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Corsi Nikita Pelizon, l’agenzia: “I costi? Ci disse ‘Se pensano sia gratis, che restino su Shein’”

Fanpage.it intervista Gemma Lenoci, titolare dell’agenzia che ha seguito Nikita Pelizon nel lancio dei suoi “corsi motivazionali”. La donna si difende dopo le accuse della vincitrice del Grande Fratello Vip.
A cura di Stefania Rocco
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Gemma Lenoci, titolare dell'agenzia accusata da Nikita Pelizon di avere fatto cattiva comunicazione a proposito dei "corsi motivazionali" che hanno sollevato un polverone sulla ex vincitrice del Grande Fratello Vip, si difende su Fanpage.it. "Le avevamo consigliato di non usare la parola ‘depressione'", racconta la donna, "è stata lei a voler fare diversamente".

In che circostanze ha conosciuto Nikita Pelizon?

Ci siamo conosciute all’Eicma (Salone del ciclo e motociclo, ndr) nel 2017: io ero una hostess, lei una ragazza immagine. Quando è uscita dalla Casa del GF Vip, ci siamo riviste e mi ha detto che le sarebbero serviti dei servizi per questo nuovo progetto. Lo chiamava “Accademia” e consisteva in 5 video lezioni che aveva già registrato un anno prima. Seguendola da tempo, sapevo già che sui social si occupava di motivazione, crescita personale, la questione degli angeli…Ma quando ci siamo messe a lavorare insieme, veniva da un periodo in cui aveva spinto su contenuti che non erano in linea con questo suo progetto, tipo la canzone Mojito. Era necessario che riducesse questo tipo di contenuti per fare in modo che non fosse vista solo come la vincitrice del Grande Fratello ma come una figura professionale e credibile. Di fatto, il problema è stato proprio questo: la poca credibilità di Nikita a proposito delle competenze relative al suo stesso progetto.

Che cosa vi aveva spiegato Nikita a proposito di questo progetto?

La chiamava "Accademia motivazionale." Non mi ha dovuto spiegare più di tanto: la conosco da anni e sapevo già che temi avrebbe trattato.

In che senso Accademia? Lei stessa, nel video pubblicato su Telegram, ripete più volte il termine “accademia” per poi correggersi.

Credo la chiamasse così per ignoranza, era il primo termine che le era venuto in mente. So che voleva organizzare degli incontri dal vivo, a partire da novembre, per fare meditazione o dei ritiri nella natura. Il contenuto che ci ha affidato era già pronto, non abbiamo mai interferito nei filmati. Non rientra tra i nostri compiti quello di valutare le competenze di chi lancia un prodotto.

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Che cosa c’è nei video del corso firmato da Nikita?

Parla della sua esperienza e del modo in cui ha affrontato determinate problematiche attraverso una serie di tecniche. Si tratta sopratutto di tecniche olistiche come la meditazione.

Nella pagina web di Hunika Way si legge, tra le altre cose, “Imparerai a conoscerti nel profondo”. Chi fa terapia con uno psicoterapeuta sa che sono necessari anni prima di poter completare un percorso che consenta a chi lo affronta di conoscersi. Come potrebbe riuscirci Nikita Pelizon in poche video lezioni pre-registrate e quindi nemmeno individuali?

Non saprei e non è di mia competenza. Tutto quello che è presente su quella pagina web è tratto dalle parole che lei utilizza nelle sue video lezioni ed è stato riscritto da lei stessa.

Nel video che Nikita condivide sul suo canale Telegram, dichiara di avere studiato psicologia alle scuole superiori e di averlo fatto per anni anche una volta terminati gli studi. Qual è il suo titolo di studio?

Credo sia un modo per far capire alle persone che è preparata su questi argomenti. Ma su quel video diffuso su Telegram in cui parlava di soldi non abbiamo mai messo mano. E non abbiamo mai toccato nemmeno quel messaggio in cui, sempre sul suo canale Telegram, Nikita parla di depressione. Si tratta di una frase che ha scritto lei. In quel passaggio che serviva a presentare il corso noi le avevamo consigliato di scrivere questo: “Sconti Esclusivi: Riceverete sconti speciali su tutti i prodotti del mio shop per motivarvi al 10%”. Lei lo ha riscritto e pubblicato così: “Sconti Esclusivi: Riceverete sconti speciali del 10% su tutti i prodotti del mio shop per motivarvi con le stesse metodologie che mi hanno aiutata ad uscire dalla depressione, insoddisfazione, apatia, attacchi d’ansia, smarrimento Etc…”. Ho chiesto conferma anche ai miei assistenti: l’ha scritta Nikita quella frase. Noi abbiamo utilizzato la parola “depressione” solo una volta.

Il messaggio che compare sul canale Telegram di Nikita Pelizon
Il messaggio che compare sul canale Telegram di Nikita Pelizon

In che circostanza?

Nella prima storia, che non è quella dello screenshot che circola sui social, in cui diceva di non essere più caduta in depressione. Dopo averla pubblicata, abbiamo cominciato a leggere i primi commenti negativi e le abbiamo consigliato di non utilizzare più quel termine. In una storia successiva, ha voluto utilizzarlo. Le abbiamo chiesto se fosse sicura e ci ha risposto “Depressione va bene, lo sanno tutti”. Ho lo screen (che ha mostrato a Fanpage.it, ndr). In un’altra occasione, su Twitter aveva parlato di psicologia senza mai consultarsi con noi.

Tornando alle competenze e ai riferimenti alla psicologia, le ha chiesto che studi ha fatto?

Non ha fatto studi specifici in questo campo. Ma non le ho mai chiesto quale fosse il suo titolo di studio.

Gemma Lenoci e Nikita Pelizon
Gemma Lenoci e Nikita Pelizon

Quando avete capito che qualcosa era andato storto?

Quando i primi haters hanno cominciato a criticarla per questi corsi, Nikita ci diceva “Va bene così, almeno se ne parla”. Il 25 settembre, giorno in cui ha lanciato il corso, i nostri rapporti erano ancora sereni. Ci eravamo incontrate per discutere le nuove strategie per il brand Hunika e lei era contenta. Non seguivamo solo il corso ma anche tutta la gestione della pagina social del suo marchio. Avevamo pattuito un compenso, una parte da versare all’inizio del mese e una seconda tranche alla fine. Ha pagato la prima parte ma dopo il lancio del servizio è sparita senza pagare la seconda.

Chi ha stabilito il costo dei corsi?

Lei voleva ci fossero due pacchetti. Il meno caro sarebbe dovuto costare 57 euro. Noi le abbiamo consigliato un prezzo un pochino più alto dopo avere analizzato i prezzi di prodotti simili presenti sul mercato. Ripeto, non spetta a noi valutare le competenze. Per 5 lezioni con Nikita, che è un personaggio pubblico e in considerazione del fatto che molte persone vogliono vederla, ci è sembrato un prezzo più adatto.

Cos’è accaduto il giorno del lancio del corso?

Sapevamo già tutti, lei compresa, che l’iniziativa avrebbe sollevato un polverone. La sera del 25 settembre, Nikita ha avuto un crollo. Era molto giù e le ho consigliato di replicare con un video. Poteva essere un modo per spiegare all’opinione pubblica il suo progetto, le sue competenze, cose nelle quali credeva fermamente. Ci ha salutati promettendo che il giorno successivo lo avrebbe fatto. Il martedì ci ha ricontattato per chiederci perché in uno dei video di presentazione comparisse ancora la parola “academy” e per girarci lo screen di una persona che le diceva che il prodotto era perfetto ma la comunicazione era stata sbagliata, poi è sparita. Il giorno dopo ci ha chiesto di cambiare la password dello store del suo brand. Contemporaneamente ci ha domandato chi di noi avesse cambiato le password dei suoi canali. Sostanzialmente, ci ha buttati fuori. L’ho chiamata e mi ha risposto che i suoi profili erano stati hackerati. Sono riuscita a farle ammettere che era stata lei a cambiare una delle password ma mi ha accusato di averne modificato un’altra. Ci stava prendendo in giro. Da quel momento, non ha più risposto al telefono salvo poi mandarmi un messaggio in cui scriveva che la nostra collaborazione era terminata e rilasciare un’intervista in cui scaricava la colpa di quanto accaduto sull’agenzia. Ma il punto è proprio questo: la comunicazione “sbagliata” è stata decisa e modificata da lei. L’ha strutturata lei. Ha aggiunto pezzi che non doveva aggiungere a quanto le avevamo consigliato di scrivere.

Crede la comunicazione sia stata l’unico errore in questa vicenda?

Bisognava lavorare di più sul suo posizionamento, sulla sua figura da professionista. Sarebbe stato necessario lavorare più di un mese e mezzo ma lei sosteneva di non avere la disponibilità economica necessaria a sostenere un investimento per più mesi.

In che termini Nikita vi parlava del suo fandom e delle persone che avrebbero dovuto acquistare quel corso?

Dietro questi corsi ci sono sicuramente passione e voglia di aiutare gli altri ma non voleva proporlo gratis. Anzi, stava cercando il modo di monetizzare perché lamentava di non avere disponibilità economica. Era a scopo di lucro al 100%. Ho un messaggio in cui lo scrive palesemente: “Se lo vogliono gratis, restassero su Shein”. Il problema della fanbase di Nikita è proprio questo: vogliono tutto gratis.

Fino al giorno in cui ha gestito i suoi account, quanti corsi erano stati venduti?

Non posso dirlo. Qualcuno lo ha venduto ma meno di quanto si potrebbe sperare per un account di questa portata.

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