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Corrado Formigli: “Convivo con l’emicrania. Ho avuto anche 10 crisi al mese, una sofferenza indicibile”

Corrado Formigli racconta la sua convivenza con l’emicrania, una patologia che lo accompagna da quando era un ragazzino. Il giornalista rivela di aver avuto anche dieci crisi in un mese, per le quali nulla faceva effetto: “Una sofferenza indicibile”.
A cura di Ilaria Costabile
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Corrado Formigli è uno dei giornalisti più noti del panorama televisivo italiano, volto di Piazza Pulita, programma che conduce su La7 ormai da diversi anni, sin da ragazzino convive con quella che lui stesso definisce una "compagna di vita", ma che è stata più volte causa di profonda sofferenza e malessere, ovvero l'emicrania, la sua è quella senza aura. In un'intervista al Corriere della Sera, ne ha parlato ricordando anche i momenti peggiori vissuti in questi decenni di convivenza forzata con questa patologia.

La convivenza con l'emicrania

I medicinali, per una persona che soffre di emicranie, diventano fondamentali, il sopraggiungere delle crisi, talvolta improvviso, diventa necessario da gestire prima, ma Corrado Formigli pare che sia riuscito ad attenuare il bisogno di dover ricorrere ad alcuni farmaci attraverso una terapia specifica:

La svolta è stata una nuova terapia a base di anticorpi monoclonali, iniezioni che ho fatto per tutto il 2022 e il cui effetto sta perdurando. Sono riuscito a entrare nel protocollo di cura grazie alla gravità della malattia. Avevo fino a 10 crisi al mese. Niente faceva effetto. Una sofferenza indicibile

Il giornalista racconta quanto per chi soffre di questa patologia, anche le situazioni più semplici possano complicarsi da un momento all'altro: "Non è vita. Te ne godi solo un pezzo. Sei un invalido, specie quando ti svegli al mattino con le tempie che pulsano, svuotato. E magari è il giorno in cui devi sostenere quattro ore di diretta"

Quando le crisi si presentano durante la diretta tv

Un problema importante, soprattutto per un giornalista televisivo che il più delle volte è costretto a dover affrontare la messa in onda, ma a quanto pare prima della diretta c'è qualcosa che riesce a compensare la profonda sensazione di dolore: "L’emicrania è crudele e allo stesso tempo pietosa, almeno con me. Il giovedì mi saliva l’adrenalina ed era come se contrastasse le crisi. Poi il venerdì crollavo. Certe volte sono andato in onda dopo aver tentato di tutto per avere sollievo. Mi imbottivo di farmaci di ogni genere fino al punto di intossicarmi. Niente. Un incubo". Le prime avvisaglie sono comparse quando era ancora un ragazzino:

Avevo 12 anni. Mamma capì al volo che qualcosa non andava. Come scusa per saltare la scuola utilizzavo altri sistemi, tipo il termometro a mercurio poggiato sul termosifone. Allora abitavamo a Firenze e il professore bravissimo che mi visitò mi spiegò che l’emicrania non ha un’unica causa. È una reazione agli stimoli dell’ambiente.

Sono anni, quindi, che Corrado Formigli si trova a dover gestire questi violenti attacchi che, a volte, compaiono nei momenti meno opportuni come racconta lui stesso ricordando quello che, nello stesso istante, rappresentò uno dei momenti più belli e più brutti della sua vita:

Dicembre 2014, sono il primo cronista europeo a entrare a Kobane, in Siria, passando per la Turchia. Scordo lo zainetto con i farmaci nell’auto di un contrabbandiere. Disperato, devastato, vado in diretta. Il caschetto in testa acuisce il dolore. È stato il servizio più importante della mia professione e il peggiore momento della mia vita.

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