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Bono degli U2 da Fabio Fazio: “La morte di mia madre, una ferita ancora aperta”

L’esibizione di Bono con With or Without You e il suo racconto a “Che tempo che fa”, grandi emozioni in diretta su Rai3.
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Al ventesimo anno di trasmissioni, Che Tempo Che Fa si fa – e ci fa! – un altro grandissimo regalo. L'esibizione di Bono con With or Without You, il suo raccontarsi. Qualcosa che solo nel salotto di Fabio Fazio, dato il contesto, può accadere oggi in Italia. Bisognerebbe sempre riflettere su questo, su tutti i grandi ospiti arrivati durante tutti questi anni, quando si critica il prodotto e il progetto del conduttore ligure. A novembre è uscito "Surrender", il primo libro autobiografico di Bono edito da Mondadori, e non c'è stata altra trasmissione – perché non c'è – se non Che Tempo che Fa. È il contenitore ideale, il più adatto. Questo va accettato anche dal più pungente e agguerrito detrattore di questo talk show.

L'intervista a Bono

L'intervista a Bono comincia parlando della sua operazione chirurgica, molto delicata, che l'ha costretto ai box per lungo tempo: "Essere qui in Italia mi fa sentire a casa mia. Dopo un periodo in cui mi hanno diagnosticato qualcosa di brutto, ho dovuto curarmi e ora sto bene. Non sto male. Sono pronto a quello che verrà. Ho avuto paura? Ho pensato che il regalo è stato quello di riuscire a farcela. Mi ha fatto più paura il fatto che mi mancasse l'aria, più che l'operazione in sé". Poi parla di Pavarotti e del suo rapporto con lui: "Il grande Pavarotti è molto importante per il tipo di legame che c'è tra me e mio padre. Io ho chiesto a papà di venire a Modena, quando stavamo facendo il concerto. Pavarotti è un uomo di pace". 

Sto cercando di fare il mio meglio per trovare la pace dentro di me, fare pace con me stesso, con la mia famiglia. Non sono pronto a fare la pace con il resto del mondo. "Surrender" non è una parola che mi viene facile dire. Sono un tipo molto combattivo, nato coi pugni chiusi. A volte, devi imparare ad aprire questi pugni e non ce la faccio ancora ad accettare questa resa. Non sono ancora riuscito a capire cosa significhi davvero questa parola, ma vorrei perché è importantissimo per me.

Il ricordo della madre

Molte pagine del libro sono dedicate alla madre, andata via troppo presto: "È una ferita che si è spalancata e mi ha dato emozioni con la musica. L'ultima volta che vidi mia madre fu al funerale di suo padre mentre la bara stava per essere calata nella terra. Lei svenne, mio fratello e mio padre la portarono in ospedale dove morì. Io mi sono sentito totalmente inutile. Mio padre per riuscire ad accettare la sua morte, decise di non dire mai più il suo nome. È un modo molto strano di cercare di far passare questo lutto. Ho scritto il libro anche per ritrovare certi ricordi perduti. Lei rideva tantissimo e la cosa mi piaceva da morire". 

"Grazie Italia"

Il racconto di Bono sul suo attivismo sorprende: "La gente parla troppo, anche io ho bisogno di ascoltare di più e di parlare di meno". Poi menziona quelli che sono i suoi partner che lo aiutano nella ricerca e nel sostegno, come Armani e la Fiat.

Bono su Putin: "È un bullo"

Bono ha poi parlato di Vladimir Putin, definendolo un bullo: “Sai cosa non piace agli italiani e cosa non piace a me? I bulli. Putin è di fatto un bullo e sta bullizzando un’intera Nazione, i suoi obiettivi sono le donne e i bambini, questi quartieri popolari; la tua ospite precedente, la Presidente del Parlamento Europeo (Roberta Metsola) ha detto che l’Italia porterà adesso forza, generatori, energia agli ucraini, questa è l’Italia e io ci credo che lo farete. Gli ucraini credono forse nella libertà più di noi e la libertà è semplicemente una cosa che per me è tutto. Vedi Putin e il suo amico bielorusso Lukashenko, questi vecchi, grigi, noiosi, che sono degli assassini… la libertà è più sexy di tutta questa roba, non perdete la libertà, è la parola più bella al mondo, che vi lega di più!”

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