Wee Man di Jackass: “Biancaneve senza i nani non è una cosa bella per la nostra comunità”
Vi ricordate di Wee Man dei Jackass? L'attore della popolare trasmissione demenziale, fatta di stunt-man prodotta da Mtv, ha detto la sua sul caso della nuova versione di Biancaneve. In particolare, il suo commento è in riferimento alla scelta della Disney di eliminare i nani, trasformandoli in creature magiche: "È un danno per la nostra comunità", ha detto l'attore. Insomma, la scelta che andrebbe proprio nella direzione di proteggere la comunità dai pregiudizi, una posizione che peraltro è condivisa con un altro grande attore della categoria, Peter Dinklage, per Wee Man invece sarebbe "un'altra minaccia esistenziale".
Le parole di Wee Man
I giornalisti di Tmz ha incontrato l'attore, stella assoluta di "Jackass" all'Apple Pan a Los Angeles e gli hanno chiesto cosa ne pensa del fatto che il film Disney abbia sostituito i nani con persone di altezza media. Questa è stata la risposta dell'attore, che ha criticato anche l'utilizzo di Hugh Grant per i personaggi degli Umpa Lumpa in "Wonka": "È una domanda molto interessante e ne stiamo parlando molto in questi giorni. La nostra categoria artistica è già minacciata dall'intelligenza artificiale e questo è un altro duro colpo. E così togli altro lavoro a persone che potrebbero fare questo ruolo". E ancora: "Proprio nei giorni scorsi abbiamo parlato anche del problema che c'è in Wonka, dove Hugh Grant ha avuto il ruolo degli Umpa Lumpa".
Peter Dinklage pensa invece che sia giusto
La posizione di Wee Man è invece opposta a quella di un altro grande attore, ovvero Peter Dinklage. Proprio l'attore aveva criticato a priori la Disney quando ha saputo dell'inizio della produzione del live action di "Biancaneve", non sapendo ancora del cambio di rotta della maison di Topolino ma commentando la scelta di Rachel Zegler, attrice latina, per il ruolo principale: "Non voglio mancare di rispetto a nessuno", ha sottolineato Dinklage, "ma la scelta di avere un'attrice latina come protagonista non giustifica il mantenimento di una storia che perpetua stereotipi dannosi. Dobbiamo fare un passo indietro e valutare con occhio critico ciò che stiamo presentando al pubblico. Siamo davvero progressisti se continuiamo a raccontare trame antiquate e non inclusive?".