Alessandro Cecchi Paone: “Adottare la figlia di Simone per garantirle amore e certezze economiche”
Dopo avere dichiarato in diretta all'Isola dei famosi 2023 di volere adottare Melissa, figlia di Simone Antolini, Alessandro Cecchi Paone racconta a Fanpage.it il motivo celato dietro quel messaggio tanto potente. Concorrente dell'ultima edizione del reality show condotto da Ilary Blasi, il divulgatore scientifico e opinionista racconta il legame con la figlia del suo compagno e i motivi che lo hanno spinto ad ammettere di volersene prendere cura sotto il profilo materiale e morale.
Hai dichiarato di volere adottare Melissa. Perché parli di adozione? Dov’è sua madre?
Questo te lo dirà Simone. Ti posso solo dire che la madre di Melissa non è la moglie, quindi c’è un complicato assetto di custodia prevalente che è in capo a Simone perché lo stesso giudice ne ha valutato il valore e la capacità. Sai che in Italia è un fatto abbastanza raro, di solito i figli piccoli vanno alla madre. Ho parlato di adozione perché Melissa fa parte di questa storia d’amore fin dal primo giorno. Ho detto spesso che il nostro amore è come un tavolino a tre gambe. Quando è a Roma, Simone vive con me e quando Melissa è libera da impegni scolastici o non è con la madre, sta qui con noi. Le voglio un bene dell’anima e mi piacerebbe fornirle non soltanto amore e presenza. Avendo avuto la bravura e la fortuna di costruire una vita molto solida da tutti i punti di vista, e non avendo figli, lei sarebbe la persona più adatta a cui garantire delle certezze economiche.
Per quale motivo hai scelto di parlare per la prima volta di adozione in un contesto televisivo?
L’ho detto perché tutto quello che abbiamo mostrato, che è verissimo sotto il piano privato, potesse andare oltre la nostra storia. Perché potessimo dimostrare che non è vero che le coppie gay non possono permettersi di gestire dei figli in quanto inaffidabili. Non è vero per tutte le coppie gay come non è vero per tutte quelle etero. Abbiamo offerto questo racconto per dimostrare che una coppia gay può gestire un bambino in maniera normale. Peraltro, è stata proprio la sua capacità di fare da madre e padre contemporaneamente a far stabilizzare in maniera definitiva il mio amore per Simone.
In che modo?
Ha una capacità di accudimento e responsabilità che mi ha lasciato senza parole. La prima volta che siamo stati da soli per tanto tempo tutti e tre, ho visto questo giovane ragazzo prendersi cura di questa bimba sia nelle parti divertenti che in quelle più pesanti. Un ragazzo gay sta dimostrando che può farlo. Non è possibile che l’Italia sia l’unico paese nel mondo libero occidentale a non avere il matrimonio ugualitario che ti dà diritto all’adozione. Con le unioni civili questa possibilità non c’è. Gli omofobi lo hanno fatto apposta.
Dal punto di vista legale, considerato il dibattito sulla stepchild adoption, come hai immaginato di procedere considerato che la madre biologica non ha rinunciato ai suoi diritti sulla bambina?
La madre non ha rinunciato, proprio per questo per il momento non procedo. Come atto d’amore nei confronti di Simone e Melissa, ho dichiarato che sono pronto. Ma ci sono ancora dei passaggi che riguardano lui e la sua ex compagna che vanno definiti. Dopodiché, se saranno definiti nella giusta direzione, io farò la mia offerta ufficiale e procederemo.
Melissa ha 5 anni e ti chiama zio. Qual è la sensazione che hai provato quando l’hai vista concederti la sua fiducia?
Questa estate abbiamo vissuto nella mia casa al mare tutti e tre. Ho provato due cose. La prima è un senso di immensa naturalezza che dimostra quanto Simone abbia educato perfettamente questa bambina. I piccoli che arrivano da famiglie un po’ complicate possono reagire con delle gravi alterazioni del comportamento oppure, come nel caso di Melissa, con un avanzamento di maturità straordinario. Quindi innanzitutto complimenti a Simone per avere educato questa bambina praticamente da solo ai migliori sentimenti e comportamenti. La seconda cosa che ho provato è un immenso amore interiore e un immenso senso di appagamento e riconoscimento. Quando un bambino ti concede la sua fiducia, senti di essere un uomo che non ha vissuto invano. Si tratta di uno dei tanti doni che la vita mi ha fatto attraverso Simone.
Come reagisti quando, alle battute iniziali della vostra relazione, ti raccontò di essere padre?
Da vero maschio etero un po’ stron***. Nasco maschio etero e lo sono stato fino a 30 anni e quando un maschio etero comincia un nuovo amore e scopre che l’altra persona ha già un figlio, gli piglia un colpo e tende a scappare. Poi c’è stata la conquista che è arrivata rapidissimamente da parte di Simone papà e di questa meraviglia che è la bambina. Mi hanno fatto cambiare idea.
Hai abbandonato l’Isola in aperta polemica con la decisione di “scoppiare” la coppia formata da te e Simone. “Gli accordi non erano questi”, hai detto. Quanto ha pesato quel tentativo di separarvi sulla scelta di ritirarti?
Totalmente. Lì c’è stato un equivoco che successivamente è stato completamente chiarito. C’erano accordi contrattuali che prevedevano la possibilità che ci dividessero, come prevedevano decine di altre possibilità. Ma era stata Mediaset a cercarci a ottobre dicendoci di voler dare un grande segnale in termini di abbandono del trash, di inserimento di aspetti moderni ed edificanti e, quindi, di volerci all’Isola come coppia. Non sarei mai tornato per la terza volta all’Isola da solo perché l’avevo già fatta. Di fronte alla loro richiesta insistente di averci come coppia, io avevo chiarito che lo avremmo fatto per rappresentare la normalità delle coppie gay. La scelta di separarsi, legittima ma contraddittoria rispetto alla linea editoriale, è arrivata in un momento terribile. Ci è stata comunicata mentre stavo accanto a Simone in terapia semi intensiva. Era collassato, aveva gravi sintomi di pressione bassa, disidratazione, esaurimento muscolare, stato saporoso, crisi notturne di bradicardia.
Poi cosa è successo?
Non posso aggiungere altro perché abbiamo fatto un accordo di privacy sulla sua salute anche perché adesso sta bene ma il senso è questo: stai in ospedale, lui pieno di fili e di tubi, io che non ho dormito tre notti per assisterlo, e qual è la notizia che ti danno? Quando uscite, tornerete al gioco come singoli concorrenti. Non era il momento di dircelo. Saremmo finiti a doverci votare a vicenda, la contraddizione in termini di tutto quello che era stato deciso. A quel punto abbiamo deciso di tornare a casa. In quella comunicazioni intercontinentale c'è stata confusione tra accordi e contratti ma è tutto risolto. Anzi, ringrazio l'Isola, Canale5 e i medici per averlo aiutato a rimettersi e a raccontare a tutti che Melissa è sua figlia.
Perché non lo aveva detto prima?
Perché non c'era ancora un accordo con la sua ex compagna e il giudice tutelare gli aveva chiesto di non parlarne pubblicamente fino a quando, uscendo, lui avesse trovato un accordo necessario a citarla e a mostrarla. Per garantire a Melissa un percorso meno accidentato possibile, loro devono andare d'accordo.
Avete rivisto Melissa immediatamente dopo essere tornati in Italia?
Simone è stato a Fermo, dove la bambina vive con la nonna (madre di Simone, ndr) e dove la madre ha la possibilità di vederla. Poi entrambi sono partiti per Milano per la puntata e tutti e tre insieme siamo tornati a Roma dove viviamo.
Come intendete portare avanti il vostro impegno a favore delle battaglie della comunità LGBTQ+?
Insisto nel seguire il grande esempio di Maurizio Costanzo e Piero Angela. Continuo a voler fare una televisione interamente positiva. In un momento in cui la televisione non mi consente più di fare un programma intero come La Macchina del Tempo o Appuntamento con la Storia ringrazio Canale5 perché mi permette di inserire in altri programmi delle pillole di informazione, divulgazione e utilità sociale. All'Isola, anche grazie a Simone, è accaduto. Vado a rappresentare quello che sono tuttora per Mediaset: la loro faccia della cultura e della divulgazione. Sono contento che la mia funzione professionale e pubblica è rimasta la stessa. Inutile dire che preferivo quella di prima ma non dipende da me.