Dario Ballantini: “Fazio e Annunziata fuori dalla Rai? La lottizzazione c’è sempre stata”
Dario Ballantini è uno di quegli artisti che da vent'anni c'è, ma non si vede. La sua peculiarità: riesce a scomparire prestando interamente il corpo e volto ai personaggi che impersona per Striscia La Notizia. Più di 70 personaggi: da Valentino a Luca Cordero di Montezemolo, da Papa Francesco fino a Ignazio La Russa, il presidente del Senato che è stato un grande protagonista di questa stagione politica. A Fanpage.it l'artista fa un bilancio sul suo personaggio: "La Russa appartiene a un modo di pensare e di agire, quest’immagine critica dell’uomo di destra al momento che sta al potere, che diventa stimolante da imitare". E su Fabio Fazio e Lucia Annunziata via dalla Rai: "C’è sempre stata la cosiddetta ‘lottizzazione’ della Rai. Certo, ora che c’è Fratelli d’Italia che non ha mai avuto l’occasione di essere lì, sta dimostrando di avere questa fame di cariche". Nell'intervista approfondiamo anche il lato più intimo di Dario Ballantini, la professione di pittore: "Ho sempre dipinto e dipingerò sempre, da quarant'anni. A me mi escono dalle mani. Lucio Dalla era un mio fan. Vasco Rossi ha un quadro mio nel suo ufficio, esce fuori in tutte le interviste che rilascia ai Tg". E l'amore: "Ho trovato una donna che ha una sua forte indipendenza e che condivide con me tutto questo spezzettamento di vita".
Partirei da Dario Ballantini, il pittore. Lo considera un progetto parallelo con quello dell’attore e imitatore?
Il percorso della pittura è partito un po’ prima, ma grosso modo sono paralleli.
Quando ha cominciato a dipingere?
Dipingo da sempre. Forse dipingo perché sono cresciuto a Livorno, che è la città italiana che ha dato i natali a più pittori di tutti. E non parlo solo di Giovanni Fattori o di Amedeo Modigliani, anche al di fuori dei Macchiaioli, ci sono stati tanti nomi che non sono noti che hanno fatto generi moderni. Al Liceo sperimentale, il preside ci fece avere come insegnante di pittura un espressionista autodidatta, quindi una persona che non aveva fatta scuola.
Le influenze sono arrivate da questo professore?
Dal professore e dalla città. Ho iniziato molto presto, nei primi anni ’80, e non sono mai uscito dai confini nei primi anni. Io, in una città così, molto legata alle tradizioni, ero un giovane pittore un po’ strano. Non facevo il quadro col paesaggetto da vendere, ecco. Il mio stile è rimasto sempre legato all’espressionismo. Mi sono sempre sentito libero di avere un linguaggio mio.
Vive ancora a Livorno?
La base a Livorno ce l’ho sempre, lì ho tre figlie. Sono tra Milano, Roma e Livorno, ma la radice è sempre quella.
Un dipinto resetta le tante identità da trasformista?
Assolutamente. La pittura è un discorso intimo che non ha niente a che vedere con l’imitare altre persone. Produco un’opera senza preparare nulla. A differenza dei personaggi che imito, con la pittura voglio sempre sorprendermi rispetto a quello che verrà fuori.
Passiamo a Dario Ballantini, l’imitatore. Che politica ha visto quest’anno per Striscia?
Quest’anno è toccato a Ignazio La Russa. Appartiene a un modo di pensare e di agire, quest’immagine critica dell’uomo di destra al momento che sta al potere, che diventa stimolante da imitare.
Dagospia gli ha dato del “rag. Filini” dopo la notizia dell’organizzazione da parte sua di voli e biglietti per la finale di Champions League dell’Inter.
Sì, infatti abbiamo fatto anche registrato delle battute su questa cosa. È una roba che sta un po’ debordando. Non so se tanti anni fa questa storia poteva essere un argomento da presidente del Senato quello di organizzare i voli e i biglietti per una partita di calcio. Ormai, però, vale tutto. È un po’ come la sigla di Striscia di quest’anno, dove il Gabibbo prende le distanze da questa cosa, da quel “ci sta”. Oggi tutti dicono “ma dài, ci sta”. Io però ci sto poco, ecco.
Qual è la cosa più interessante del suo lavoro all’esterno del Parlamento?
Il ricambio dei volti. L’avvicendamento dei personaggi politici. Veniamo da anni in cui soprattutto giravano tanti rappresentanti del Movimento Cinque Stelle, ora invece ci sono quelli di Fratelli d’Italia. Ci sono sempre personalità che cercano di passare nella speranza di farsi intervistare perché è un mondo anche di personaggi, purtroppo. Fare i personaggi porta sempre consenso e nella società dell’immagine c’è poco da fare, le regole sono queste.
Sta pensando a un’imitazione per Elly Schlein?
No, perché le donne sono molto difficili da imitare. In passato ho fatto qualcosa, penso ad Anna Maria Cancellieri, ma preferisco sempre imitare gli uomini.
Lei è sempre stato a Mediaset ed è lontano dalle logiche Rai, le chiedo però un commento sull’addio di Fabio Fazio e di Lucia Annunziata.
C’è sempre stata la cosiddetta ‘lottizzazione’ della Rai. Certo, ora che c’è Fratelli d’Italia che non ha mai avuto l’occasione di essere lì, sta dimostrando di avere questa fame di cariche. Sembra quasi che vogliano prendere tutti i posti dal momento che ora possono.
Fiorello ha detto: “Agli italiani non frega se la Annunziata va via”, però diceva anche “se tu non condividi nulla di questo governo, a maggior ragione devi restare in Rai”. È d’accordo?
Sì, perché è proprio questo il senso della democrazia. Come quando c’è il Governo di un certo colore, per garanzia è sempre importante che all’opposizione resti una rappresentanza. È chiaro che adesso ci sono tutta una serie di persone che non vedono l’ora di entrare, ma sicuramente è importante lasciare in Rai personaggi che in qualche modo rappresentino la parte opposta.
Le piacerebbe un programma tutto suo?
Non lo so, con Antonio (Ricci, ndr) se n’è parlato tante volte. Ha sempre detto che è un bene che tutto il mondo dello spettacolo pensi “potrebbe fare un programma, ma non lo fa”. C’è stato un tempo, dopo Montezemolo, in cui poteva essere il momento ma non ce la siamo sentiti. Il fatto che io mi trucchi da tanti personaggi è anche un modo per non annoiare nessuno. Dovessi fare uno show tutto mio, mi ritroverei a mettermi in gioco tutto intero, di correre il rischio di essere strumentalizzato. Però, ecco, mi diverto tantissimo a teatro. Chi vuole vedermi da un’altra parte, viene lì.
Qualche tempo fa, disse di essere single e di sconsigliare alle donne di stare con uno come lei che ha tre figli e che nel tempo libero pensa alla pittura.
L’ho trovata invece una donna che ci sta, perché ha una sua forte indipendenza e che condivide con me tutto questo spezzettamento di vita. M’è capitata e sono molto contento.
Chi le piace tra i colleghi?
Ce ne sono di bravissimi: Ubaldo Pantani, Claudio Lauretta, Leonardo Fiaschi. Riconosco che in alcune imitazioni sono eccezionali. Fanno un loro stile che non appartiene proprio al mio, perché io sto per strada a credere di essere un’altra persona, avere tutto il corpo che duetta come un personaggio vero, gli altri non lo hanno fatto. E sono contento di avere io questa particolarità.
C’è qualche personaggio famoso che ha acquistato un suo quadro?
Lucio Dalla era un mio appassionato. E non so ancora come mai. Ma sono tanti i cantautori che sono appassionati dei miei quadri.
Quali?
Vasco Rossi ne ha comprati diversi e ne ha uno in ufficio, qualche volta si vede in tv quando rilascia le interviste ai telegiornali. Poi Ivano Fossati e anche Enrico Ruggeri, ha voluto una mia opera per una copertina di un disco.
Quanto vale un suo quadro?
Dipende dalle misure. Si va in genere da duemila euro per un quadro piccolo, quindicimila per un quadro più grande. È un coefficiente da buon pittore, è un buon livello ma bisogna crescere ancora.
Anche dopo tutto questo tempo?
Quarant’anni. Ma tanto io non mollo. Ho sempre dipinto e dipingerò sempre. A me mi escono dalle mani. Da giovane, mi dissero che non avrei mai più dipinto. Li ho smentiti tutti.