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Ambra Angiolini: “Bulimica a 13 anni per un cancro dell’anima, è una malattia e va curata”

“Io sono diventata bulimica a 13 anni per un cancro dell’anima”, ha raccontato Ambra Angiolini, che ha sofferto della malattia quando era appena adolescente. Poi l’invito a non minimizzarla: “Non la rendete la malattia delle ragazzette che vogliono essere 90-60-90”.
A cura di Elisabetta Murina
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Intervistata da Carlotta Vagnoli per Basement Café by Lavazza, Ambra Angiolini è tornata a parlare di una pagina buia della sua vita, quando durante l'adolescenza ha sofferto di bulimia. "Si chiama malattia, va curata, va fatta ricerca", ha detto l'attrice. Già in passato, in un'intervista rilasciata al settimanale 7, aveva definito il disturbo alimentare come un "tumore dell'anima", sostenendo che avesse reso il suo corpo "colpevole di essere diventato diverso rispetto a quello che ero quando ero diventata famosa”.

Il racconto di Ambra Angiolini sulla bulimia

"Io sono diventata bulimica a 13 anni per un cancro dell'anima", ha raccontato Ambra Angiolini a proposito del disturbo alimentare di cui ha sofferto quando era adolescente, appena travolta dal successo del programma tv Non è la Rai. "Si chiama malattia, va curata, va fatta ricerca. Non minimizzate, non la rendete la malattia delle ragazzette che vogliono essere 90-60-90 perché quella cosa là è veramente una porcata, ingiusta", ha poi aggiunto con la voce quasi rotta dall'emozione nel ricordare quel periodo della sua vita.

Il consiglio di Ambra Angiolini ai genitori di figli che soffrono di bulimia

Ambra Angiolini è riuscita a guarire dalla bulimia grazie all'amore dei suoi genitori. La cosa più efficace, nel suo caso, sono stati dei "bigliettini lasciati da mia mamma a caso ad altezza vomito, in bagno". Piccoli fogliettini di carta, in cui la donna "diceva semplicemente che qualsiasi cosa avrei scelto di fare in quella situazione per lei andava bene". Il consiglio dell'attrice a tutti i genitori che hanno figli che soffrono di bulimia, quindi, è : "Lasciate tracce d’amore, non cercare di risolvere. Perché quella è una soluzione che troviamo noi nel nostro viaggio". 

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