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Winnie The Pooh – Sangue e Miele è un film stupido proprio come sembra

Su Prime Video il film che vede protagonista Winnie The Pooh armato di martello e assetato di vendetta violenta. Titolo attesissimo dai fan dell’horror e non solo, purtroppo si rivela una cocente delusione: al mondo non c’è abbastanza miele per addolcire il torto subito dall’incauto spettatore.
A cura di Grazia Sambruna
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Eppure, riuscivano a esserci delle aspettative. Winnie The Pooh – Sangue e Miele è il suggestivo titolo dell’horror appena sbarcato su Prime Video. Un palese guilty pleasure che prometteva di rivelarsi irrinunciabile per gli amanti degli Z-movie. Un totale ribaltamento della storia del dolcissimo orsacchiotto giallo antropomorfo che tutti conosciamo ma che mai avremmo immaginato armato di martello e assetato di truce vendetta. Invece, il regista, produttore e sceneggiatore del film, tale Rhys Frake-Waterfield, classe 1991, ha covato questa surreale idea e le ha anche dato i natali attraverso la sua neonata casa di produzione, Jagged Edge Productions. Sì, Winnie The Pooh – Sangue e Miele è pure un’opera prima, tra le altre disgrazie. Vale la pena di spenderci un’ora e quaranta minuti? No. E siamo qui proprio per avvertirvi.

Mai far arrabbiare un amico immaginario. Questa, se vogliamo, l’unica utilità pratica che la pellicola è oggettivamente in grado di regalare all’incauto spettatore. La trama è presto detta: Winnie The Pooh, una volta che il “suo” bimbetto umano cresce e si scorda di lui, sviluppa un rancoroso complesso dell’abbandono. E, invece di elaborarlo in terapia, un bel mattino si sveglia e sceglie la violenza. Violenza che sarebbe stato anche divertente vedere nel film. Purtroppo, però, non c’era budget. I 100mila dollari spesi per la realizzazione del lungometraggio – comunque una cifra ridicola in ambito cinematografico – hanno permesso a cast e crew la diaria giornaliera, si spera, e un giro al discount alla ricerca di maschere per Halloween in offerta. E così, Winnie The Pooh e i suoi compagni riprendono vita in streaming, all’interno di un film dalla fotografia cupa. Non tanto per le tinte horror, ma proprio perché, anche ad alzare al massimo la luminosità dello schermo, si vede poco e niente. L’unico effetto speciale è l’immaginazione del pubblico chiamata a scendere in campo a ogni stacco su una scena che presagisce sangue e impicci di effetti speciali sulla carta e nella pratica troppo costosi.

Il regista Rhys Frake-Waterfield, di certo un sognatore, forse anche un visionario, ha deciso di fare un film senza averne i mezzi e il risultato non poteva che essere un disastro. Gente che urla nella semioscurità per un’ora e quaranta minuti, aspettando una morte violenta che, in ogni caso, non vedremo. Quasi mai. Il tutto mentre un tizio con la maschera da orsacchiotto arrabbiato si aggira, silente e implacabile, armato di martello per spaccare crani nella notte. Di vittime ne fa pure, ma si tratta di personaggi così platealmente imbecilli – scritti per sentito dire – che, dopotutto, non riusciamo a prendere né a piangere sul serio.

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A prendersi sul serio è invece Rhys Frake-Waterfield. Purtroppo, senza piangere. Il novello regista ha infatti già annunciato un sequel di cotanto pregevole primo capitolo. Uscirà nel 2024. Non pago, ha pure lasciato intendere che siano in arrivo, sempre grazie al suo genio creativo, film a tinte horror su altri amici immaginari della nostra infanzia. I titoli provvisori non fanno ben sperare: “Bambi – La Resa dei Conti” e “Peter Pan – Incubo sull’Isola che non c’è”. Saranno altre perdite di tempo? Con ogni probabilità, sì. E non lo scriviamo certo per snobismo. Lo Z-movie è, a suo modo, un’arte. Bisogna saperla padroneggiare. Avere una buona idea iniziale, come in questo caso, è condizione necessaria ma, da sola, ben lungi dalla sufficienza.

Winnie The Pooh – Sangue e Miele si rivela, dunque, insulso quanto ci si sarebbe potuti aspettare senza nemmeno concedergli cinque minuti di visione. Il classico esempio di film messo in piedi alla veloce per racimolare hype. Hype che si è pure generato ma che ora va a scontrarsi con una pellicola insignificante, frettolosa e che di mortale ha solo la noia. Non si bistrattano così i fan dell’horror, sia pure del campionato Z. Se Winnie The Pooh non dimentica un torto subito, gli spettatori nemmeno.

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Sto scrivendo. Perennemente in attesa che il sollevamento di questioni venga riconosciuto come disciplina olimpica.
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