Aldo Cazzullo e il boom d’ascolti su La7, Andrea Salerno: “Eravamo una nave corsara, ora imponiamo il ritmo”
Una giornata particolare di Aldo Cazzullo ha fatto il suo miglior risultato nella puntata di mercoledì 20 novembre dedicata alle ultime ore di Pompei. Il programma ha portato su La7 più di 1.3 milioni di spettatori per uno share del 7.63%. Sono numeri molto alti che riportano al centro della scena il dibattito sull'intrattenimento culturale. Sono numeri che certificano la bontà della strada intrapresa da quella che è la terza rete italiana dietro Rai1 e Canale 5. Andrea Salerno, direttore La7, commenta a Fanpage.it il successo della trasmissione di Aldo Cazzullo: "È il frutto di un lavoro che stiamo facendo sull'intrattenimento culturale già da qualche anno. Un successo che passa anche attraverso Augias, Barbero, una filiera che ha visto le incursioni di Ezio Mauro, che vedrà Rampini e tante altre".
I risultati della serata di mercoledì con Aldo Cazzullo fanno il paio con quelli più che buoni del lunedì, quando c'è La Torre di Babele del "nuovo acquisto" Corrado Augias: "Pensare un programma di quel tipo in prima serata era una sfida importante, che però ha definito il nostro intento. Il pubblico ha tutto chiaro di quello che vogliamo fare, passa con noi il tempo e si intrattiene". Un passaggio anche sui primi due mesi di Flavio Insinna con Famiglie d'Italia: "Il programma ha bisogno di crescita, ma il pomeriggio di quest'anno va molto più forte di quello dell'anno scorso".
Direttore, il programma di Aldo Cazzullo ieri ha raggiunto il dato più alto da quando è in onda su La7. Cosa rappresenta questo risultato per la rete?
Il successo della trasmissione di Aldo Cazzullo è davvero importante. È una stagione che sta regalando un interesse notevole da parte del pubblico. È il frutto di un lavoro che stiamo facendo sull'intrattenimento culturale già da qualche anno. Un successo che passa anche attraverso Augias, Barbero, una filiera che ha visto le incursioni di Ezio Mauro, che vedrà Rampini e tante altre. L'idea è quella di affiancare a una rete autorevole e forte dal punto di vista giornalistico e sull'attualità, anche una sorta di intrattenimento culturale che possa offrire al pubblico chiave interpretative della realtà. Tornando ad Aldo Cazzullo, questa è la terza stagione di questo programma e ogni anno ha fatto meglio. Questo è il modo giusto e corretto di lavorare. Crescere e portare sempre nuovi prodotti, ogni anno ne abbiamo aggiunti uno o due e faremo così anche in futuro. Cercheremo di intercettare le debolezze degli altri e soddisfare la domanda del nostro pubblico.
Lo scenario politico, economico e sociale attuale può essere un fattore determinante per questa domanda?
Non c'è dubbio che lo scenario favorisce ma c'è anche un lavoro che è stato fatto grazie a una libertà editoriale che ci viene data tutti i giorni dall'editore. Questa linea sta pagando tanto perché evidentemente in un momento come questo, dove i punti di riferimento sono difficili da comprendere, evidentemente c'è bisogno di questo tipo di offerta. Il patto che La7 ha fatto col pubblico affonda le radici nella stagione del Covid dove, com'era giusto e doveroso, decidemmo di andare in onda sempre e con qualsiasi mezzo. Questa cosa ha creato un legame di credibilità e di autorevolezza che viene espressa da tutti i nostri anchorman, quell'esserci sempre che è uno degli slogan che abbiamo coniato in quel periodo è la chiave di tutto questo. La7 è puntuale. Scardina il suo palinsesto se serve. E siamo diventati più robusti. Eravamo una nave corsara, ora stiamo imponendo un ritmo grazie all'alternanza tra programmi informativi e intrattenimento culturale.
Oltre al programma di Aldo Cazzullo c'è l'impegno di Corrado Augias con La Torre di Babele.
Augias ci ha portato molto perché pensare un programma di quel tipo in prima serata era una sfida importante, che però ha definito il nostro intento. Il pubblico ha tutto chiaro di quello che vogliamo fare, passa con noi il tempo e si intrattiene. Siamo sempre sopra il milione con argomenti complessi trattati d'alto livello, con ospiti e interlocutori giusti. Augias è un perfetto sarto di tutto questo.
Quali sono gli elementi che definiscono l’essenza di La7 oggi?
La rete si è aperta, e probabilmente in una stagione come questa, è arrivata a un buon grado di cottura. È matura. Tutti quelli che fanno editoria sanno che avere un'identità è quello che ti salva. Devi avere ben chiaro quello che è la tua essenza. Diventi una comunità e vai avanti. Anche tutto il daytime ci aiuta, dal lavoro che fa Parenzo con L'Aria che tira a quello che fa Tiziana Panella che ha allungato Tagadà.
Siamo quasi a due mesi dall'inserimento di Flavio Insinna nel preserale. Come giudica i risultati?
C'è sempre qualcosa da aggiustare e come si fa in questi casi, abbiamo già apportato modifiche e stiamo continuando a lavorare. Ma il programma di Insinna piace e ha bisogno di crescita. È una fascia che per noi è inedita. Un talento come lui su La7 è una sfida e siamo dentro quello che credevamo accadesse e stiamo lavorando perché salga. Insinna contribuisce alla crescita di quel che viene dopo e a catena porta un effetto su tutta la rete. Il pomeriggio di La7 quest'anno fa molto di più di quello dell'anno scorso.
Sanremo 2025 sta arrivando. Come si prepara La7 ad affrontare la "settimana santa"?
Faremo quello che abbiamo sempre fatto. Il punto non è contro programmare una settimana che sappiamo essere eccezionale. È come per i Mondiali di calcio. Lì tutti giocano la partita che conviene e ognuno ha le sue tattiche per uscirne. L'importante è il resto dell'anno. Su 52 settimane, una sarà una sofferenza per tutti ma l'informazione di La7 non si ferma.