo attrito con Alberto Castagna per Stranamore, che era nato da una costola di Perdonami. Mi sembra che io mi fossi risentito perché, a un certo punto, l'azienda mi chiese di passare a Stranamore tutti i casi sentimentali di Perdonami. Avevano visto che funzionavano.

Quindi una piccola lite l'ha avuta anche lei?

Piccolina, ma non pubblicamente. È una cosa che però è finita sui giornali.

Cosa c'è nel suo futuro?

In questo momento sto facendo soprattutto telepromozioni, ma è in gestazione un altro programma di gastronomia per una rete diversa da quelle con cui ho lavorato fino adesso. Quindi non sarà su Rete4, Canale5 e Italia1. Non posso dire altro.

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