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Carolina Di Domenico dal Tim Summer Hits al dopo Fiorello su Rai2: “Nulla è certo, ma preparo il trolley”

Carolina Di Domenico è pronta al Tim Summer Hits e si prepara all’ipotesi del dopo Fiorello nel mattino di Rai2. Di Domenico si racconta in un’intervista a Fanpage.it, dai tempi del Disney Club alle prime edizioni di The Voice, passando per Eurovision: “Lasciare mi è dispiaciuto, ma va bene così, ognuno fa le sue scelte e se ne prende la responsabilità”.
A cura di Andrea Parrella
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Fabrizio Cestari Ph
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La vedremo dal 28 giugno al Tim Summer Hits in prima serata su Rai1 e molto probabilmente sarà lei a salutare gli spettatori di Rai2 all'alba a partire dal prossimo settembre. Stiamo parlando di Carolina Di Domenico, volto che i telespettatori hanno imparato a conoscere negli anni, dai tempi di Disney Club su Rai1 passando per i fasti dell'era MTV, poi come presenza fissa su Radio 2 fino ad arrivare al periodo Eurovision e adesso questa nuova stagione su cui la sua carriera sembra affacciarsi. Un viaggio che ripercorriamo in questa intervista.

Quello del Tim Summer Hits si può definire un esordio su Rai1?

In realtà l'esordio vero è un po' più datato, risale al 1999 quando ho condotto per quattro edizioni Disney Club. È passato un po' di tempo, in effetti, ma se vogliamo proprio attenerci al concetto di debutto dobbiamo risalire a quegli anni, quelli di una Tv molto diversa da ciò che è oggi.

Al Tim Summer Hits ritrovi Gabriele Vagnato con cui hai già lavorato alla Giornata Mondiale della Gioventù. Chhe ruolo avrete?

Sarà un ruolo di presentazione delle anteprime. Sul palco ci saranno Carlo Conti e Andrea Delogu che condurranno le serate. Al ruolo in video si aggiunge quello del commento su Radio2 delle serate.

Quindi commenterai dal vivo le puntate che andranno in onda registrate?

Esatto, non proprio una cosa semplicissima, ma in quel caso la radio avrà un ruolo di coordinamento tra le parti, servirà a far ascoltare le canzoni sul palco.

In un certo senso il Tim Sumer Hits su Rai1 certifica definitivamente il rinnovato interesse della Tv per la musica dal vivo. Qualcosa che negli anni scorsi sembrava sparito e invece oggi ritorna.

Sì, in un certo senso dimostra che la nostalgia per un evento estivo come il Festivalbar non era così assurda. Al tempo si trattava di qualcos'altro, c'era un rapporto diverso con il mezzo televisivo e la manifestazione in sé, ma ammetto che vedere radunate le persone per quattro sere in una piazza, per lo più ragazzi e ragazze che vedono nell'appuntamento della musica dal vivo un modo per ritrovarsi, è una cosa che qualche anno fa avremmo difficilmente immaginato potesse accadere di nuovo.

C'è anche un dato interessante, è come se la Tv, rispetto al contesto musicale, abbia definitivamente aperto a dei nuovi generi fino a poco tempo considerati estranei.

Senza dubbio, ormai le generazioni si ritrovano in questi eventi perché il discorso che tu fai è legato anche a un incontro generazionale. In questo senso penso che i Festival di Amadeus abbiano avuto il merito di rompere una barriera e accogliere definitivamente questo flusso.

Il racconto dei grandi eventi musicali, o comunque lo spazio alla musica dal vivo anche in anni in cui si cercava meno l'evento live, è una cosa alla quale a Radio2 hai lavorato molto.

Sì, devo dire che forse le cose sono un po' cambiate da quando la radio è diventata anche televisiva. Prima c'erano molte più occasioni nelle quali le radio, associate a grandi eventi musicali, fungevano proprio da cassa di risonanza, avevano la funzione di far ascoltare le canzoni che venivano suonate sul palco. Con l'arrivo della radio Tv certi meccanismi sono leggermente cambiati.

A proposito di Sanremo e di giovani, sei stata in commissione artistica sia negli anni di Baudo che in quelli di Conti, che idea hai della suddivisione tra Big e Nuove proposte che Conti proporrà nel 2025?

Credo che potrebbe portare a delle cose interessanti. Io penso che ogni sistema abbia i suoi lati positivi e potenziali risvolti negativi, portando a delle asimmetrie tra un giovane già noto che può contare su una fanbase ampia e quindi mettere in difficoltà big dalla lunga carriera, ma anche il rischio, al contempo, di marginalizzare la gara dei giovani. Non c'è una scelta giusta o sbagliata, penso che alla fine ciò che conterà più di tutto sarà la qualità della selezione che verrà fatta.

Al netto della tua matrice musicale, in questi anni hai dimostrato di essere a tuo agio anche nell'intrattenimento.

Ho fatto esperienze di ogni tipo in Tv, dal programma di medicina a quello di cucina. Sicuramente il mondo della musica è quello in cui, anche per una mia passione personale, ho trovato maggiore spazio e facilità di inserimento, al punto che poi sono stata identificata in quel modo e quasi ingabbiata, come in Italia spesso succede agli attori. In generale io ho sempre pensato che lavorare con professionalità ti permetta, in questo ambito, di calarti in svariati contesti e l'intrattenimento, in relazione alle cose fatte ad esempio con Lillo e Greg in radio negli anni, è una di quelle in cui mi sono trovata a mio agio.

Restiamo sull'intrattenimento, dopo le indiscrezioni dei giorni scorsi pare definirsi il compito che avrai con Andrea Perroni nel mattino di Rai2 da settembre con Binario2, di fatto nello spazio di Viva Rai2 che fu di Fiorello. Si parla di dirette da una stazione ferroviaria. 

Non ci sono ancora certezze, ma posso dire che il trolley è pronto e, forse, anche il sacco a pelo.

Succedere a Fiorello non è una sfida che ti spaventa?

Beh sicuramente sarebbe una cosa complessa, ma è anche vero che la televisione è una questione di abitudine e di rapporto con il pubblico. Ciò detto restiamo in attesa.

La Tv si divide tra chi vuol piacere a tutti, accettando di sporcarsi le mani, e chi invece sembra più adatto ad un pubblico ristretto. Tu in quale categoria ti inserisci?

Non so se si possa parlare di categorizzazioni così statiche, in linea generale io non ho una vocazione specifica, ma mi rendo conto di adattarmi alle varie circostanze, senza la pretesa di piacere a tutti, ma nemmeno di rivolgermi solo a qualcuno.

Da tempo in televisione si predica il culto della gaffe, come se commettere uno strafalcione consentisse una maggiore risonanza, c'è anche chi pare usarlo come arma. Se ne parla tra addetti ai lavori?

Certo che se ne parla, è una cosa che accade sempre più spesso e in effetti non mancano delle circostanze nelle quali si tende a spingere sapendo che l'effetto meme può far discutere.

Che poi, alla fine, è tutta una questione di come ci si ponga rispetto all'imprevisto. Tu sull'errore come ti poni?

Diciamo che io sono piuttosto perfezionista, l'uso che si fa dei social network ha in ogni caso cambiato la televisione in modo radicale e le cose sono molto diverse dai primi anni. Io ricordo quando nel 2013 ho fatto The Voice e avevo il compito di leggere i tweet di commento che arrivavano. Si sfiorava il disastro ogni volta perché non c'era un minimo di filtro.

In che senso?

Che mancava ogni controllo preventivo, non eravamo preparati all'idea che arrivassero commenti di ogni tipo e, se oggi c'è una moderazione proprio perché le social room sono state messe a sistema e sono diventate uno strumento, al tempo lo facevamo in maniera più avventurosa: mi dicevano di leggere i commenti, io aprivo Twitter e mi ritrovavo di tutto.

Come l'hai risolta?

Ho capito che l'unica soluzione era leggere i commenti negativi su di me, così nessuno si sarebbe offeso.

L'autoironia, a proposito della predisposizione all'intrattenimento, spesso ci salva.

Indubbiamente, anche perché in giuria quell'anno c'erano dei mostri sacri, leggere commenti negativi su Raffaella Carrà non sarebbe stata proprio una bella cosa.

Chiudiamo con Eurovision. Un anno fa uscivi dal progetto dopo diverse edizioni. Sei ancora infastidita per quell'evento, o hai capito che era giusto e anche fisiologico?

Infastidita direi di no, più che altro ognuno fa le sue scelte e se ne prende la responsabilità. È stato un progetto bellissimo, che seguivo e ho continuato a seguire anche negli anni successivi, pur non essendo presente. Alla fine direi che va bene così.

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