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Bortuzzo su Lulù Selassié: “So che non mi avrebbe mai fatto del male, l’ho denunciata per tutelare la mia serenità”

In un’intervista, Manuel Bortuzzo parla della condanna per stalking all’ex fidanzata Lulù Selassié e spiega perché ha scelto di denunciarla: “So perfettamente che lei non sarebbe mai arrivata a farmi realmente del male. L’ho fatto per me stesso, per tutelare la mia persona, la mia vita, la mia libertà, la mia serenità”.
A cura di Sara Leombruno
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Risale al 3 aprile la decisione del gup di Roma di condannare in primo grado Lulù Selassié a 1 anno e 8 mesi, pena sospesa, per stalking a Manuel Bortuzzo. In un'intervista a Il Giornale, l'atleta paralimpico ha raccontato la fine dell'amore con l'ex compagna: "L'ho lasciata perché vedevo che c'erano dei comportamenti suoi che erano troppo diversi dal mio modo di vivere e di pensare. Ho capito che non c'erano i presupposti per andare avanti". Sulla decisione di denunciarla: "So perfettamente che lei non sarebbe mai arrivata a farmi realmente del male. L'ho fatto per me stesso, per tutelare la mia persona, la mia vita, la mia libertà, la mia serenità".

Le parole di Manuel Bortuzzo su Lulù Selassié

Bortuzzo definisce la loro storia come "una normalissima relazione tra ragazzi di vent'anni". Si sono conosciuti nel 2022 nella casa del Grande fratello, ma lui ha deciso di lasciarla pochi mesi dopo, a fine aprile: "Vedevo che c'erano dei comportamenti suoi che erano troppo diversi dal mio modo di vivere e di pensare". A detta sua, la ragazza non avrebbe preso sul serio la sua decisione: "Me la sono ritrovata ovunque. Telefonate, messaggi, ma anche fisicamente: dove io andavo, lei si presentava. E tutte le volte le ribadivo che non l'avevo lasciata per un'altra donna, ma proprio perché volevo chiudere con lei. Niente: continuava a non farsene una ragione".

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Nonostante la situazione gli causasse disagio, Bortuzzo spiega che la sua ex fidanzata "non faceva nulla di male, magari stava fuori da un ristorante, aspettava anche solo per poter parlare, però me la ritrovavo veramente dappertutto". L'atleta, conoscendola, sa che non sarebbe mai arrivata a fargli del male:

Quando nelle discussioni mi diceva ti ammazzo, non ho mai pensato che realmente lo avrebbe fatto. Non era quello a farmi paura. Piuttosto mi angosciava quando lo diceva su se stessa, mi faceva pesare una specie di ricatto psicologico. Anche quella è una forma di violenza.

Da qui, la decisione di denunciarla: "Siamo arrivati ad un punto in cui mi sono reso conto di non riuscire più da solo a gestire questa situazione. Ho fatto ricorso al tribunale e ho ottenuto la misura cautelare di allontanamento. L'ho fatto per me stesso, per tutelare la mia persona, la mia vita, la mia libertà, la mia serenità. Lungi da me l'idea di fare del male a quella persona alla quale a suo tempo ho voluto veramente molto bene".

I tira e molla e l'aggressione fisica

Durante l'intervista, Bortuzzo non ha negato di aver provato un riavvicinamento con lei, "per cercare di capire se in quel modo si sarebbe potuto risolvere il problema", ma alla fine "si è rivelata sempre per quella che è, e allora io ho deciso veramente di dire basta". Dopo mesi, come raccontato da lui, lei si è presentata dall'altra parte del mondo dove lui era impegnato con gli europei di nuoto, chiedendo insistentemente di parlare. In quell'occasione, dice Bortuzzo, "ha anche alzato le mani".

Dalla violenza verbale si è passati alla violenza fisica. Ora io, vista la mia disabilità, mi trovo su una sedia a rotelle, nonostante ciò sono sicuramente grande, sono alto 1,95. Non è che non mi sappia difendere da uno schiaffo. La presi per un polso la accompagnai alla porta dicendole che ci saremmo visti in tribunale.

Adesso, Manuel si sente più tranquillo, ma ha la sensazione "che nonostante non abbia fatto nulla di male, anzi nonostante io sia la vittima di tutta questa vicenda, alla fine per le persone risulto il cattivo che ha denunciato una ragazza ingiustamente".

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