Selvaggia Lucarelli dopo la lite con Zossolo: “Alla prossima presentazione quelle persone non entreranno”

Dopo quello che è successo alla presentazione del libro dell'influencer Serena Doe, sia Selvaggia Lucarelli che Massimiliano Zossolo sono intervenuti sui rispettivi social per commentare l'accaduto. Da un lato, Zossolo ha parlato con Mowmag risponde alle accuse mosse dalla giornalista, che ha dichiarato di avergli fatto chiudere "una pagina su Facebook che condivideva materiale pedopornografico", annunciando querela nei suoi confronti; dall'altro, Selvaggia Lucarelli ha spiegato di non voler replicare con "storie e storielle", ma sottolinenando che "chi ha provato a passare per vittima, è in realtà uno degli elementi peggiori che il web abbia mai ospitato".
Che cosa ha detto Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli ha mostrato una serie di storie dove alcune persone commentano la lite con Zossolo, tra insulti e minacce, e ha spiegato che per questo motivo non avrebbe voluto partecipare alla prossima presentazione che si terrà alla stessa libreria, la Mondadori di Milano, sabato 29 marzo con Leonardo Mendolicchio. Poi, ha spiegato che "queste persone non entreranno, perché saranno messe in condizione di non entrare":
L'istigazione di questi sociopatici sta assumendo proporzioni allarmanti. Detto ciò, l'autore mi ha chiesto di esserci e sebbene non fossi inizialmente d'accordo, ho deciso che ci sarò. Queste persone, ovviamente, non entreranno, perché non saranno messe in condizione di entrare. E se riusciranno in qualche modo a entrare, saranno ridicolizzate dal pubblico come chi le ha precedute.
Massimiliano Zossolo presente alla presentazione di Roma di Serena Doe
Massimiliano Zossolo, invece, ha pubblicato poche ore fa una storia nella quale si mostra in attesa della presentazione di Roma di Serena Mazzini: "Sono venuto a dare solidarietà alla scrittrice, ma non farò nessuna domanda". A Mowmag, il direttore di Welcome to Favelas ha spiegato: "Io non credo che la Lucarelli e il suo fidanzato Lorenzo Biagiarelli siano responsabili della morte di Giovanna Pedretti. La colpa deve essere ricercata in un certo tipo di giornalismo che scandaglia i social in cerca del contenutino scandalo da buttare in pasto al grande pubblico".