Dario Ballantini: “Lavorare nei night esperienza terribile. Il successo arrivò con Valentino, prima me la passavo male”
Dario Ballantini è una presenza storica della tv, con i suoi personaggi è stato protagonista di vari momenti dello spettacolo italiano e le sue imitazioni sono entrate negli annali del piccolo schermo. Eppure, la sua strada non è stata poi così semplice, prima di diventare un nome conosciuto ha dovuto fare non poca gavetta, dubitando a volte che ce l'avrebbe fatta a raggiungere i suoi obiettivi, come racconta intervistato dal Corriere della Sera.
Gino Paoli e Morandi i più spiritosi, Moretti si offese
Talmente tanti i personaggi a cui ha dato vita nel corso della sua carriera che senza trucco quasi non viene riconosciuto: "Mi sono assuefatto al fatto che spesso non venivo riconosciuto nemmeno dai parenti, una volta mio nonno mi aveva a due passi e non mi vide". È diventati talmente bravo che è accaduto anche che qualcuno lo prendesse per il personaggio reale: "Con Gino Paoli: il figlio mi ha scambiato per lui". Tra quelle che invece non sono andate a genio, ai diretti interessati, c'è quella di Nanni Moretti: "Non ama che si faccia spirito su di lui. Abbiamo calcato la mano, la sua imitazione era molto eccessiva, con il sederone di plastica finto. Penso che per lui non fosse abbastanza chic". Poi, invece, ci sono quelli che l'hanno presa bene come Gianni Morandi:
È stato spiritoso. Come Gino Paoli e Vasco Rossi. Morandi è quello a cui sono più vicino fisicamente, da bambino ero uguale a lui, infatti ci ho messo tanto a imitarlo perché sapevo che mi veniva facile. Mi colpiva che tutti lo imitassero come cantante, mentre io ho scelto di farlo motivatore: dai che ce la fai
I dubbi sulla sua carriera: "Ho pensato si stesse mettendo male"
I politici, nel novero delle imitazioni, non potevano mancare, tra i suoi cavalli di battaglia, Ignazio La Russa: "Quello anni Novanta era demoniaco, mefistofelico, faceva paura. Ora è uno che la spara, deborda e poi si corregge. Dice qualcosa di eccessivo e solo alla fine si ricorda che ha un ruolo istituzionale". Ad oggi, spunta anche il generale Vannacci, che però è anche uno dei più complicati: "Uno dei più difficili, mi porta via quattro ore e un quarto di trucco, il più lungo in assoluto. La parlata è difficile, come tutti i militari che hanno girato tanto ha diverse inflessioni. Uno slang particolare, militaresco". Ogni imitazione fatta negli anni ha avuto successo, sebbene ci sono stati momenti in cui ha pensato che non ce l'avrebbe fatta:
Mi mandarono all’arrembaggio per strada e cambiò il modo di fare tv. Nessuno aveva mai fatto imitazioni in mezzo alla gente facendo finta di essere il vero personaggio che agisce. Antonio mi disse: vuoi vedere che tutto il repertorio dei tuoi personaggi funziona se lo fai in strada? Non come qui in studio che non funziona nulla. Poco prima di avere il successo con Valentino me la passavo male. Una volta avevo dovuto truccare dei finti albanesi per Striscia e si era profilata l’idea di farmi fare il truccatore perché i miei personaggi non sfondavano. In quel momento pensai: ahia, si mette male.
Gli inizi da adolescente e l'arrivo a Striscia
Gli inizi nel mondo dello spettacolo furono in realtà piuttosto precoci, fu chiamato in una trasmissione di Corrado: "Cercavano giovani talenti in giro per l’Italia, andai con un amico e ci tennero per otto puntate, lo stesso Corrado mi fece i complimenti. Fu un inizio sfolgorante". Ma da quel momento passarono 16 anni senza tv, finendo anche per lavorare nei night club: "Un’esperienza terribile, c’era più attività sotto al palco che sopra al palco… Erano posti assurdi, imitavo Ray Charles, Dario Fo, Lucio Dalla e intanto gli spettatori si dedicavano ad altro". Poi, dopo la partecipazione ad un programma Rai, l'approdo a Mediaset con Star90 e Striscia la Notizia:
Partecipai a Gran Premio, un concorso della Rai per giovani talenti. Ero praticamente stato scelto da Baudo, ma mi misero nella squadra delle riserve e preferirono puntare su un’imitatrice, che non ha fatto carriera, perché una donna imitatrice era una novità, era più originale. Arrabbiato per essere stato messo in riserva, chiamai Rete4. Porte chiuse da una parte e porte aperte dall’altra. Non solo lo vinsi, ma conobbi Antonio (Ricci ndr.)