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Il ritorno in sala di Nanni Moretti con Tre Piani: “Non ho venduto il mio film alle piattaforme”

Nanni Moretti è tornato a parlare della sua scelta di aspettare che le sale cinematografiche riaprissero per il debutto del suo film, “Tre piani”, uscito lo scorso settembre.
A cura di Ilaria Costabile
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Lo scorso settembre è arrivato nelle sale l'ultimo film di Nanni Moretti, ovvero "Tre Piani", tratto dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo, accolto da ben undici minuti di applausi al Festival del Cinema di Cannes. Nel corso di una proiezione tenutasi a Roma, il regista ha ribadito la sua scelta di aspettare che fosse nuovamente consentito andare al cinema, piuttosto che affidare la pellicola alle piattaforme streaming come è accaduto per molti titoli usciti nel lungo periodo della pandemia.

Le ragioni di Nanni Moretti

L'iconico regista romano, quindi, ha spiegato il motivo per cui ha ritenuto opportuno aspettare che le sale cinematografiche riaprissero al pubblico, senza voler sminuire le scelte che hanno fatto altri produttori che, invece, hanno preferito ripiegare sull'uscita in streaming:

Siccome quando scrivo, giro un film, lo produco e lo recito penso al cinema e alla sala come luogo per vedere il mio lavoro, ho aspettato un bel po' che i cinema riaprissero. Non ho fatto come quei produttori che hanno venduto i loro film alle piattaforme.

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I commenti sul film

Il film è stato particolarmente divisivo, ottenendo in risposta sia consensi che qualche perplessità, eppure Moretti ha spiegato come il suo intento fosse quello di mostrare quanto sia necessario affrontare le difficoltà insieme, piuttosto che farsi separare da quest'ultime, come accade anche ai protagonisti del libro di Eshkol Nevo, in cui ogni racconto era in realtà cosa a sé rispetto agli altri:

Il libro da cui sono tratti la sceneggiatura e il film  parlano della nostra tendenza a condurre vite isolate, a fare a meno di una comunità che pensavamo non esistesse più. Ecco, la pandemia è come se avesse smascherato questa bugia. Il concetto di comunità è tornato alla ribalta. Dobbiamo affrontare e uscire tutti insieme da questo periodo così cruciale.

Altro punto, poi, su cui si è soffermato il regista è stata la diversità che ha voluto imprimere nella gestione delle problematiche tra uomini e donne, infatti ha dichiarato: "I personaggi femminili hanno un modo diverso di affrontare i conflitti. Gli uomini sono fermi, inchiodati alle loro convinzioni, alle loro paure e al senso assoluto di giustizia, convinti ostinatamente di stare dalla parte della ragione. I personaggi femminili cercano di ricucire e sciogliere i conflitti, di lasciare spazio all' altro, un cambio di prospettiva non solo nella vita privata ma anche in quella pubblica". 

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