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Carol Alt: “Dicevano che le modelle non potevano recitare. Ho dato il compenso dei miei film ai coach per imparare”

Carol Alt ha raccontato in un’intervista come negli Anni Ottanta ci fosse un grande pregiudizio verso le modelle che desideravano recitare. Lei, però, è diventata un’icona tanto del cinema quanto della moda e ha rivelato qual è stato il film che le ha cambiato la vita.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra le icone della moda degli Anni Settanta-Ottanta c'è senza dubbio Carol Alt. Protagonista di centinaia e centinaia di copertine sulle principali riviste, è diventata anche un'attrice ricercatissima, non solo per la sua bellezza, ma anche per l'intensità con cui ha imparato a calarsi nei ruoli che le assegnavano. Eppure, in un'intervista rilasciata a Il Messaggero, ha raccontato di come all'inizio della sua carriera fosse stata osteggiata da chi riteneva che non avrebbe potuto fare l'attrice.

Carol Alt racconta il film che le ha cambiato la vita

Il primo film del quale porta con sé un ricordo importante è stato I miei primi quarant'anni, dove a lei fu affidato il ruolo della protagonista per interpretare Marina Ripa di Meana. Aveva già avuto ruoli in altri titoli cinematografici, ma il film diretto da Carlo Vanzina segnò per lei una svolta:

Lo capii un giorno, verso fine riprese. Io e Carlo avevamo poco tempo per confrontarci durante il set. Lavoravamo entrambi moltissimo. Una volta, finalmente, riuscimmo ad andare a cena insieme. Eravamo in ascensore, a Milano, all'hotel Savoy. Lui mi guardò e mi disse: "Sono settimane che guardo la tua faccia tutti i giorni attraverso la macchina da presa, e penso che sia la più bella e la più espressiva che abbia mai visto". È stato un momento indimenticabile. Mi sono sentita promossa come attrice, nonostante fossi una modella. E pensare che all'inizio non avrei dovuto farlo io, il film.

In realtà il ruolo non sarebbe dovuto essere nemmeno il suo, perché Marina Ripa di Meana avrebbe voluto Raquel Welch. Poi, una volta incontrate, si convinse che Carol Alt fosse l'interprete giusta: "Le avevo chiesto della sua vita. Forse nessuno aveva mai cercato di capire la persona dietro al personaggio. Quando uscì il film dissero che non le era piaciuto, pubblicarono una foto di lei con gli occhi al cielo. Ma era una trovata pubblicitaria". 

Carol Alt nel film "I mieri primi 40 anni"
Carol Alt nel film "I mieri primi 40 anni"

I pregiudizi di chi diceva: "Le modelle non possono recitare"

Eppure se avesse dovuto dare ascolto a quello che si diceva in quegli anni, quando la divisione tra chi faceva cinema e chi faceva moda era ben netta, davanti la macchina da presa non ci sarebbe dovuta stare mai:

Negli anni Ottanta ti dicevano che le modelle non potevano recitare. Io avevo iniziato con Bob Fosse (in Sweet Charity, ndr), ma non fu una grande esperienza: non era la parte giusta. Però mi servì a capire che avrei dovuto studiare. Ho assunto un coach e a volte tutto il compenso che prendevo per un film lo davo a lui. Ma ne è valsa la pena. In quell'ascensore, sul set dei Miei primi quarant'anni, grazie a Carlo ho messo a tacere per sempre le vocine dentro di me che dicevano che non ce l'avrei fatta. Fu una rivelazione.

La sfida con il tempo che passa

Per una donna abituata ad essere bellissima il tempo che passa diventa una vera e propria sfida da superare. Carol Alt, come ha raccontato anche in una precedente intervista, si è data una chance con OnlyFans, offrendo anche un'immagine diversa e più audace delle donne superati i 60 anni:

Quando hai 60 anni, la sfida è provare al mondo che sei ancora bella. Se ne è parlato quando ho aperto il profilo OnlyFans: ho ottenuto quello che volevo, perché adesso tante donne si sentono autorizzate a farlo. Non c'è niente di male a sentirsi sexy e belle anche dopo i cinquanta. Sono felice di come sono oggi: i miei primi sessant'anni sono stati magnifici.

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