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Verissimo 2024/2025

Alex Schwazer: “Ho sofferto di depressione. Al Grande Fratello per raccontare la mia storia”

Alex Schwazer, a Verissimo, ha ripercorso le tante difficoltà affrontate nella sua vita. Lunedì 11 settembre, entrerà nella casa del Grande Fratello.
A cura di Daniela Seclì
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Alex Schwazer è tra i concorrenti del Grande Fratello, in partenza lunedì 11 settembre su Canale5. Il marciatore si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Verissimo, nel corso della puntata trasmessa domenica 10 settembre.

Perché ha accettato di partecipare al Grande Fratello

La storia di Alex Schwazer è fatta di grandi successi, ma anche di cadute. Nel 2012, risultato positivo al test antidoping, ammise di avere assunto eritropoietina per rimanere competitivo. Passata quella tempesta, nel 2016 risultò di nuovo positivo, ma stavolta si disse innocente e vittima di un complotto ai suoi danni. Nel 2021, è stato assolto dalla giustizia ordinaria, ma la giustizia sportiva ha confermato la squalifica fino a luglio 2024. Il marciatore ha spiegato a Silvia Toffanin:

Entro nella casa con un obiettivo molto importante per me, che è la possibilità di raccontare la mia storia. E poi anche per il fatto di potermi allenare dentro la casa. Un conto è dire che una persona non ha mai smesso di allenarsi, un altro conto è farlo e che le persone possano vederlo. Mi allenerò ogni giorno.

E ha confidato la sua speranza: "Il 7 luglio del 2024 finisce la squalifica. Mi auguro che la squalifica venga ridotta. Se resta com'è attualmente, non avrò la possibilità di qualificarmi per le Olimpiadi. Le gare preolimpiche sono tutte prima. Ci spero, sono pronto e motivato".

Alex Schwazer ha sofferto di depressione

Alex Schwazer ha ammesso che questi anni sono stati particolarmente difficili per lui, anche perché ritiene di avere subito un'ingiustizia: "Sono stati anni dove bisognava lottare per dimostrare l'innocenza. Anni impegnativi, difficili, in un ambiente non mio. Il mio ambiente sono le gare, non il tribunale. Se mi sento vittima di un'ingiustizia? Sì. Una cosa è scontare una squalifica avendo delle colpe, come è successo nel 2012, un'altra è scontare una squalifica non avendo delle colpe. Il momento più brutto è stato quando da Rio de Janeiro dovevo andarmene via anziché gareggiare. È stato umiliante. […] Sono papà di due bimbi e mi auguro che a loro non succeda mai quello che è successo a me". L'atleta ha sofferto di depressione. Ne è uscito grazie all'aiuto di uno specialista:

La depressione è una malattia, non è da prendere alla leggera. In quel momento mi ero dovuto fermare perché il mio mondo non esisteva più, non avevo gli allenamenti o le gare per cui dover funzionare in qualche maniera. Mi sono fatto aiutare da uno specialista che ringrazio e che mi ha fatto tornare quello di sempre.

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