Andrea Piazzolla dopo la morte di Gina Lollobrigida: “Sono andato via dalla villa, non temo la condanna”
Andrea Piazzolla torna a parlare della morte di Gina Lollobrigida sulle pagine del settimanale Chi: "Non riesco ancora a realizzare che Gina non ci sia più. Mi manca ogni giorno, mi manca in tutto quello che faccio". L'uomo, 35 anni, sta metabolizzando il dolore per il decesso della diva venuta a mancare a 95 anni dopo una vita di successi.
Tanti ricordi che mi fanno paura. Perché mi fa male pensare che Gina non ci sia più. Perché stavamo sempre insieme, non sono mai stato 24 ore senza di lei, senza vederla. Abbiamo collaborato molto insieme, quando l’ho conosciuta lei era una donna sola. La compagnia costante, forse era quello che si aspettava dal figlio o dal nipote. Superati gli 80 anni spesso subentra la solitudine.
Andrea Piazzolla e Gina Lollobrigida qualche modo si sono scelti, "c’era feeling, stima vera" e nel racconto emerge la fascinazione subita quando si sono incontrati la prima volta: "Rimasi affascinato non perché fosse Gina Lollobrigida ma perché nel mio immaginario era la Fatina di Pinocchio, il ruolo in cui l’avevo vista recitare nella serie tv di Luigi Comencini. Averla vicino era la realizzazione di un sogno, è stata la mia fatina".
Il testamento ha previsto la metà del patrimonio al figlio Milko Skofic e l'altra ad Andrea Piazzolla, che specifica di essere andato subito via dalla villa dove avevano vissuto tutti insieme (lui con la compagna Adriana Prestipino Giarritta e la figlia Gina Jr insieme all'attrice): "Sono andato via dalla villa sull’Appia antica. Quando i medici mi hanno detto che non ci sarebbe stato più nulla da fare, sono andato a prendere tutte le mie cose e sono crollato, non riesco nemmeno a passare lì vicino".
Nonostante le frizioni e la causa ancora in corso con l'accusa per circonvenzione di incapace, della quale Piazzolla dovrà rispondere di nuovo a marzo, pare che i rapporti con figlio e nipote fossero piuttosto civili negli ultimi tempi: "Sia Milko Skofic che Dimitri sono stati gentilissimi con me, non avrei mai immaginato un comportamento di questo tipo. Sono stati spesso soli in casa con Gina e abbiamo pranzato insieme, mentre io poi mi defilavo in cucina. Volevo che le chiedessero scusa. Gina diceva di non essere felice in loro compagnia, di sentirsi addirittura a disagio. C’erano lunghissimi silenzi tra madre, figlio e nipote". Rigau? "Gina non lo avrebbe voluto vedere al suo funerale".
Il tribunale, la causa per circonvenzione di incapace e le accuse della quali dovrà rispondere, oggi come oggi non lo spaventano: "Non temo la condanna. È stata offesa per anni dalla famiglia, dal figlio e dal nipote, come anche da una parte della stampa e della Giustizia. La prossima udienza ci sarà il 21 marzo, ascolteranno l’ultimo testimone e poi ci sarà la sentenza, ma io sono sereno".