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Teresa Saponangelo spiega il valore della scena delle arance per Sorrentino in È stata la mano di Dio

Teresa Saponangelo è l’attrice che ha interpretato Maria Schisa, la madre di Paolo Sorrentino, in È stata la mano di Dio e ha spiegato il perché per il regista fosse così importante la scena delle arance nel film.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra gli attori che hanno reso "È stata la mano di Dio" il film più intenso di Paolo Sorrentino c'è senza dubbio Teresa Saponangelo, che ha interpretato Maria, la madre del regista partenopeo, in maniera delicata e profonda, mostrando tutta la sua professionalità e la capacità di entrare così minuziosamente in un ruolo chiave per un film che già nasce con la grande aspettativa di essere un capolavoro. L'attrice tarantina, intervistata da Vanity Fair, ha rivelato alcuni dettagli del lavoro sul set e ha spiegato perché per il regista fossero così importanti le scene in cui giocava con le arance.

Un'abilità da non perdere

Il ruolo di Maria Schisa è arrivato gettando luce su una bravura già ampiamente consolidata, sebbene principalmente sulle scene teatrali, ma quella di Teresa Saponangelo è la bravura data non solo dalla piena conoscenza del personaggio, ma anche dell'esercizio, continuo e metodico, come ha raccontato lei stessa alla rivista, parlando di cosa è stato per lei difficile raccontare di un personaggio così importante:

La sua complessità, la sua rotondità. E ho lavorato moltissimo sulle arance, farle cadere era una mia grande preoccupazione. La scena più difficile è stata giocare con le arance e contemporaneamente piangere, significava controllare tutto al cento per cento. Mi sono esercitata per un mese e mezzo finché giocare con le arance è diventato un automatismo. Lo faccio ancora, e ogni tanto mi dico che dovrei farlo di più. È un’abilità che non vorrei perdere. È anche il bello del mio mestiere: potere esprimersi in tanti modi, con delle carte che non avresti mai immaginato

Il ruolo delle arance nel film

Come Sorrentino, anche Teresa Saponangelo ha perso suo padre da bambina, ma il suo dolore non è andato ad intrecciarsi con quello che il regista ha voluto raccontare nel suo film: "Non è stato motivo di pensiero sul lavoro, sono altre le emozioni che mi hanno attraversato, legate molto più ai sentimenti di coppia. E con Paolo mi sono trovata particolarmente bene, mi ha dato grandissima fiducia, non mi ha detto niente che potesse creami ansia. Solo ogni tanto diceva a un suo collaboratore: “chiedi a Teresa se si sta allenando con le arance?". Alla domanda sul perché le arance e il conseguente giocarci avesse un ruolo così significativo nel film, ma soprattutto per il regista, l'attrice ha così risposto:

Si tratta dell’elemento un po’ estraneo a tutto, quello che sorprende sempre. Un elemento narrativo che non ti aspetti, un espediente che permette al personaggio di esprimersi in maniera opposta, ossia concentrata su un’azione fisica diversa da quella sta affrontando emotivamente.

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