Re Carlo furioso per come Harry ha parlato di Camilla, non lo perdonerà in tempo per l’incoronazione
Ad un mese dalla sua incoronazione ufficiale, sarebbero ancora insormontabili i dissapori tra Re Carlo III e il principe William. Secondo gli esperti della famiglia reale, Carlo sarebbero troppo amareggiato per le modalità in cui il figlio ha parlato della regina consorte Camilla, nel suo libro autobiografico Spare. Il tempo per provare a risolvere le controversie è ormai al limite.
Re Carlo III non avrebbe ancora perdonato il figlio
L’incoronazione è in programma per il prossimo 6 maggio ma, mentre il principe William sarà sotto ai riflettori per la maggior parte della cerimonia in quanto futuro Re, restano molti dubbi sulla presenza di Harry all’evento. L’invito è arrivato, come ha assicurato il The Mirror negli ultimi giorni, ma manca ancora la conferma ufficiale da parte dei Sussex. “Carlo è ancora furioso con il secondogenito per le accuse bomba fatte nel libro”, ha fatto sapere Christopher Andersen autore del volume The King ed esperto della Royal Family a Fox News. “Il ritratto devastante che fa di sua moglie, dipingendola come una malvagia intrigante” sarebbe un fatto imperdonabile per il re. Ecco perché, se anche “Harry avesse voluto riconciliarsi prima dell’incoronazione è altamente indubbio che avrebbe ricevuto un’accoglienza calorosa”.
Harry non sarebbe in cerca di perdono dalla famiglia
Ad ogni modo non sembra esserci stato alcun tentativo di avvicinamento da parte del duca di Sussex, che negli ultimi giorni ha fatto una visita a sorpresa a Londra, per testimoniare al processo contro la stampa britannica, in particolare Associated Newspapers. Il re gli avrebbe fatto sapere di essere molto impegnato in quei giorni, dunque Harry ha fatto ben presto il suo ritorno in California. “Mi sembra chiaro che Harry non abbia alcun interesse a riconciliarsi con la sua famiglia”, fa sapere il biografo reale. “Adesso ha una nuova vita, è completamente diversa e non può tornare indietro. Non c'è possibilità che torni nel Regno Unito e che conduca qui un'esistenza normale”.