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Arisa: “Vittima di bullismo, ho fatto della mia diversità una forza”

Arisa si è raccontata in una lunga intervista a La Repubblica. Dal brano Canta ancora, scritto per il film Il ragazzo dai pantaloni rosa’, ai ricordi della sua adolescenza: le parole.
A cura di Gaia Martino
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Al Marateale Film Festival, Arisa, in una lunga intervista a La Repubblica, ha ripercorso il suo passato e raccontato del brano Canta ancora, scritto per il film Il ragazzo dai pantaloni rosa. Vittima di bullismo quando era adolescente, "ha fatto della sua diversità una forza", ha commentato ricordando le polemiche sollevate dalla comunità LGBTQ+ dopo le sue dichiarazioni su Giorgia Meloni.

I ricordi di Arisa sulla sua adolescenza

"Sono cresciuta in campagna, con una direzione molto concreta. Siamo persone che hanno la cultura della terra, del lavoro, del sacrificio. Non ci aspettiamo mai nulla da nessuno, sappiamo che dobbiamo rimboccarci le maniche": così Arisa ha raccontato del suo passato a La Repubblica. Ricordando i suoi primi passi nel mondo della musica, ha aggiunto: "Iniziai facendo piano bar, ho scoperto che mi piaceva cantare, con la voce esprimevo una parte di me stessa che non riuscivo a tirare fuori. Divento ascoltatrice di me stessa. La mia voce mi ha permesso di fare tante esperienze".  L’artista lucana ha donato il brano Canta ancora’ al film Il ragazzo dai pantaloni rosa: "Quando ho letto il copione ho pianto tanto. Ho vissuto gli anni della scuola, ho vissuto la fiducia che viene riposta in qualcuno e che poi viene tradita. Sono stata bullizzata, ma non è stato il cruccio della mia vita. Sono sempre stata fatalista, anche con le cose negative che mi succedevano. L'ho sempre presa con filosofia".

La nascita del brano "Canta ancora"

Arisa ha spiegato di aver scritto il testo di Canta ancora quando la sua mamma combatteva contro una malattia: "Il brano l'ho scritto in un momento in cui mia madre non stava bene. Non sapevo come affrontare questa cosa, è difficile diventare genitori dei genitori, non sai come stare vicino. La canzone dice "se potessi solleverei le tue pene", era difficile confrontarsi". Per la cantate fu un periodo molto difficile, ha così aggiunto: "La gente immagina che noi personaggi famosi abbiamo vite bioniche, invece abbiamo famiglie, una vita normale, siamo fatti di carne, ossa e ciccia. E cellulite". Ricordando le polemiche sollevate dalla comunità LGBTQ+ a seguito delle sue dichiarazioni su Giorgia Meloni, ha concluso: "Sono stata molto fraintesa, è stato uno dei dolori più grandi della mia vita. Sono una persona che ha fatto della sua diversità una forza e chi mi segue mi ha riconosciuto per questo. Ho sempre creduto nel fatto che ci debba essere un'isola felice per tutti".

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