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Alba Parietti: “Mia madre era malata, mio padre voleva evitarle il manicomio. Con lei sono stata aggressiva”

Alba Parietti in un’intervista parla del rapporto con sua madre, affetta da disturbi mentali, rivelando alcuni retroscena della sua infanzia. La showgirl chiarisce: “Mio padre scelse di proteggerla, in quegli anni l’unica alternativa era il manicomio”.
A cura di Eleonora di Nonno
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Una settimana fa Alba Parietti ha dedicato un lungo monologo, andato in onda a Le Iene, alla malattia mentale e a sua madre Grazia Di Pietromaria. Intervistata dal Corriere della Sera, la showgirl torna a parlare dell'argomento: "C'era una donna allegra e premurosa che, nel giro di poco tempo, diventava sospettosa, aggressiva, a tratti violenta con mio padre".

Alba Parietti: "Quando madre minacciava di spedirmi in collegio scoppiavo a piangere"

"Improvvisamente diventava un'altra". Alba Parietti descrive così sua madre Grazia Di Pietromaria. La donna, scomparsa nel 2010, si è sempre rifiutata di farsi vistare dai medici, per questo nessuna diagnosi ha mai definito cosa avesse. "In casa si viveva questa situazione paradossale: c'era una donna allegra e premurosa che, nel giro di poco tempo, diventava sospettosa, aggressiva, a tratti violenta con mio padre – spiega la showgirl – Si auto-convinceva che era in atto un complotto contro di lei, dichiarava che i miei amici o noi stessi della famiglia fossimo una specie di Associazione votata a fare del male". Ricorda i litigi tra lei e suo padre, con quest'ultimo che minacciava di lasciarla: "Lei dichiarava che mi avrebbero spedito in collegio. Al solo sentire quella parola scoppiavo a piangere, mi buttavo a terra".

Alba Parietti: "Mia madre era malata, all'epoca era difficile fare i conti con le malattie mentali"

Alba Parietti non vuole passare per la vittima, sia perché non si sente tale, sia perché se oggi è una donna realizzata è anche per sua madre. "Oggi, da adulta, provo a ragionare con lucidità: Grazia era malata, ma all'epoca era difficile fare i conti con le malattie mentali – aggiunge Parietti – Vigeva una sorta di ‘non detto' per cui bisognava ‘tenere tutto in famiglia' e mio padre ha scelto di fare così per proteggerla. Perché, vede, negli Anni Sessanta l'unica alternativa era il manicomio". Trovare i diari di famiglia è stato un ulteriore modo per analizzare la situazione da un'altra prospettiva:

Grazia ha tenuto un diario dall’età di 7 anni fino alla morte. Parlava della guerra, ma anche della malattia. Parlava di sé in terza persona e solo allora, dopo la sua morte, ho capito: lei era consapevole di quello che le stava succedendo. Anche lei ha sofferto, non solo noi. E allora mi sono sentita in colpa, perché non nascondo che qualche volta io sono stata aggressiva. Un giorno, esasperata, ho preso una sedia e l’ho scagliata contro il muro.

Suo zio Aldo soffriva di schizofrenia ed era internato nel manicomio di Collegno. "All'epoca, le malattie mentali le curavano con l'elettroshock e per il resto era proibito parlarne. Oggi non è più così. Oggi possiamo e dobbiamo parlarne – sottolinea Parietti – Ed è per questo che ho scelto di raccontare la storia di mia madre: spero che questo faccia da sprone per le tante persone che stanno affrontando quello che ho affrontato io"

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