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Christian De Sica: “La mia commedia non è buonista. Da vecchio, lavoro e mi diverto di più”

L’attore racconta a Fanpage.it il ritorno su Netflix con Ricchi a tutti i costi, sequel della commedia di Giovanni Bognetti del 2022: “Ha un umorismo nero che fa bene perché delle commedie buoniste non ne posso più”. La svolta con le piattaforme: “Da quando non sono più sotto contratto con De Laurentiis, lavoro e mi diverto di più”.
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"Sono proprio contento di fare una cosa diversa perché questa non è la solita commedia buonista". Parola di Christian De Sica che, a Fanpage.it, parla del suo ritorno su Netflix con Ricchi a tutti i costi, sequel del successo natalizio del 2022, dal 4 giugno disponibile. Si tratta di una esilarante commedia degli equivoci nella quale non manca l'umorismo nero: "Merito di Giovanni Bognetti, che per il secondo film ha scritto una sceneggiatura completamente originale". Il regista è riuscito a estendere l'universo narrativo di "Mes Très Chers Enfants" da cui il primo film era tratto, confermando in toto il cast principale: Angela Finocchiaro, Dharma Mangia Woods, Claudio Colica e Fioretta Mari. In Ricchi a tutti i costi, De Sica e la sua famiglia cercano di pianificare un assassinio per salvare la nonna e la sua eredità che rischia di finire nelle mani di un ‘vedovo seriale' interpretato da Ninni Bruschetta: "È la prima volta che recito con lui. Attore forte e persona deliziosa". 

Christian De Sica a Fanpage.it ha commentato anche l'attualità, da Papa Francesco al caso De Luca-Meloni: "Il Papa lasciamolo stare. Mentre dare della stron*a a una signora, che poi è pure presidente, è mancanza di eleganza e classe". L'equivoco sulle idee politiche e sul modo d'essere: "Nella vita io non sono né misogino, né maschilista, né volgare. Pensano che sia un fascistone per i personaggi che interpreto. I cretini ci sono sempre". Il pregiudizio su di lui è risolto: "Adesso che non ho più il contratto con De Laurentiis e sono su piazza, sono più vecchio e paradossalmente lavoro e mi diverto di più". 

L'incipit di Ricchi a tutti i costi, dal 4 giugno su Netflix (ph. Loris T. Zambelli)
L'incipit di Ricchi a tutti i costi, dal 4 giugno su Netflix (ph. Loris T. Zambelli)

Con questo film, l'universo narrativo del primo capitolo si estende e si ride ancora tanto. 

È davvero un film bello, gli attori sono tutti bravi. Io e Angela Finocchiaro ci siamo trovati ancora una volta bene e i ragazzi, Dharma Mangia Woods e Claudio Colica, danno una leggerezza fantastica. Altrimenti, solo con noi vecchi, sarebbe un manicomio.

Il viaggio a Minorca della famiglia Delle Fave per salvare l'eredità della nonna, e la nonna stessa, scatena una commedia degli equivoci che ha dentro anche tanta tensione. È più nera della precedente.

Beh, questo è un bene. È bella questa famiglia borghese che parla di un assassinio come se dovesse fare una gita a Positano. Questo inevitabilmente crea comicità. Giovanni Bognetti ha un umorismo alla Woody Allen e ne sono felice perché di queste commedie buoniste non se ne può più. Io sono proprio contento di fare una cosa diversa. Oggi i registi sono un po' lugubri, non sono come Giovanni e io gli auguro di andare avanti, fare un film per la sala grande, fare sempre meglio.

Tra le scene più divertenti, quella in cui tu e Angela Finocchiaro cercate di inscenare il suicidio del personaggio di Ninni Bruschetta col gas di scarico dell'auto, però alla fine…

Scopriamo che la macchina è elettrica (ride, ndr). I nostri personaggi sono due completi deficienti anche se la vera mente malata è il personaggio di Angela. Il mio personaggio è un vigliacco che per amore decide di accontentare la follia della donna che ama. I più saggi, in questo contesto, sono proprio i nostri ragazzi.

È la prima volta che reciti con Ninni Bruschetta, vero? 

Sì, è la prima volta. Ninni ha portato tanto ed è un attore forte e una persona deliziosa. Anche Fioretta Mari, il personaggio di mia suocera, è straordinaria.

Ninni Bruschetta e Christian De Sica (ph. Loris T. Zambelli)
Ninni Bruschetta e Christian De Sica (ph. Loris T. Zambelli)

Il film è tratto dal francese Mes Très Chers Enfants, ma questo secondo capitolo è una storia completamente inedita. 

Drammaturgicamente, il primo aveva questa idea fantastica dei due figli che se ne fregavano del padre e della madre e cominciavano a circuirli solo quando scoprono dell'eredità. Il secondo, invece, è stato scritto proprio da Giovanni ed è riuscito ad attaccarsi bene a questa storia, portandola avanti. Se va bene questo film, credo ci sia spazio anche per un terzo. Magari in una località esotica.

È stata una stagione importante, con un ruolo come quello di Pietro ne "I limoni d'inverno" o quello nel film di Paolo Virzì. Siamo riusciti a fare pace col pregiudizio del cinepanettone?

Sì, adesso che non ho più il contratto con De Laurentiis e sono su piazza, sono più vecchio e paradossalmente lavoro molto di più. Posso passare da un progetto all'altro e io mi diverto di più. Per un attore, fare sempre le stesse cose, diventa tragico a un certo punto.

Tra il Papa che parla di ‘frociaggine' e ‘quella stronza' sull'asse De Luca-Meloni sembra quasi di essere in uno dei tuoi film del passato. Tu che ne pensi?

Il Papa che parla di ‘frociaggine' lasciamolo stare perché credo che si sia sempre dimostrato un Papa molto libero, che ha sempre aperto a tutti. Mia madre era di Barcelona, faceva gli stessi errori. Quando non è la tua lingua, non ti rendi conto di quello che stai dicendo. Per loro non è una parolaccia, non se ne rendono conto di quello che dicono. Il Papa ha detto quella roba perché parla un'altra lingua, era pure una cosa a porte chiuse e non credo che l'abbia fatto con cattiveria, no?

E su quello che è successo a Caivano tra Vincenzo De Luca e Giorgia Meloni? 

Penso che questi battibecchi non dovrebbero mai accadere né da un Presidente del Consiglio né da parte di un Presidente di Regione. Su De Luca, però, dare della stronza a una signora, che poi è pure la Presidente del Consiglio, è sintomo di mancanza di classe, mancanza di eleganza. Trovo tutto molto sbagliato. Anche la reazione di Giorgia Meloni. Lui dice che non l'aveva sentita, invece l'ha sentita benissimo eccome. Non mi è piaciuta questa mossa di De Luca, mi ha molto deluso.

In una intervista del 2020 a Repubblica dici: "pensano a causa dei miei personaggi che io sia un fascistone". 

Purtroppo è così. Uno cerca pure di renderli simpatici certi personaggi negativi, ma io li ho sempre presi per il culo. Nella vita io non sono né misogino, né maschilista, né volgare. Quei film li ho fatti perché, come dico sempre, si ride col demonio. I cretini pure ci sono sempre e dicono: "De Sica è così". Ma non è vero.

Una delle tante scene cult di Christian De Sica presenti sui social.
Una delle tante scene cult di Christian De Sica presenti sui social.

Su Instagram, è pieno di reel con le tue battute e con quelle dei tuoi colleghi negli anni in cui certe cose "si potevano dire". Pensi ci sia maggiore libertà sui social rispetto ai media tradizionali in questo momento? 

Beh, non ne sono sicuro. C'è sicuramente il pro di questa libertà, ma c'è anche il contro. In certi video, io leggo commenti così cattivi, dicono delle bestialità, chiacchiere da bar che diventano pericolose. Social o no, il politicamente corretto resta una grande fregatura per un comico.

C'è qualcosa, in tv o sul web, che oggi consideri ‘scorretta' e che ti piace?

La zanzara mi fa molto ridere. Più scorretto de quello.

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