Arnaldo Mangini sosia di Mr Bean: “Mi ha diffidato, ma all’inizio non sapevo nemmeno chi fosse”
Arnaldo Mangini è il secondo tiktoker italiano più famoso del mondo. Gli tiene testa soltanto Khabi Lame. Che cos'hanno in comune due creator con milioni di seguaci, dunque? La capacità di creare interazione con un ampio pubblico tramite la creazione di contenuti semplici e universali. Quella di Arnaldo Mangini che, guarda caso ha una somiglianza sfacciata con Mr Bean, è una comicità elementare, mimica, che affonda le radici nella clownerie, prima ancora nella commedia dell'arte. Per lui ridere è diventato un mestiere, ma anche un antidoto per sfuggire alla tristezza.
Arnaldo, nella tua bio ti definisci clown e fantasista, ma di preciso cos'è un fantasista?
Fantasista è colui che usa la fantasia per proporre i propri giochi, scherzi, la propria arte. Per me fantasia si rifà a quello che ho studiato negli anni, all’accademia delle belle arti, in particolare il surrealismo, il dadaismo. Fantasia al potere!
Dal palcoscenico ai social dunque, passando per la televisione. Come mai hai lasciato il piccolo schermo?
In passato ho fatto tantissima televisione. Negli anni '90 ero dappertutto, a Striscia la notizia, Le Iene, Target, Uno Mattina… La televisione oggi sembra un ricordo, però non è escluso che in futuro possa tornarci. Il passaggio ai social è arrivato come un processo naturale del mio lavoro. Nasco come intrattenitore, mi piace interagire con le persone. È stata una sorta di walk action, dalla realtà nel virtuale.
Sei stato notato per via della tua somiglianza con Rowan Atkinson, interprete del celebre Mr Bean. Quando ti sei reso conto di questa coincidenza?
La somiglianza con Mr Bean l’ho scoperta tanti anni, fa lavorando come cameriere in una gelateria. Degli amici di vecchia data che non vedevo da tempo erano venuti in vacanza in Italia. Appena mi hanno visto sono scoppiati a ridere. Io non lo conoscevo perché in Italia non esisteva ancora, era famoso solo all’estero. Mi spedirono una video cassetta. Ho urlato: “Mamma vieni a vedere sono in televisione guarda”. È stata una sorpresa pazzesca.
Oggi come ti fa sentire l'idea di essere associato ad un personaggio comico così conosciuto, il più imitato al mondo?
Essere famoso per questa somiglianza è una grande opportunità, perché mi permette di portare la mia comicità e il mio surrealismo in tutto il mondo. Da un lato quindi mi ha aiutato molto, dall'altro è una vera e propria sfida, perché è difficile emergere con la propria unicità.
Di recente la stampa britannica ha raccontato la vicenda di un imitatore di Mr Bean bannato da TikTok per non aver dichiarato di essere un sosia. Hai mai avuto problemi per via della tua immagine?
Ho avuto un problema nel 2001, realizzando lo spot per una grande telefonica italiana. Ero vestito in modo diverso, ma evidentemente la mia mimica ricordava molto quel personaggio. Mi sono visto arrivare una diffida da parte di uno studio legale ed è stata la prima volta che Mr Bean non mi ha fatto ridere. Oggi sui social non mi vesto come lui, non mi comporto come lui. Semplicemente gli somiglio, ma questo non invade il campo del diritto d'autore.
Il tuo profilo TikTok conta quasi 33 milioni di follower. Che tipo di lavoro c'è dietro?
Il mio calendario editoriale si compone di video di ricerca nuovi, video in cui guardo i trend e quindi guardo quello che fanno gli altri creator e lo ripropongo secondo il mio stile, e altri video in cui scorro la mia bacheca. Ci sono centinaia di video, vedo quelli che hanno performato di più e li ripropongo cambiandoli leggermente.
Sul podio dei creator italiani più famosi al mondo, sei secondo solo a Khabi Lame. Che ne pensi di lui?
Khabi Lame è uno dei miei TikToker preferiti, mi piace molto perché è un ragazzo puro. È arrivato sui social così com’è, reagendo ai video e portando la sua mimica universale. La mimica anche per me è vincente, perché è un linguaggio trasversale che può parlare a tutto il mondo. Si può dire che siamo dei ‘post modern clown', ci rifacciamo alla tradizione attualizzando i fondamentali della clownerie.
E tu, cosa ti ha spinto ad avventurarti sui social?
Sui social ci sono dall’inizio, quasi dalla nascita di Facebook, però con risultati modesti. Poi, durante la pandemia, il figlio della mia compagna mi ha detto di questa possibilità di TikTok e quindi mi sono buttato. Io mi ero fatto crescere la barba, tutti i miei spettacoli erano stati cancellati, ero un po’ mogio…
Nel tuo libro ‘Il potere del sorriso' racconti di aver vissuto diversi momenti di depressione. In che modo il tuo lavoro ti ha aiutato ad uscirne?
Nella mia vita ho avuto tantissimo momenti bui. Per me è sempre stato importante agire, reagire, uscire fuori, incontrare persone, fare qualcosa, non smettere di coltivare la propria passione, il proprio orto. Anche quando ero triste e stavo male, provavo sempre a fare ridere gli altri. Vedere un’altra persona ridere faceva ridere anche a me.
Di recente la cronaca ha aperto uno squarcio sul mondo dei creator, sempre più giovani e con grandi possibilità di guadagno e successo sui social. Quali i rischi e quali le opportunità per questi neo imprenditori dell'intrattenimento?
Con i social sicuramente c’è l’opportunità di guadagnare cifre importanti. Il rischio è dato dal fatto che un giovane, un ragazzino talvolta può essere portato a fare delle boutade, degli slanci, magari non agganciando la ragione. Per questo, soprattutto quando il progetto coinvolge ragazzi così giovani, sarebbe importante che fossero supportati da adulti che facciano loro capire che non occorre fare chissà cosa. La cosa più bella è stare nel proprio orticello e coltivarlo ogni giorno.
Pensando in grande, che cosa sogni per il futuro?
Il mio grande sogno è quello di mettere in piedi uno spettacolo di clownerie per gli stadi, da portare in tutto il mondo. Sto portando avanti uno spettacolo teatrale che si chiama This is crazy!. Il pubblico dal vivo è qualcosa che non ha prezzo, perché senti davvero le persone. Lo dico anche alla fine dei miei spettacoli: "Essere qui davanti a voi non ha prezzo, è la cosa più bella che ci sia!".