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Assumma: “Presentai io Maria De Fillippi a Costanzo, fu duro con lei poi la volle come assistente”

L’avvocato Giorgio Assumma, uno dei più cari amici di Maurizio Costanzo, ha raccontato come si sono conosciuti il giornalista e Maria De Filippi. Le premesse non sembravano delle migliori, eppure non si sono più lasciati.
A cura di Daniela Seclì
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Maurizio Costanzo reputava Giorgio Assumma il primo dei suoi più cari amici. In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, l'avvocato è tornato a raccontare di quando fece conoscere al giornalista, la donna che poi sarebbe diventata sua moglie, Maria De Filippi. Prima, però, ha svelato come è nata l'amicizia con il giornalista scomparso, durata 50 anni:

Ero presidente della Rusconi Film, lo contattai per un biopic su De Gasperi, poi la politica ci impose Rossellini. Lui non se la prese: “Le cose al mondo vanno così”. Da allora però non ci siamo più persi. Almeno una telefonata al giorno, caffè ogni lunedì e mercoledì al bar Vanni, davanti alla Rai. Mi chiedeva un giudizio su ogni suo progetto, un consiglio sulle cause legali, mai uno screzio.

Come nacque l'amore tra Maurizio Costanzo e Maria De Filippi

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Giorgio Assumma sa bene come è nata la lunga storia d'amore tra Maurizio Costanzo e Maria De Filippi. Fu lui a farli consocere: "Maria era una brillante laureata in legge, consulente dell’associazione fonografici italiani, a Milano. La sentivo spesso. Mi chiese se potevo trovarle un moderatore famoso per un convegno sulla pirateria discografica a margine della Mostra di Venezia. Baudo era impegnato, Vespa pure, Maurizio traccheggiò e infine accettò". Il primo incontro, tuttavia, non lasciava presagire che i due avrebbero trascorso il resto della loro vita insieme:

Maria venne a prenderci in aeroporto, lui fu duro, manco la guardò, quasi seccato. Al Lido, scesi dalla barca, si fece sotto un fotografo. Maurizio le disse secco: "Per favore, dottoressa, mi resti lontana, non voglio paparazzate". E anche a cena la fece sedere dall’altra parte del tavolo. Tornammo a Roma e per due volte l’aereo incontrò una brutta turbolenza sopra Tarquinia, il pilota atterrò in verticale, manovra rischiosissima, che paura. "Siamo stati fortunati, oggi comincia una nuova vita”, commentammo una volta a terra.

Maurizio Costanzo volle Maria De Filippi come assistente, poi le nozze

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Dieci giorni più tardi, però, l'avvocato Giorgio Assumma incontrò Maria De Filippi a Roma: "Era sabato, la incontrai in un bar di Viale Mazzini. “Sono venuta a trovare una zia”. Finsi di crederle. Il lunedì Maurizio mi disse: “Sai, quella dottoressa De Filippi è in gamba, la vorrei come assistente”. E così andò". Nel 1995 diventarono marito e moglie e non si lasciarono più. Costanzo ringraziò l'avvocato: “Grazie a te ho trovato la donna che sognavo, quella che vorrei guardare negli occhi quando me ne andrò”. Il giornalista era molto goloso, tanto che – racconta Assumma – una volta mangiò dodici bignè uno dietro l'altro: "Poi è arrivata Maria che lo teneva a stecchetto e chiedeva alle segretarie di farle la spia, se il marito sgarrava. Maurizio di nascosto si comprava le caramelle".

L'interesse per l'aldilà, l'ultima preghiera e la polmonite che lo ha portato via

Maurizio Costanzo non era credente, tuttavia ogni tanto manifestava una viva curiosità per l'aldilà. Chiedeva all'amico Giorgio Assumma: “Secondo te, quando si va all’altro mondo, di là che succede?” Risposi: “Non lo so, però si va a stare meglio”. “E potrò avere un televisore?”. “Non credo”. “Sai che noia allora”. “Ma no, vivrai nella pace del Signore”. "Vabbè, allora facciamo che chi arriva per primo aspetta l’altro"". A Domenica In, l'avvocato ha raccontato che insieme alla figlia Camilla, Costanzo ha recitato l'Ave Maria prima di morire: "La figlia, che crede e prega, lo ha convinto a dire l'Ave Maria e lui ha seguito le parole che diceva Camilla, dicendo questa preghiera". Infine, ha raccontato la loro ultima telefonata:

Gli ho telefonato in clinica. Maurizio stava molto meglio, aveva superato bene il piccolo intervento, una sciocchezza, nessuno di noi era preparato al peggio. Era di ottimo umore, abbiamo parlato di lavoro, di una nuova sceneggiatura per il cinema, di un contratto per la tv. Mi ha salutato così: “Ci vediamo presto, tanto non questa, ma la prossima settimana esco”. E invece una polmonite se l’è portato via. Il giorno dopo è morto. Era il mio unico vero amico. Adesso con chi parlerò?

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