Andrea Roncato: “A causa della cocaina, dipinto come Al Pacino in Scarface. Oggi non farei mai la tv”
Andrea Roncato e l'immagine che tutti hanno di lui, ovvero quella del vitellone seduttore, tutto sesso, droga e rock'n'roll: "E invece sono ambasciatore per la difesa dei bambini disabili nel mondo, mantengo canili, mi dò da fare per la fattoria degli ultimi, dove raccogliamo i maiali fisicamente distrutti dagli allevamenti intensivi o i cinghiali che vengono trovati per strada feriti". A Fanpage.it, l'attore si racconta e disinnesca la sua immagine fatale: "Mi hanno dipinto come Al Pacino in Scarface. Ancora oggi si parla della cocaina, quando l'ho provata solo due volte e nessuno scrive del mio impegno civile. Alla gente questo non interessa".
Il personaggio di Loris Batacchi: "Potrebbe essere senz’altro additato come un omofobo e un sessista, un uomo contro le donne. Ma se vedi bene, quel personaggio non era l’esaltazione del vitellone, ma la sua critica. Era un uomo molto patetico e non lo esaltavamo, lo prendevamo in giro". Su Berlusconi: "Era quello che ti permetteva di telefonargli alle 2 di notte per risolvere problemi sui programmi. Ti chiamava anche lui, a tutte le ore, per darti consigli". Come è cambiato l'intrattenimento: "Non vorrei fare più televisione, perché si è molto abbassata". Il caso degli Youtuber: "Se noi gli insegniamo male, è inutile dire che bisogna fare leggi più severe”
Che periodo è della tua vita in questo momento?
È un ottimo momento, direi. C’è la salute, c’è il lavoro, c’è l’amore della famiglia. Mia moglie (Nicole Moscariello, ndr), i miei animali. È la vita che mi piace fare. Poi ho appena finito di girare un film e ci sono in giro due film nelle varie sale, uno ha vinto un premio a Beverly Hills ed è in lizza per il Globo d’Oro. Si chiama “La California”, scritto da Piera degli Esposti e diretto da Cinzia Bonoll con Lodo Guenzi, le sorelle Provvedi, Nina Zilli. Poi “Evelyne tra le nuvole” di Anna Di Francisca con Violante Placido e Antonio Catania.
Quanto cinema. E in tv?
A settembre ci vedremo su Sky con una serie che si chiama “Un amore” con Micaela Ramazzotti, Stefano Accorsi, Ottavia Piccolo. Ma prima, continuo a incontrare il pubblico dal vivo per tutta l’estate lavorando nelle piazze.
C’è anche Gigi Sammarchi?
Con il caro Gigi ma anche da solo. Ieri sono stato in Basilicata insieme a Paolo Conticini. Per tutta l’estate sarò in giro, dal Festival di Ischia fino a Cesenatico a festeggiare i 40 anni di “Acapulco prima spiaggia…a sinistra”.
Qual è la cosa più bella che ti lega a Gigi Sammarchi?
È l’amicizia di una vita, ci conosciamo sin da bambini. Prima di diventare “Gigi e Andrea” c’è stata una vita di sacrifici e di studi, soprattutto. Io sono laureato in legge, Gigi in pedagogia. Lui ha studiato la chitarra in conservatorio, io ho studiato il pianoforte. Abbiamo frequentato i corsi a Bologna, io sono stato anche in America. Abbiamo fatto la gavetta con Sandra e Raimondo e poi, solo poi, abbiamo cominciato a lavorare.
Gigi Sammarchi ha cambiato vita.
Ha scelto di vivere in Spagna, a Marbella, di fronte al mare. Ma ci vediamo ancora oggi, ogni tanto prende l’aereo e mi viene a trovare, ogni tanto vado io per scroccargli qualche giorno di vacanza.
Oggi sarebbe stato complesso per voi emergere come “Gigi e Andrea”?
Non credo. Certo, bisogna stare più attenti a quello che si dice, ma tutto passa sempre dall’impegno e dallo studio. I personaggi di una volta, però, non erano poi così offensivi. Era tutto più leggero e fatto con allegria.
Anche Loris Batacchi, il seduttore della figlia di Fantozzi, era leggero?
Loris Batacchi, oggi, potrebbe essere senz’altro additato come un omofobo e un sessista, un uomo contro le donne. Ma se vedi bene, quel personaggio non era l’esaltazione del vitellone, ma la sua critica. Era un uomo molto patetico e non lo esaltavamo, lo prendevamo in giro.
Non le è rimasto un po’ appiccicato addosso questo personaggio?
No, è solo piaciuto tanto al punto da essere imitato dai ragazzini dell’epoca e di oggi. C’è chi si è tatuato il volto di Loris Batacchi, ma se guardiamo bene in uno dei miei ultimi film, Sotto il sole di Riccione, abbiamo voluto idealmente scrivere il finale di questo personaggio, lo abbiamo descritto come un uomo solo, costretto ad affittare le camere per vivere, pieno di rimpianti per l’unico amore della sua vita che se n’è andato.
Parliamo di Berlusconi.
Non metto lingua sul Berlusconi politico, anche se ha vissuto un lungo periodo di sputtanamento da parte degli avversari senza precedenti. Certo, è criticabile, ma è sempre stato assolto. Processato per aver evaso tasse, ma lui ne ha pagate a centinaia di milioni. Quanto al Berlusconi imprenditore, è stato un genio. Ha investito tantissimo e le trasmissioni che faceva lui erano veramente ricche. Cominciai con Premiatissima e c’erano Johnny Dorelli, Miguel Bosé, Amanda Lear. Continuammo, io e Gigi, con Grand Hotel che tutte le settimane aveva ospiti di grande prestigio: Alain Delon, James Brown, i Jefferson, Tony Curtis, che aveva fatto film con Marilyn Monroe faceva gag con me. Cose che né io né i telespettatori avevano mai visto. Una trasmissione come Grand Hotel costava quanto una settimana o due di una trasmissione di adesso.
Avevate un rapporto stretto?
Più che altro, lui era quello che ti permetteva di telefonargli alle 2 di notte per risolvere problemi sui programmi. Ti chiamava anche lui, a tutte le ore, per darti consigli sugli sketch, su quello migliore, su quello da togliere. Era partecipe in prima persona. Se avevi qualcosa che non andava, non dovevi passare per venti uffici. Telefonavi a lui e glielo dicevi.
Lei lo ha mai chiamato?
Sì, ma sempre per cose di spettacolo. Non l’ho mai chiamato, come invece hanno fatto tanti, per chiedergli altri soldi. O per andare ai Bunga Bunga, io a quelli non ho mai partecipato.
Massimo Boldi ci ha raccontato di aver ricevuto un regalo di 50 milioni di lire alla firma del primo contratto.
Mah, “ti do 50 milioni in contanti” mi sembra una grande stronzata. E Boldi di stronzate ne dice, mi sembra una cosa detta per ridere perché poi per darti tutti quei soldi, bisogna fatturarli. Diciamo che Massimo ha una comicità innata, non sai mai se scherza oppure no. Comunque con Berlusconi abbiamo i ricordi di tante cene insieme e poco altro.
Senta non voglio tirare fuori la solita storia di Stefania Orlando che l’ha lasciata perché lei era una specie di irregolare. Però quel periodo ha segnato un po’ la sua immagine.
Sì, mi hanno dipinto come Al Pacino in Scarface. Purtroppo, i giornalisti per un tozzo di pane mettono su gli scooppettini. Anche oggi, magari leggi: “Andrea Roncato in ospedale”. Entri, clicchi e leggi una sfilza di notizie biografiche, poi arrivi in fondo tra mille altre pubblicità e la notizia è che “Andrea Roncato è andato a trovare un amico in ospedale che ha aperto un bar”. Questo per dire che su Stefania Orlando, io avevo le spalle più larghe e allora cominciai a dire che ero stato io a lasciarla, perché ero un po’ farfallone. La verità è che se n’è andata lei, per cose sue.
E la storia della cocaina?
Quando venni a Roma frequentavo gente che la usava e l’ho fatto anche io, ma solo due volte. Mi sono alzato una mattina e ho detto: ‘mai più frequento sta gente qua’. Quando andai in televisione dissi di averlo fatto, ma per dare un messaggio ai ragazzi, per dire non fatelo. Ma da quel momento mi hanno dipinto come l’uomo nel tunnel della droga. La gente vuole soldi, sesso, droga e rock’n’roll. Come quelli che continuano a parlare di me e di Moana Pozzi.
La storiella del voto in pagella per l’ottimo sesso.
Ecco. Ma l’ha scritto lei sul suo libro. Non è che sono andato io a dire di essere stato con lei. Peraltro, l’ho sempre ringraziata perché mi ha gratificato sentire che parlava bene di me. Al tempo, quando siamo stati insieme, lei non era ancora un’attrice hard, ma tutto questo ha contribuito a creare un certo personaggio distorto di me stesso, ma sono un’altra persona. Tutta un’altra persona.
Proviamo a raccontarla.
Faccio mille cose. Sono ambasciatore per la difesa dei bambini disabili nel mondo, mantengo canili, sono un difensore e uno di quelli che si sta dando da fare per la fattoria degli ultimi, dove raccogliamo i maiali fisicamente distrutti dagli allevamenti intensivi o i cinghiali che vengono trovati per strada feriti, noi li curiamo, li sterilizziamo e li cresciamo. Di tutto questo, purtroppo, ai giornalisti come alle gente non interessa, perché non fanno notizia.
Lei è anche ‘pro vita’, contro l’aborto.
Sì, ma sono per la libertà di ogni tipo, fino a quando non danneggia quella altrui. Non sono di quelli che vuole abolire l’aborto. Ognuno deve essere libero di pensare e fare quello che meglio crede. Nella mia vita, per come la penso io, sono contro l’aborto.
Lo scenario in tv sta cambiando: lo prenoterebbe un posto per la prossima stagione?
No, non vorrei fare più televisione, perché si è molto abbassata. I varietà non si possono più fare perché costano tanto e tutto il resto che c’è, a me non piace.
Non parteciperebbe neanche a un reality?
No, mai. Vedo “L’Isola dei Famosi” e non c’è nessuno che conosco. Come anche al “Grande Fratello Vip”. È un mondo quello dei reality pieno di ragazzi e ragazze che si lasciano sfruttare, si sentono dei vip, che pensano che facendosi vedere per due mesi, sono arrivati. Molti, non tutti, pensano questo. A chi lo pensa direi: ok, sei bello, sei bella, ti sei fatto vedere, ma tu, cosa sai fare? È solo apparenza.
Si è fatto un’idea del caso degli YouTuber?
Anche qui, è tutta apparenza. Fitti una Lamborghini, ci fai delle stronzate filmandoti sopra e ti senti un figo. Pensi di essere quello che fai vedere, ma quello che fai vedere al pubblico è tutto un falso.
Il Governo sta pensando a leggi più severe dopo quello che è successo.
Bisogna partire sempre dalla base. Se noi gli insegniamo male, è inutile dire: “bisogna fare leggi più severe”. Siamo stati noi a insegnargli ‘ste robe qui. Bisogna cambiare il modo di interagire con i giovani. Bisogna guidarli e stargli vicino. Prima di andare dai ragazzi, insomma, comincerei a parlare coi genitori. Perché poi i ragazzi non sono tutti così, penso a quelli che hanno aiutato a spalare nelle zone colpite dall’alluvione in Emilia Romagna.
A proposito, sarà al concertone Italia Loves Emilia Romagna per la raccolta fondi?
Mah, io sto criticando il fatto che si spaccia l’Emilia Romagna come una zona disastrata e non è vero.
Perché?
I problemi li ha avuto un ventesimo della regione, soprattutto zone di campagna che hanno sempre avuto criticità di questo tipo. Far apparire una regione così forte e solida, come una regione in difficoltà non mi sembra corretto. Le spiagge romagnole sono già pronte ad accogliere gente, tutto è funzionante, tutto va benissimo. Se noi scriviamo che l’Emilia Romagna è distrutta, facciamo una cattiva pubblicità.
E riguardo al concertone?
Sul concertone, dico, che va bene se vogliamo riportare il sorriso, ma se deve essere una raccolta fondi, tanto vale farla in altri posti d’Italia e non proprio a Campovolo. I concerti facciamoli a Catania, a Napoli, a Venezia, a Roma, se vogliamo raccogliere davvero soldi per l’Emilia Romagna.