Carlos Diaz, coreografo di Gaia: “Ho sempre fatto quei suoni nel ballo. I commenti sul mio fisico li ignoro”

Carlos Diaz Gandia, il “coreografo virale” di Gaia e Mahmood, si racconta in un’intervista a Fanpage.it. Il professionista svela cosa si nasconde dietro i suoi ipnotici suoni con cui guida gli artisti e che hanno fatto il giro del web. Rivela, poi, un retroscena dei passi di Tuta Gold. “È importante rompere lo stereotipo secondo il quale la ballerina o il ballerino debbano essere figure belle e muscolose” sottolinea.
A cura di Eleonora di Nonno
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Carlos Diaz Gandia: un nome, una coreografia. È sua la firma dei passi del brano Chiamo io, chiami tu, ma non solo. Prima di questo, c'è stata la collaborazione con Mahmood e il grandissimo successo con Tuta Gold. Dal dietro le quinte del mondo della danza è finito sotto i riflettori grazie al video in cui guidava Gaia, filmato virale in breve tempo in cui batteva le mani al ritmo degli inconfondibili suoni onomatopeici "shop, shap, taka tà, tiki tà, boom". A Fanpage.it racconta alcuni retroscena del suo mestiere e rivela come sta vivendo l'ondata di popolarità che l'ha colpito: "Per strada mi riconoscono, non sono abituato". Carlos Diaz Gandia si descrive come un energy drink per gli artisti che segue, capace di trasmettere quell'amore viscerale che nutre per il mondo della danza. Un amore che gli è tornano indietro come un'onda, perché i fan che lo segueno non vedono solo il professionista, ma anche la passione che lo muove.

Partiamo dalla fine. Fabio Fazio ti ha chiesto di entrare nel cast di Che Tempo Che Fa. Ti piacerebbe partecipare a un programma del genere?

L'esperienza con lui è stata molto carina. Lui è stato gentilissimo con tutti noi, ci ha detto: ‘Dai, dobbiamo fare qualcosa insieme'. E io ho risposto: ‘Si, let's go'. Nel mio lavoro sono sempre stato abituato a stare dietro alle telecamere, ora mi stanno chiedendo di fare tv. È stato scioccante. Sono molto grato che mi apprezzino.

Se ti chiedessero di partecipare ad un programma tv in Italia come Ballando con le stelle, parteciperesti?

Mi piace lavorare con ballerini professionisti, ma "never say never" ("mai dire mai", ndr). Sono aperto a tutte le possibilità. La tv va molto veloce, devi essere pronto. Non dico di no, ma ci sono altri format verso cui mi sento più connesso.

Hai conosciuto Gaia per la coreografia di Sesso&Samba. Cosa ti ha fatto dire: "È lei, è quella giusta con cui lavorare?"

Avevo già visto i suoi progetti e sentito la sua musica. Per noi coreografi è semplice capire quali sono le persone più predisposte a "spaccare". Lei mi è subito sembrata molto interessante per il suo mix italo brasiliano. Non mi sono sbagliato. È una persona forte. Le dico sempre che se volesse, potrebbe smettere di fare la cantante e iniziare una carriera da ballerina.

I passi che hai pensato per lei in Chiamo io, Chiami tu sono diventati virali. Cosa hai pensato quando hai scoperto che il video aveva fatto il giro del web?

Mi trovavo in Spagna, dove si sapeva del video, ma è qui in Italia che c'è stato il boom. Ho continuato la mia vita normalmente ma il mio telefono ha cominciato a "bruciare". Qui mi fermano per strada, mi riconoscono. Non sono abituato, io di solito sono quello che accompagna l'artista. È una cosa un po' nuova per me.

Come è stato "uscire allo scoperto"?

Molte persone si sono incuriosite e andando sul mio profilo si sono rese conto che dietro i progetti che conoscevano c'ero io. Mi riferisco a Tuta Gold, Sesso&Samba, RA TA TA, Chiamo io, Chiami tu… È stata una grande opportunità. Molti si sono innamorati del mio modo di lavorare e della mia spontaneità.

Perché per guidare Gaia fai quei suoni onomatopeici? È una cosa che fai sempre?

I suoni sono automatici, non ci penso. "Ti kì" funziona meglio. Prima di fare una coreografia con la musica, balliamo senza. Invece che dire 1,2,3… usiamo anche questi suoni. In quel video ero molto vicino alla camera, non sapevo di essere ripreso dalla truccatrice di Gaia. Le persone hanno visto qualcosa che è sembrata una novità, ma è normale nel dietro le quinte della danza. Adatto le parole e i suoni a quello che sto ascoltando. La ritmica cambia per ogni brano.

Quei suoni corrispondono a movimenti precisi?

Non saprei dirtelo, era freestyle. Dovremmo riguardare il video in slow motion. Quando lavoro empatizzo molto con gli artisti, ci penso io a dargli energia. Dietro alla camera urlo, li supporto con tutto il mio cuore.

Prima di Gaia c'è stato Mahmood, è tua la firma della coreografia di Tuta Gold. Come è nato il movimento?

Dovevamo pensare a un movimento semplice per accompagnare il ritornello ‘Cinque cellulari nella tuta gold...' Abbiamo trovato la formula perfetta da vedere e da capire, che avesse la stessa energia della canzone. È stato un bel match.

Anche per Tuta Gold usavi gli stessi suoni onomatopeici?

Quando stavamo preparando il video ci trovavamo all'aperto, in un palazzo di Trieste. Dato che si trattava di un brano di Sanremo non potevamo riprodurlo, c'era il rischio che qualcuno potesse fare il video e condividerlo prima del Festival. Come abbiamo risolto il problema? Creando un beat techno che seguisse lo stesso ritmo. Ero io che a cantare le parole della canzone. Sono "l'energy drink" degli artisti.

Sarai in tour con Will Smith. Cosa hai imparato osservandolo da vicino?

È sempre stato la mia icona. C'è un livello di professionalità, puntualità e umanità altissimo. Mi sono sentito bene e apprezzato. È stato un regalo per me.

Gaia ha detto che sei un Hit Dance Maker. Senti tua questa definizione?

Ovvio, è un complimento pazzesco. Sono contento di aver collaborato a hit come Tuta Gold, Sesso&Samba…

Hai detto che ti piacerebbe lavorare con Anna Pepe.

Sì, ha un suono molto internazionale e un'energia pazzesca. Quando la guardo penso che sia una "Hit Maker". Ma il mio mood è: "Go with the flow" ("segui il flusso" ndr).

Quindi: mai dire mai?

Lavoro già a un livello pazzesco. La mia famiglia e il mio fidanzato mi dicono che sono matto perché lavoro tutto il tempo. Ci tengo alla qualità e non voglio impegni eccessivi.

Il mondo della danza ha canoni fisici rigidi. Come hai fatto a trasformare la tua unicità in un punto di forza?

La danza è per tutti. È un istinto. È importante rompere lo stereotipo che la ballerina o il ballerino debbano essere figure belle e muscolose. Ballare non è quello, è essere capace di trasmettere i propri sentimenti al pubblico. Il discorso dovrebbe essere legato alla bravura. Io voglio parlare della mia arte e del mio lavoro. Non è un tuo problema come è il mio corpo. Non prendo in considerazione quello che qualcuno mi dice tramite un profilo falso.

Non rispondi?

No. Non meritano la mia energia, non ho tempo per l'odio.

Hai detto che sei venuto al mondo per ballare. Quale è il primo ricordo legato alla danza?

Ho due sorelle più grandi. Quando avevo due o tre anni loro stavano vivendo la febbre delle Spices Girls. Il loro cd bruciava tutto il giorno, erano matte. Guardarle ballare è stata la mia ispirazione.

Cosa dicono le tue sorelle del tuo successo?

Sono fiere di me. Le amo.

Se potessi parlare con il Carlos bambino, cosa gli diresti?

Di essere se stesso. Sono qui per vivere la mia vita. Ho imparato fin da piccolo l'importanza dell'autenticità. Mi guardo indietro e sono orgoglioso del mio percorso. Sto vivendo il mio sogno.

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