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Christina Applegate, affetta da sclerosi multipla, vive il dramma della figlia: “Ha la POTS a soli 13 anni”

L’attrice, che già combatte con la sclerosi multipla, ha annunciato la POTS con cui combatte la figlia: “Odio che tu debba affrontare questo, mia cara. Lo odio davvero”.
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Christina Applegate ha rivelato che sua figlia di 13 anni, Sadie, ha avuto diagnosi della POTS, ovvero la sindrome da tachicardia posturale ortostatica, detta anche ‘tachicardia a riposo'. Si tratta appunto di un disturbo cronico che colpisce la circolazione sanguigna e il sistema nervoso autonomo, causa svenimenti, dolori al petto, tremori, mancanza di respiro e sudorazione.

La rivelazione di Christina Applegate

L'annuncio della POTS diagnosticata alla figlia Sadie è solo l'ultimo problema di salute per la famiglia. Christina Applegate, infatti, convive già da tre anni con la sclerosi multipla e proprio durante le ultime apparizioni pubbliche è apparsa già molto provata dalla malattia. L'attrice di Dead to me ne ha parlato nel suo podcast MesSy e ha lasciato parlare anche sua figlia Sadie che ha spiegato la sua condizione: "Quando mi alzo in piedi, mi sento molto, molto stordita, e le mie gambe diventano molto deboli, e mi sembra di svenire". La madre ha quindi detto:

Odio che tu debba affrontare questo, mia cara. Lo odio davvero. Sono triste. Ma ti amo e so che starai bene. E sono qui per te, e ti credo. E grazie per aver portato alla luce e consapevolezza su questa condizione.

La sindrome da tachicardia posturale ortostatica di Sadie Applegate

Che cos'è la POTS? È detta sindrome da tachicardia posturale ortostatica e si tratta di una condizione che colpisce nel momento in cui una persona si alza. Il sangue, quindi, resta nella parte inferiore del corpo invece di scorrere provocando una frequenza cardiaca irregolare, che supera i 100 battiti al minuto.

La sclerosi multipla di Christina Applegate

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Nell'agosto 2021, Christina Applegate ha rivelato che le era stata diagnosticata la sclerosi multipla pochi mesi prima. Una diagnosi che ha costretto anche la produzione di Dead to Me, la serie Netflix, per cinque mesi. Nel corso di un'apparizione a Good Morning America in marzo, aveva spiegato: "Ho notato, specialmente nella prima stagione, che stavamo girando e la mia gamba cedeva. Lo attribuivo semplicemente alla stanchezza, alla disidratazione o al tempo. Poi non succedeva nulla per mesi, e non ci prestavo attenzione". 

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