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Paolo Calissano, l’ex fidanzata: “Era appena uscito da una clinica, stava provando a guarire”

Raggiunta al telefono da Pomeriggio 5 Fabiola Palese ex compagna di Calissano: “Non voglio che venga ricordato solo per le circostanze della sua morte”. Giallo sulla morte: “Ultimamente dormiva sempre”.
A cura di Giulia Turco
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A quattro giorni dalla morte di Paolo Calissano, restano irrisolto il giallo sulla sua scomparsa improvvisa. L’attore è stato trovato senza via nel suo appartamento romano di Monte Mario dall’ex fidanzata Fabiola Palese, dopo 24 ore di silenzio e di totale estraniamento rispetto al mondo. Dalla sera prima infatti Calissano non aveva più preso in mano il telefono, come dimostra l’ultimo accesso di Whatsapp. “Credo che non abbia retto a tutti i farmaci che prendeva per via della depressione”, ha spiegato Fabiola Palese in un’intervista al Messaggero.

I dubbi di Fabiola Palese

Raggiunta al telefono, ai microfoni di Pomeriggio 5 l’ex compagna di Calissano ha raccontato tutto il suo dolore. "Non voglio che venga ricordato solo per le circostanze della sua morte o per quello che lui ha fatto nel 2005", spiega nell'intervista di Giorgia Scaccia. "A lui faceva male che venisse sempre rimarcata questa cosa. Era sensibilissimo". Le ultime ore prima del ritrovamento del suo corpo restano un mistero. La porta di casa, blindata. "Paolo non si chiudeva dentro", spiega Fabiola Palese, "quando vivevamo insieme ero io a dare le mandate perché ero fissata, lui non lo ha mai fatto", aggiunge. La donna conferma quanto raccontato al Messaggero sull'assunzione di farmaci per dormire: "Ultimamente dormiva sempre. Era appena uscito da una clinica, da circa un mese, proprio per sistemare il sonno".

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La psicologa di Calissano: "Paolo voleva riprendersi la vita"

Intervistata da Pomeriggio 5 anche la psicoterapeuta che ha avuto in cura l'attore a Genova. "Quando ho visto Paolo era voglioso di cambiare, di riprendersi la vita", spiega la dottoressa raggiunta telefonicamente. "Era molto motivato e determinato", spiega. "Purtroppo talvolta i farmaci legati a questo tipo di patologia cozzano con le droghe assunte e risulta un mix mortale", aggiunge la psicoterapeuta che conserva di lui un ottimo ricordo. "Era una persona buona d'animo, ma non è stato altrettanto generoso con sé stesso".

Patrizia Mirigliani: "Le dipendenze portano ad essere soli"

Patrizia Mirigliani è ospite in studio a Pomeriggio 5 durante il blocco dedicato alla morte dell'attore. Pochi giorni prima a Calissano aveva dedicato un post su Instagram, nel quale aveva parlato del nesso che collega tragicamente la dipendenza dalla droga alla solitudine: "So cos’è la dipendenza e so quanta fatica si faccia ad uscirne. So quanto si è soli. Anche mio figlio ha vissuto momenti difficili in cui è stato abbandonato da tutti". Sui social spiegava:

Si può morire anche per solitudine interiore, per incapacità di farcela, per fragilità, per mancanza di sostegni e supporti adeguati. La dipendenza non si debella facilmente, si radica nel cervello e agisce lentamente e inesorabilmente. Solo con tanta forza e determinazione se ne può uscire.⁣

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