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Andrea Delogu sul mazzo di fiori anonimo ricevuto a casa: “Certi confini non vanno superati, è terrorizzante”

Andrea Delogu è la nuova conduttrice de “La Porta Magica”, programma di Rai 2 che promette di esaudire il desiderio di cambiamento dei protagonisti di ogni puntata. Intervistata da Fanpage.it racconta come si sta preparando ad affrontare questa nuova sfida e torna sulla vicenda del mazzo di fiori anonimo ricevuto a casa.
A cura di Eleonora di Nonno
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Chiusa una porta si apre un portone. Oppure La Porta Magica. È questo il titolo del nuovo programma condotto da Andrea Delogu su Rai 2, format in cui i diversi protagonisti di ogni puntata cercano di trasformare un aspetto della propria vita. "È una sfida ambiziosissima per un daytime, è tutto nuovo" ammette la conduttrice a Fanpage.it. Poco importa se il cambiamento abbia a che vedere con il look o il lifestyle, ciò che conta per Delogu è "raccontare un percorso, da dove parte una richiesta e dove si arriva insieme". Anche per la conduttrice tutto è in continuo divenire: "Ho bisogno di cambiare per non annegare". Ha dei punti saldi come il teatro – al momento è impegnata con lo spettacolo 40 e sto – e la radio: "Non mi ha mai abbandonata, perché avrei dovuto farlo io?". Andrea Delogu di recente, aveva messo in chiaro sui social di essersi sentita violata nella privacy dopo aver ricevuto un mazzo di fiori – recapitato a casa sua – da parte di un ammiratore anonimo. Nell'intervista sottolinea: "Se pensi che la mia sia stata una reazione esagerata non ho molto da spartire con te, vuol dire che non ti sai mettere nei panni di una ragazza".

Il programma La Porta Magica è una finestra sull'Italia e sugli italiani. Come ti muovi per conoscere il tuo pubblico?

Conosco le persone tramite le mail che arrivano e sono veramente tante le storie che stiamo raccogliendo. È bello perché ci si rende conto che a volte basta davvero poco per cambiare, non dico la vita – non siamo così presuntuosi – ma almeno per migliorare il modo di affrontarla. Al pubblico da casa devi raccontare quello che la gente sta vivendo e non puoi farlo senza vivere il presente o senza ‘uscire in strada'. Forse questa mia propensione dipende anche dal posto in cui sono cresciuta (la comunità di San Patrignano, ndr). Vengo da una famiglia di duemila persone che erano un unico grande corpo. L'empatia si può insegnare ma è soprattutto un'indole.

Per questa nuova sfida, quindi, farai riferimento al tuo bagaglio di esperienze. 

Certo, è stato uno dei motivi per cui ho accettato di prendere parte al progetto. Voglio raccontare un percorso, da dove parte una richiesta e dove andiamo insieme.

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Come ti stai preparando per affrontare le sfide di un programma quotidiano in daytime, soprattutto considerando la competizione e le aspettative del pubblico in quella fascia oraria?

Fisicamente in palestra, registrare due puntate al giorno è faticoso (ride, ndr). È un programma che vive sul lungo periodo, la fascia che abbiamo voluto affrontare è complicatissima e sarebbe da sciocchi pensare il contrario. L'obiettivo è fare in modo che le persone sappiano che esistiamo e cosa raccontiamo in questo spazio. Se sono interessate sanno di poter fare riferimento su di noi, abbiamo cose che non si possono trovare in altri canali.

C’è un aspetto del progetto che trovi più complesso?

La Porta Magica viene da un format americano che è un successo da vent'anni e che adesso stiamo ‘traducendo' per l'Italia. È una sfida ambiziosissima per un daytime, è tutto nuovo. La chiave è trovare una chiarezza di linguaggio.

Sei abituata alle sfide, raccontavi che punti sempre a superare i tuoi limiti. C'è stato un momento in cui, però, hai avuto il bisogno di fermarti? 

Due anni fa mi sono dovuta fermare e il mio team era d'accordo con questa scelta, ho preferito concentrarmi sul mio spettacolo teatrale. Nel weekend ho mantenuto l'impegno con la radio, non mi ha mai abbandonata, perché avrei dovuto farlo io? Avevo bisogno di capire su cosa volessi puntare veramente e non mi aspettavo un daytime. Per me raccontare persone ‘ordinarie', mostrando invece quanto sia straordinaria la vita di ognuno, è speciale. È solo l'inizio, ho bisogno di tempo per vedere se tutto filerà liscio.

Fai questo lavoro da oltre vent'anni. Quale è il tuo segreto per rinnovarti costantemente?

Ho bisogno di cambiare per non annegare. La mia è una necessità vera, una difficoltà che agli occhi degli altri si trasforma in un: ‘Wow, fai un sacco di cose'. Il teatro mi ha salvata, giorno dopo giorno, città dopo città e grazie alle persone diverse che ho incontrato. Ho un deficit dell'attenzione, ho raccontato di essere dislessica e discalculica.

Anche Giampaolo Morelli ha raccontato a Fanpage.it di dover fare i conti con la dislessia

Giampaolo Morelli l'ha scoperto con me. Gli ho detto: ‘Giampà, forse sei dislessico anche tu. Fai qualche test'.

In che modo la scoperta della dislessia ha inciso sul tuo percorso di vita?

Mi ha rilassata. Ho capito di non essere sola e che esistono tecniche di linguaggio e memorizzazione adatte a me. Mi intestardivo a studiare come gli altri ma non ci riuscivo. Dopo la scoperta la mia vita è cambiata e finalmente mi si è aperta davanti una strada meravigliosa.

Quando devi affrontare un nuovo progetto chi sono le persone a cui chiedi un consiglio? 

Al mio team, di cui mi fido ciecamente. Sono le prime persone che mi hanno instradato in un percorso di costruzione della carriera. Poi agli amici e colleghi come Ema Stokholma o Alberto Matano, persone che sanno di ciò di cui stiamo parlando.

Cosa ti ha detto Alberto Matano su La Porta Magica?

Che è veramente un bel format.

Superati i 30 ammettevi di sentirti finalmente a tuo agio nella tua pelle. Quanto ha influito il riconoscimento esterno e quanto, invece, è frutto di un lavoro su te stessa?

In passato ero convinta che il riconoscimento esterno fosse fondamentale. Da giovane mi sentivo molto insicura. Quando poi la giovinezza sfiorisce e riguardi le foto di quei tempi rifletti a quanto eri bello e non te ne rendevi conto. Ho fatto un percorso di analisi importante e adesso la sicurezza parte da me. Non vuol dire che non sia fragile, anche io ho bisogno di essere apprezzata. Questo lavoro è l'emblema di chi vuole essere visto e voluto bene, nessuno di noi lo farebbe se non avesse questa necessità. Andando avanti, però, cresce dentro di te una consapevolezza che ti permette di volerti bene anche da sola.

Il mazzo di fiori che hai ricevuto a casa si è trasformato in un caso. Era la prima volta che ti succedeva una cosa del genere?

Sì, è stata la prima volta. È una casa in cui abito da poco e il mio indirizzo non ce l'ha quasi nessuno. Adoro quando qualcuno mi vuole rendere felice con regali ma se arrivano in radio o in studio è normale. L'anonimato è terrorizzante perché io non so chi ho davanti ed è una cosa che mi crea un forte disagio. La sera porto fuori il cane, anche a mezzanotte, mi sono spaventa nel sapere che qualcuno conosce il mio indirizzo. E se un giorno dovessi dire in tv qualcosa che a questa persona non piace e mi dovesse aspettare sotto casa? Oggi è un fiore, domani chissà.

Perché hai deciso di parlarne sui social mostrandoti, in un certo senso, vulnerabile? 

Non sapevo con chi arrabbiarmi ed ero consapevole del fatto che sui social il messaggio sarebbe arrivato. Immagino che dietro ci sia un intento carino, non sono matta, ma non bisogna scambiare l'invadenza con il romanticismo. Ho ricevuto centinaia di messaggi di donne a cui è successa la stessa cosa ed erano spaventate.

Hai ricevuto commenti da parte di persone che non hanno capito la tua reazione? Che ti hanno accusata di aver avuto una reazione esagerata?

Sono sempre pronta a litigare sui social, sui miei canali dico ciò che penso. Non ho letto commenti del genere sul mio profilo. Se pensi che questa sia una reazione esagerata non ho molto da spartire con te e vuol dire che non ti sai mettere nei panni di una ragazza che a casa propria riceve qualcosa di indesiderato e anonimo.

Da quando hai ricevuto quel mazzo di fiori segui qualche accortezza particolare?

No, mi so difendere e in generale tendo a fidarmi delle persone. Mi piace pensare che il mondo sia più bello di quello che raccontiamo. Quando è successo sono rimasta perplessa perché non riesco a capire come non sia ovvio che certi confini non debbano essere oltrepassati. Ripeto, adoro ricevere regali – più cibo che fiori – ma in luoghi in cui la mia privacy non viene invasa e la mia sicurezza messa a rischio.

A Gianluca Gazzoli raccontavi che spesso ricevi nei direct di Instagram fotografie indesiderate da parte di uomini. Come reagisci?

Intendi gli altri ‘mazzi di fiori'? Quella è pazzia. Come ti viene in mente che inviando immagini del genere a una donna che non conosci lei possa interessarsi a te? Se mi mandi una foto del tuo pene nei dm di Instagram hai un problema serio. Poi hanno poca fantasia, tutti con la stessa inquadratura.

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