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Agata Reale, da Amici alla leucemia: “Vorrei fare tante cose, ma la gente ha paura di me”

La ex ballerina di Amici racconta a Fanpage.it la sua storia: “Io non ho paura della mia malattia, gli altri però sì. Il mio obiettivo adesso è vedere crescere mia figlia”.
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Il dolore e la vergogna, sentimenti così diversi che si possono provare nello stesso esatto momento in cui una notizia arriva e poi si sviluppa, prende volume come un mostro in una stanza. Il mostro di Agata Reale si chiama leucemia promielocitica acuta e quando il medico gliel'ha diagnosticata le ha detto: "Se credi in Dio, è il momento di pregare". Tra i 15 giorni e i 3 mesi di vita, le prime stime. E Agata Reale, ex ballerina di Amici nel 2009, ha cambiato la rotta della sua vita. A Fanpage.it racconta la sua storia, una storia che lei ha tenuto nascosto ufficialmente per un anno, mentre il mondo dei follower commentava il suo cambiamento coi soliti commenti caustici: "Ma che sei diventata anoressica?". La storia di Agata restituisce grande potere e forza, fuori da ogni retorica.

Agata, la tua malattia non l'hai raccontata subito. Come mai? 

Io ho tenuto la malattia nascosta per un anno. Chi fa un lavoro come il mio, può anche arrivare a credere che sia sempre fatto tutto come una pubblicità. E io per un anno non ho mai parlato, ma quando pubblicavo qualche foto mi davano dell'anoressica e me ne dicevano di ogni. A quel punto, dopo un anno di battaglie mi sono detta: forse è il momento giusto. E ho iniziato raccontare la verità. È stato come dare un segnale a chi si trova sulla stessa barca.

E ti scrivono in tanti? 

Ricevo migliaia di messaggi a settimana, anche tra gli stessi parenti e amici sono diventata una sorta di infopoint. Se il mio messaggio può aiutare qualcuno, quindi, va bene. Questo riesce a darmi forza anche nella mia battaglia.

Quello che ti è successo ti ha frenato dal punto di vista professionale?

Quando hai una malattia, per tutti, sei vista come una condannata. Intanto, però, in ospedale sono diventata un punto di riferimento per tutto il reparto. Dopo il ciclo di chemio, mi alzavo e cercavo di fare ginnastica. Non ci credevano. È andata così fino a quando sono riuscita a muovermi, perché a un certo punto non ti viene più la forza nemmeno di andare in bagno da sola. Io, però, ho sempre cercato, a prescindere da tutto, di non sentirmi malata.

E poi?

Quando sono uscita dal ricovero di sei mesi, non camminavo. Avevo un programma da condurre e volevo assolutamente onorare la produzione. Alla fine, in condizioni pietose, ma ce l'ho fatta: parrucca finta, gonfia come una zampogna. Mi guardo indietro e penso: sono stata una pazza. Penso anche però di aver dato un segnale, perché al reparto per esempio, gli infermieri e i dottori dicevano agli altri pazienti: "Guarda, ha il tuo problema e sta conducendo un programma".

Si può lavorare mentre si combatte, quindi? 

Se sei malata non vuol dire che non riesci o non puoi lavorare. Anzi, io ho lavorato duramente anche per aggiornarmi e per fare corsi di formazione, di continuo e a distanza. Questo messaggio vorrei che passasse, perché sono le stesse produzioni che ti spingono a rinunciare. I malati possono fare tutto quello che vogliono fare. Non posso dirti che è una passeggiata di salute, ma se vuoi metterti in piedi mentre fai la chemio, serve forza di volontà. La devi mettere su questo piano: "Non voglio stare a letto", fino a quando ci riesci.

Agata Reale insieme al dottore Fiumara.
Agata Reale insieme al dottore Fiumara.

Come hai scoperto la malattia? 

Parte tutto da un ricordo: il soccorso in ambulanza e le parole che dissi a mia madre, prima ancora di avere la diagnosi.

Quali? 

Mamma, io ho la leucemia.

Perché le dicesti così?

Perché me lo sentivo. Da settimane mi sanguinavano le gengive, senza un motivo. Avevo controllato – lo fanno tutti ed è sbagliato, lo so – su Google e c'era scritto con estrema chiarezza che una delle possibili cause riconducevano a una leucemia. Ma, a parte questo, me lo sentivo che il peggio stava arrivando. Allora dissi a mia madre: se è così, devi prenderti cura di Chloe.

E quando lo hai scoperto?

Mi ricordo il volto di mio marito e mia madre perché furono loro a ricevere la prima notizia. Ricordo i loro occhi gonfi. Mi ricoverano subito perché dovevano capire la tipologia di leucemia.

Cosa hai provato?

Io non ho versato una lacrima per la malattia. Per il pensiero della malattia. Ho pianto dopo, per il dolore fisico. Ma non ho mai avuto paura di morire, perché la morte l'ho messa subito in preventivo.

Cosa ti ha detto il medico, dopo la prima diagnosi?

"Questi quindici giorni prega, se credi in Dio". Mi ha detto anche: "Sappi che puoi perdere tuo marito, perché può succedere".

E invece?

Questa cosa ci ha unito molto di più. Lo stesso medico ha visto da subito che mio marito è stato molto presente.

Agata Reale e suo marito, l'attore Carmelo De Luca
Agata Reale e suo marito, l'attore Carmelo De Luca

Un medico molto realista, comunque. 

Realista quanto disponibile. Un giorno lo chiamai perché avevo febbre alta, lui mi dice: "Fammi sapere, prova questo farmaco e se non scende, vengo a casa tua". Due giorni dopo, scopro che quel giorno era morta sua mamma. Sarebbe venuto comunque da me, che abito a più di trenta chilometri da casa sua.

Ricapitolando: sei pronta a tornare a lavorare in tv?

Sono assolutamente pronta a lavorare, pronta a nuove avventure. Io vorrei fare tante cose, ma la gente ha paura di me. Io non ho paura della mia malattia, gli altri però sì.

Hai fatto Amici nel 2009, lo guardi ancora?

La sto guardando questa edizione perché c'era anche una mia allieva, ma l'avrei guardata comunque anche senza perché amo il programma e come si è evoluto.

Chi era la tua allieva? 

Elena Manuele che ha vinto Sanremo Young qualche anno fa e adesso è stata scelta come protagonista di Bernadette di Lourdes, qui in Italia. Sarà proprio lei la protagonista.

La differenza tra le nuove edizioni e quelle del passato è forse questa. Oggi, i ragazzi arrivano con maggiore esperienza mentre per voi era forse un vero debutto. 

Sì, un vero e proprio battesimo del fuoco. Certamente i ragazzi oggi arrivano anche con le proprie fanbase, le proprie nicchie. Ai miei tempi non c'erano i social che potevano darti una mano a gestire certi aspetti che prima si gestivano con maggiore difficoltà.

Cosa ti auguri per il futuro? 

Non mi aspetto nulla dal punto di vista professionale. Mi auguro solo di poter vedere crescere mia figlia. Quello che sarà, ce lo prenderemo di giorno in giorno ma l'obiettivo principale è sapere di Chloe al sicuro, adulta e pronta a vivere con le sue forze. Prego tutte le sere di vederla nel giorno in cui si sposa; prego tutte le sere che possa avere una persona accanto che la ami quanto mi ama mio marito. Questa è l'unica cosa che mi dà la carica contro il pensiero che questa malattia di merda possa uccidermi da un momento all'altro.

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