Enrico Papi: “La monogamia non esiste, ma mia moglie Raffaella non mi perdona la mia libertà”
Al termine della sua avventura come opinionista all’Isola dei Famosi, Enrico Papi si racconta in un’intervista esclusiva a Chi, parlando del suo rapporto con la moglie Raffaella Schifino, con la quale ha appena festeggiato 25 anni di matrimonio. Per diverso tempo hanno vissuto distanti, ma è proprio la formula che si basa sulla libertà di entrambi, a quanto pare, a far funzionare la coppia.
La libertà è il segreto per un lungo e sano matrimonio
Si sono sposati nel 1998 e insieme hanno avuto due figli, Rebecca nata nel 2000 e Jacopo nato nel 2008. La sua famiglia è sempre stata la sua forza, ma per il conduttore gli affetti non hanno mai costituito un vincolo alla sua libertà personale e lavorativa. “Se consideriamo i periodi in cui siamo stati lontani, la metà degli anni di sicuro non l’abbiamo trascorsa insieme”, scherza rispondendo a Chi. “Mia moglie non mi perdona la mia libertà”, ammette. “Sono ancora dell’idea che l’essere umano non sia nato per essere monogamo”, spiega. “Negli equilibri di coppia può succedere di tutto, l’importante è che non venga meno il rispetto”, prosegue. “La fedeltà come la intendiamo noi non esiste. Quelli che dicono il contrario mentono, sapendo di mentire”, sorprende Papi.
Se perdonerei un tradimento? Certo che sì. Il tradimento è sopravvalutato, poi chiaramente dipende dall’entità. Raffaella sa perfettamente che sono attratto dalla bellezza e che sono curioso per natura. Con questo non sto dicendo che siamo una coppia libertina, ma nel nostro rapporto non regna l’ipocrisia. Nessuno è proprietario dell’altro.
I momenti di crisi nelle nozze d’argento di Enrico Papi
“Incontrare una donna come lei è una fortuna, poi chiaramente anche noi abbiamo avuto i nostri alti e bassi, abbiamo vacillato parecchie volte”, ammette il conduttore, ammettendo che spesso il merito è stato di sua moglie Raffaella, che si è mostrata sempre paziente e comprensiva. “La passione certamente è cambiata”, continua Papi. “Dopo un po’ nei matrimoni si diventa come dei parenti”, spiega con un certo rammarico. “In alcuni momenti siamo complici, in altri amanti, in altri ancora marito e moglie, in altri amici perfetti”.