La famiglia di Naya Rivera chiude con un accordo economico la causa legale avviata dopo la sua morte
La morte di Naya Rivera, avvenuta nel luglio del 2020, improvvisamente e a causa di quello che si potrebbe definire un incidente nelle acque del lago Piru, ha destabilizzato e non poco il mondo dello spettacolo americano, dal momento che l'attrice e star di Glee ha perso la vita a soli 33 anni mentre si trovava con suo figlio, al quale voleva concedere una semplice gita in barca. A seguito del decesso il suo ex marito, l'attore Ryan Dorsey, ha intentato una causa nei confronti della contea di Ventura, dove è stato ritrovato il corpo esanime della sua ex compagna, che si è conclusa stipulando un accordo economico.
La causa avviata dall'ex marito
Quella che doveva essere una giornata in barca tra madre e figlio, si è poi trasformata in una vera e propria tragedia durante la quale Naya Rivera, che aveva abbandonato la barca per concedersi una nuotata nel noto lago Piru, lasciando il suo bambino addormentato, non ha più fatto ritorno, come ha dichiarato anche il piccolo Josey agli investigatori. Il corpo della donna è stato ritrovato quattro giorni dopo la scomparsa. Ryan Dorsey, quindi, ha deciso di avviare una causa per omicidio colposo nei confronti della contea di Ventura, lo United Water Conservation District e l’azienda turistica Parks Management Company che gestiscono il lago a nord-ovest di Los Angeles, dove si è verificato l’incidente.
L'esito della causa
Dopo due anni dalla morte dell'attrice, quindi, la causa si è finalmente chiusa e, infatti, le due parti sono giunte ad un accordo economico, in merito al quale l'avvocato della famiglia Rivera, Amjad M. Khan, ha dichiarato: "Grazie a questo accordo, Josey riceverà il giusto risarcimento per la perdita della sua amata madre sul lago Piru. Nonostante la tragica perdita della madre di Josey non possa mai essere veramente superata, siamo molto lieti che il risarcimento aiuterà in modo significativo Josey ad andare avanti con la sua vita oltre questa tragedia". La barca, quindi, non era conforme agli standard di sicurezza della guardia costiera degli Stati Uniti e, inoltre, non era equipaggiata nel modo adeguato.