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Cruciani: “Per me Elly Schlein è già finita. La Rai e Fazio? Non sopporto l’occupazione”

A Fanpage.it con Giuseppe Cruciani parliamo di tutto: dal suo ultimo libro alle minacce degli animalisti per JJ4, dalla querelle tra Arisa e la comunità LGBT per le parole su Giorgia Meloni al caso Fazio-Annunziata e i risultati delle ultime amministrative del Pd.
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Se c'è una cosa che Giuseppe Cruciani sa fare bene è provocare. Dietro il livello più superficiale delle sue esagerazioni, cerca comunque di dare sempre una risposta diversa da quella che in genere ci si aspetta da un personaggio pubblico. Con questa cifra ha creato La Zanzara che, dal 2006, è un porto franco dove può avere la parola praticamente chiunque e senza alcun tipo di pregiudizi. Si parla di tutto, in un campo tanto ampio che sembra non finire mai o che è comunque segnato da un elastico i cui limiti si spostano ogni giorno un po' più in là. Con la complicità di David Parenzo, contraltare perfetto di tutti i crucianiani, in trasmissione si oscilla di continuo tra disimpegno, qualunquismo e tentativi (non rari) di ragionamento e pensiero critico.

A Fanpage.it con Giuseppe Cruciani – un po' come si fa a La Zanzara – parliamo di tutto: dal suo ultimo libro che prova a scardinare l'ipocrisia della vita monogama alle minacce ricevute dagli animalisti per aver mangiato la carne di orso. Una delle sue ultime crociate, infatti, è quella contro JJ4, l'orsa che ha causato la morte di Andrea Papi nella Val di Non: "L’abbattimento era la cosa più veloce e indolore per risolvere la questione". Grande spazio ai temi d'attualità, come la querelle tra Arisa e la comunità LGBT, scoppiata dopo le parole d'apprezzamento della cantante per Giorgia Meloni: "Se basta dire una frase benevola nei confronti della Meloni per avere la cacciata da quel mondo, è evidente che sembra una cosa senza senso". Sul caso Fazio-Annunziata: "La Rai appartiene alla politica. L’errore vero è pensare che occupando la Rai, e questo vale per tutti, questa cosa ti crea dei vantaggi". La situazione di Elly Schlein alla luce delle ultime amministrative: "La Schlein è finita con la storia dell'armocromia. Alla prima prova elettorale seria, sarà messa in discussione". 

Partiamo dal fondo, per citare Parenzo quando risponde ai tuoi editoriali a La Zanzara. L’ultima notizia che ti riguarda è questa: hai mangiato carne d’orso ed è scoppiata una polemica con gli animalisti. Che cosa è successo?

Tutto nasce dalla storia di JJ4. Io mi sono subito schierato sull’ipotesi dell’abbattimento. È diventata una specie di tabù abbattere l’orso. Ha avuto un consenso trasversale che nemmeno il governo Draghi aveva. A me è sembrata una follia.

Perché sei sempre stato a favore dell’abbattimento di JJ4?

Perché è evidente che quell’orso è problematico. Per eliminare un problema, è meglio abbatterlo piuttosto che tenerlo rinchiuso. L’abbattimento era la cosa più veloce e indolore per risolvere la questione. Anche in Slovenia li abbattono, certo per altri motivi visto che lì c’è il sovrappopolamento, ma non capisco proprio il tabù, ripeto. Anche perché altri animali possiamo ucciderli, proprio l’orso no. Questa mi sembra una discriminazione.

Sei stato minacciato per questo.

Ma figurati, succede sempre e tutti i giorni. Sono piccole cose che non voglio neanche contribuire a esagerare. Solo che è difficile e fastidioso quando ti bloccano la presentazione di un libro.

Ecco, il libro. In “Coppie. Storie di desiderio e trasgressione” provi a scardinare la monogamia con racconti di vita vera.

Tutti si presentano come monogami, nessuno mai dice ‘siamo una coppia aperta’. Ma la verità è che non esiste un modello di coppia come ce lo presentano dall’esterno e come spesso si presentano le coppie stesse all’esterno. C’è un’ipocrisia di fondo, testimoniata dal fatto che il numero dei tradimenti è altissimo. L’ipocrisia è un collante fondamentale per il mantenimento della coppia, ma l’ipocrisia crea insofferenza. La stessa coppia è una somma di infelicità. Il desiderio di fare delle cose esiste, ma la nostra cultura ci dice che al di fuori della coppia il sesso non solo è peccato ma è proibito.

Tu, invece, sei riuscito a trovare questa dimensione, questo tipo di ‘felicità’?

È una ricerca continua. Vivo un equilibrio virtuoso, diciamo così.

Delle undici storie che racconti nel libro, quale ti ha colpito di più?

Quella che riguarda una persona che conosco, una donna manager, che ha scoperto che suo marito frequentava una mistress. Dopo averlo cacciato di casa, dopo aver chiesto il divorzio, lei capisce che per lui era indispensabile avere questo tipo di relazione. Quando lei ha capito che lui era felice così, che questo “rapporto” non toglieva nulla in realtà alla vita di coppia, lei è riuscita ad accoglierlo nuovamente. È la storia che ho sentito di più, forse perché conosco lei di persona.

La copertina di "Coppie. Storie di desiderio e trasgressione".
La copertina di "Coppie. Storie di desiderio e trasgressione".

Il libro si presta molto a una trasposizione seriale. Ci state pensando?

C’è l’idea che alcune di queste storie possano diventare un soggetto per una sceneggiatura.

Una notizia di Dagospia che riguardava te e Vera Gemma, poi rimossa, ha creato un po’ di confusione.

Il gossip è il sale della democrazia e ci sta. Ma io e lei ci siamo visti una sola volta, ci siamo conosciuti quando è venuta in radio.

Perché ha fatto quella foto seminuda – ripeto: pubblicata da Dago e poi rimossa – con il solo libro tuo in mezzo alle gambe?

Perché è una persona che ha una grande apertura mentale, è amante della libertà e in questo libro si parla di libertà, ma niente di più. Non c’è nient’altro. Anche lei ha già chiarito tutto.

Giuseppe Cruciani e Vera Gemma a La Zanzara.
Giuseppe Cruciani e Vera Gemma a La Zanzara.

La Zanzara va in onda dal 2006. È tanto tempo. Qual è il segreto?

L’importante è viaggiare sempre su più livelli: l’ironia, il feeling, l’intesa, il divertimento – nonostante la stanchezza di Parenzo, che fa chiaramente anche un altro mestiere – e tenere insieme una squadra compatta che lavora dietro e che ti offre continuamente spunti – pezzi presi da trasmissioni televisive, radiofoniche – per imbastire la puntata.

Come lavorate alla produzione di una puntata?

C’è molta improvvisazione sul momento, ma non è solo questo. La radio è come l’artigianato. Va cesellato ogni secondo e non puoi permetterti di essere superficiale. Il caos e le sovrapposizioni continue che facciamo noi è qualcosa di organizzato, per quanto possibile.

In quanti siete a lavorare al programma?

Siamo io, David e quattro persone.

Siete pochi. Pensavo di più.

Beh sì, lo credo anche io. Pochi ma buoni.

Passiamo all’attualità. Parliamo di Arisa che ha interrotto i rapporti con la comunità LGBT per le frasi a favore della Meloni. Che ne pensi?

È assurdo discutere delle frasi dette da Arisa in una intervista. È stata madrina del Gay Pride e va benissimo, ma se basta dire una frase benevola nei confronti della Meloni per avere la cacciata da quel mondo, è evidente che sembra una cosa senza senso. Non si capisce perché dire: “Apprezzo la Meloni” faccia guadagnare un bando da parte del mondo LGBT.

Arisa
Arisa

Però, le posizioni del Governo…

Ma le posizioni si possono discutere quando c’è qualcosa di concreto. Il governo Meloni non vuole eliminare le coppie gay.

Sulle coppie omogenitoriali, le posizioni del Governo mi sembrano chiare.

Quella roba lì ha a che fare con l’utero in affitto, non con l’adozione gay che in Italia non è legge. Peraltro, io sono a favore delle adozioni gay e dell’utero in affitto. Sono contrario in questo alle posizioni della Meloni. Ma, detto questo, dire “per noi la famiglia è un uomo e una donna” è una posizione classica del centrodestra nel mondo. Ma non c’è nessuno che vuole cancellare le unioni civili.

Fazio, Annunziata, adesso anche Gramellini, tutti via dalla Rai. La tua idea?

Lucia Annunziata ha fatto un atto politico, da persona che sta all’opposizione, fondamentalmente. Non possiamo nasconderci dietro le cose. Poi, su Fazio, sappiamo che ha accettato un altro contratto, ma nessuno l’ha cacciato. Per il resto, non sopporto l’occupazione in generale. La ‘lottizzazione’ è una porcheria, ma purtroppo l’hanno sempre fatta tutti. Il problema non è chi occupa, ma come si occupa. Non capisco la differenza tra questa occupazione della Rai e le altre.

Sono le mani della politica sulla Rai.

Ma la Rai appartiene alla politica. L’errore vero è pensare che occupando la Rai, e questo vale per tutti, questa cosa ti crea dei vantaggi. Il centrodestra ha vinto le elezioni mentre la Rai era formato da un Cda che non era di destra.

Dopo i risultati delle amministrative, la Schlein sembra già in discussione.

Per me, la Schlein è finita con la storia dell’armocromia. Ha creato un effetto sorpresa all’inizio, ma dopo quell'intervista (a Vogue, ndr) c'è stata una lunga discesa. Credo che alla prima prova elettorale seria, la Schlein sarà ufficialmente messa in discussione.

Era meglio Bonaccini?

Solo il Partito Democratico è riuscito a far eleggere un segretario da persone che non fanno parte del Pd. La Schlein è stata eletta da gente che non è del Pd e che probabilmente il Pd manco lo vota. È stato un suicidio incredibile. Un partito che, per regole assurde, fa eleggere un segretario da persone che non sono del Pd. Le votazioni degli iscritti hanno dato un risultato abbastanza chiaro, che era appunto Bonaccini.

Quanto dura, secondo te, questo Governo?

Francamente non si può dire perché in Italia abbiamo avuto esperienze di legislature finite per mille situazioni diverse. Mi sembra che in questo momento la maggioranza, – al di là di quello che fa che per me è poco – sia abbastanza solida nei numeri. C’è una leadership senza scricchiolii. Ma è presto, è passato meno di un anno.

Sei intervenuto alla festa di Cerbero Podcast. Quei ragazzi, sono tutti figli tuoi?

Ma no, sono persone che fanno un ottimo lavoro e che sfiora qualche volta quello che facciamo noi. Sono prodotti nuovi e interessanti. Il Cerbero è da anni che va su Twitch. Anche loro hanno dei paletti che non possono superare, come noi, e sono quelli stabiliti da Amazon.

Andare in diretta radio, ma pensare da podcast. Ti succede?

Penso da podcast, però non potrebbe esserci nessun podcast senza la diretta FM. Hai quelle scosse che creano anche la fortuna del podcast. Il nostro è diventato un prodotto un po’ ibrido.

Un'immagine di Radio Belva, andato in onda nel 2013 su Rete4 e cancellato dopo una sola puntata.
Un'immagine di Radio Belva, andato in onda nel 2013 su Rete4 e cancellato dopo una sola puntata.

Dieci anni fa andava in onda l’unica puntata di Radio Belva su Rete 4. Ti chiedo, quindi, se porteresti, oggi, La Zanzara in tv?

Non ci penso nemmeno lontanamente. La Zanzara ha altri schemi in questo momento e ha altre dinamiche. In tv, faccio l’ospite perché mi piace l’atmosfera di alcuni programmi. Su Radio Belva, mi piacerebbe però festeggiare i dieci anni, ricordando quello che era successo.

Eravate troppo avanti?

Ma no, era tutto troppo caotico, non c’era niente di organizzato. Però, mi piacerebbe in qualche modo festeggiare i dieci anni di un programma che poi alla fine non c’è stato.

Nel maggio del 2006, prima de La Zanzara, hai intervistato Francesco Nuti. È stata una delle ultime interviste del regista prima dell’incidente. E tu sembravi un’altra persona rispetto a quella di oggi.

Al tempo conducevo in modo tradizionale, ero solo un vigile urbano che dirigeva il traffico. Quella puntata fu abbastanza particolare. Lui era in una condizione precaria e nessuno me l’aveva detto prima. Se avessi saputo che era in quelle condizioni, non l’avrei mai fatta. Buttare giù il telefono, mi sembrava anche irrispettoso.

Riascoltare quell’intervista, col senno del poi, diventa una testimonianza del periodo complicato che stava attraversando Nuti.

Arrivò al microfono in quelle condizioni, con quella voce così impastata. Ripeto, se l’avessi saputo, non lo avrei sottoposto a quella specie di tortura di un’ora. Cercavo di coinvolgerlo come potevo, non sono stato spietato e ho cercato di salvare la situazione. Tutti chiaramente ricordano l'intervista per quella voce che sembrava molto lontana dalla salute.

Un’ultima prima di andare. Senti di riconoscere a qualcuno quello che sei oggi? Hai avuto un maestro?

Io ho iniziato la radio partecipando a Radio Parolaccia di Radio Radicale nel ’93. Quindi, sicuramente porto la follia di Marco Pannella e poi, quando ho iniziato a scrivere, Vittorio Feltri.

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