Arturo Brachetti: “Mi fa un po’ tristezza che la tv italiana non abbia mai voluto un mio show”
Arturo Brachetti è uno dei grandi protagonisti dello spettacolo italiano: trasformista e illusionista, è conosciuto per il suo talento in tutto il mondo. In un'intervista al Corriere della Sera ha raccontato dei suoi successi, parlando dei nuovi progetti teatrali nella sua città d'origine, Torino, e anche della televisione italiana da cui desiderava ricevere più considerazione di quella che ha avuto in anni e anni di gloriosa carriera.
Il successo in tutto il mondo e il commento sulla tv italiana
In un magazzino fuori Torino, Arturo Brachetti tiene conservati i suoi 450 costumi, il suo mondo, l'espressione più evidente del suo talento e della sua arte. Alcuni li ha messi solo una volta, ad altri invece li lega un'affezione speciale: "Ai frac bianchi, li uso nel finale dei miei spettacoli, fatti da diverse sartorie per il mondo. Ne ho sei o sette, raccontano 43 anni di vita artistica. Quando morirò vorrei indossare uno di quelli". Una vita trascorsa in giro per i teatri più importanti del mondo, amatissimo all'estero dove è stata realizzata anche la sua statua di cera, alla domanda sulla possibilità di essere più amato lontano dall'Italia risponde:
Ma no, mi sento molto appagato. L’unica cosa che mi fa un po’ di tristezza è che la televisione italiana, tutta, al di là di grandi complimenti non mi ha mai proposto un One Man Show.
Arturo Brachetti innamorato da 13 anni
Di Brachetti si conosce la sua carriera, le sue performance, i suoi spettacoli, ma del suo privato si sa ben poco: "Per i miei spettatori io non ho sesso, sono come il personaggio di un popup". Ma in realtà è innamorato "da tredici anni", pur non volendo dichiarare di chi:
Non glielo dico, altrimenti lo scrive. Negli anni ‘70-’80 la sessualità era molto più libera di adesso e tutti abbiamo sperimentato un po’ tutto, quindi anche io ho avuto delle relazioni sia di qua che di là. L'Aids? Per fortuna mia quando a Parigi vivevamo quella libertà sessuale sfrenata, non ho mai partecipato alle mega serate di orge: l’angelo custode mi ha evitato questo pegno.
Arrivato all'età di 66 anni, sente di non rimpiangere il non aver avuto figli: "Per niente. Ne ho sentito il bisogno geneticamente a 30 anni. Però mi rendo conto di averne tanti artistici: sono i ragazzi ai quali do consigli, che incoraggio nella carriera. Sono i figli che mi sono scelto".