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Cecchi Gori ricorda Francesco Nuti: “Una delusione d’amore fu fatale, via dalle scene troppo presto”

Vittorio Cecchi Gori a Rai Radio2 ha ricordato l’attore suo amico Francesco Nuti, morto ieri a 68 anni. “Non è stato sottovalutato, è uscito dai giochi troppo presto. Valeva come Benigni e Verdone”, le parole. Su Berlusconi: “Abbiamo collaborato insieme trent’anni, era un fuoriclasse”.
A cura di Gaia Martino
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Vittorio Cecchi Gori ospite del programma radiofonico I Lunatici di Rai Radio2, ha ricordato Francesco Nuti, l'attore morto ieri all'età di 68 anni dopo una lunga malattia, e il rapporto di amicizia che li teneva uniti. "Lui era amico di tutti, una delusione sentimentale gli è stata fatale", le parole prima di esaltare il suo enorme talento nel mondo del cinema. Su Silvio Berlusconi: "Facemmo una società insieme, era un incantatore".

Il ricordo di Francesco Nuti

Il produttore cinematografico ha ricordato il suo caro amico Francesco Nuti per il quale produsse il film Occhiopinocchio. "Con lui avevo un bellissimo rapporto e bei ricordi. Sia personali che professionali. È stato male poco dopo aver prodotto ‘Occhiopinocchio', quel film che tante burrasche ci ha creato. Peccato, avrebbe potuto dare ancora molto. Io ho prodotto tanti suoi successi, tutti bei film. Nuti era amico di tutti. Di Verdone, di Troisi". Cecchi Gori ha raccontato che l'attore rimase estremamente scottato da una delusione d'amore: "Ha avuto una delusione sentimentale che forse ha creato le premesse di quello che è successo. Rimase male da questa delusione sentimentale, iniziò a bere e il bere gli è stato fatale. Io gli volevo bene, lo volevo anche aiutare, ma non è facile se non trovi la forza da solo di correggerti. ‘Occhiopinocchio' costava troppo e non finiva mai. Poi siamo riusciti a finirlo ma si vedeva che aveva qualche lacuna". Secondo il produttore uscì dalle scene troppo presto:

Era un grande attore, la sua dipartita fisica ci ricorda ancora di più quello che è stato. Non è stato sottovalutato, è uscito dai giochi troppo presto. Valeva come Benigni e Verdone. Era sensibile, divertente, un attore hollywoodiano.

Le parole su Silvio Berlusconi

Nel corso dell'intervista ha parlato anche di Silvio Berlusconi, anche lui morto ieri all'età di 86 anni, con il quale ha collaborato per 30 anni. "Facemmo una società insieme: noi producevamo i film e lui prendeva la fruizione televisiva. Per me è stato il più grande imprenditore che abbiamo avuto. Per il cinema si affidava a noi, riusciva a capire quando uno era bravo, lo riconosceva e ci si affidava". Il loro sodalizio ebbe un grande successo: "Le sue televisioni ebbero tanti film di qualità, noi avevamo la sicurezza della fruizione televisiva e anche quello ci ha potenziato e tutto andò a vantaggio del cinema italiano, che ha vissuto vent'anni meravigliosi. È  stato un miracolo che avrebbe dovuto durare di più. I rapporti miei con Berlusconi erano buonissimi. Poi purtroppo gli anni passano ed è arrivato internet". Cecchi Gori ricorda Berlusconi come "un grande imprenditore, un fuoriclasse in questo campo, me lo ricordo, era un incantatore".

Sui rapporti tra presidenti, quando il produttore cinematografico era presidente della Fiorentina e Berlusconi presidente del Milan ha infine ricordato:

Quando prendemmo la Fiorentina Berlusconi ci incoraggiò, poi le cose sono un po' cambiate. Mi chiedeva sempre Rui Costa, ma non glie l'ho dato. Lo prese alla fine quando mi levarono di mano la Fiorentina. Mi ricordo una volta ero ad Arcore da lui e vennero a trovarlo Gullit, Rijkard e Van Basten che erano in scadenza di contratto. Lui mi diceva ‘questi vengono a chiedermi un sacco di soldi'. Lui ci si mise a parlare, sentii anche le voci alzarsi, poi concluse un accordo. E io gli dissi che aveva fatto bene, tanto quei tre lì non li avrebbe più trovati. Aveva ad Arcore tutte le Coppe dei Campioni, le teneva nel seminterrato. Sul calcio alla fine gli ho dato fastidio, stavo per vincere il campionato nell'anno in cui lo vinse il Milan. Batistuta non me l'ha mai chiesto, lui voleva Rui Costa.

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