Svolta nel mondo dell’hard, l’icona del porno femminista Erika Lust sbarca su Pornhub
L'icona del porno femminista Erika Lust ha deciso che i contenuti della sua casa di produzione sbarcheranno su Pornhub. Notizia apparentemente minore, ma si tratta di una svolta rilevante nell'industria del porno. Erika Lust è infatti una regista, produttrice cinematografica e scrittrice svedese femminista che per anni ha portato avanti una filosofia orientata a ribaltare i parametri del porno tradizionale, proponendo una visione della sessualità più incline a uno sguardo etico e femminista, appunto. L'opposto di ciò che per anni ha rappresentato Pornhub, contro cui Lust si è spesso esposta, sostenendo la fruizione di porno a pagamento e criticando apertamente il portale canadese, al quale non ha mai ceduto contenuti.
Le parole dell'educatrice sessuale Giulia Zollino
Per questo la decisione della Erika Lust Film, comunicata a tutti i performer a inizio giugno, ha lasciato interdetti molti affiliati della casa di produzione. Uno scossone che ha ben spiegato nelle sue storie Instagram Giulia Zollino, educatrice sessuale e sex worker molto seguita sui social. Queste le parole con cui ha raccontato l'accaduto:
A inizio giugno Erika Lust Film ha mandato una mail a tutti i performer informandoci che tutti i nostri contenuti sarebbero sbarcati su Pornhub. Tante motivazioni, sostanzialmente si dice che è arrivato il momento di ampliare il pubblico e offrire la possibilità ai consumatori di questi canali di fruire di porno alternativo […] Dicono anche di aver parlato con Pornhub e aver capito che l'azienda che possedeva il gruppo ha venduto a un'azienda che si chiama Ethical Capital Partners, aggiungendo che altre case di produzioni indipendenti hanno fatto la stessa scelta. Pornhub non sarà il solo canale su cui sbarcherà Lust.
Zollino, che ha lavorato come performer per diversi contenuti di Erika Lust Film, ha quindi spiegato le sensazioni vissute: "A me ha un po' sorpreso ricevere questa mail, un po' per la retorica portata avanti da Lust in questi anni, che ha parlato più volte male di Pornhub, però i tempi cambiano e alcune motivazioni sono condivisibili. Ma mi stupisce la modalità, che non prevede spazio di dialogo, ma una comunicazione, noi faremo così e non importa cosa tu abbia scelto anni fa, appoggiando la nostra battaglia, quella di pagare per il porno. Poi c'è anche un discorso di maggiore visibilità ed esposizione che non è detto che le persone vogliano avere. Mi avessero mandato questa mail anni fa, mi sarei sotterrata probabilmente, visto che una delle ragioni di collaborare con Lust significava stare su una piattaforma a pagamento con visibilità minore. Questo voglio dire a chi vuole fare il porno online, perché non si sa mai dove i tuoi contenuti possano finire. Nonostante tu possa essere sicura, magari rischi di finire su Pornhub e quindi bisogna farsi una domanda più volte […] Attenti a cosa firmate".
Poche ore dopo la stessa Zollino ha poi specificato di aver ricevuto delle risposte dalla casa di produzione, che ha precisato intenda consentire alle performer facoltà di scelta sulla presenza delle proprie immagini su altre piattaforme.
Le criticità di Pornhub negli ultimi anni
Negli ultimi anni Pornhub si è imposto senza dubbio come il portale di materiale per adulti più noto al mondo, anche grazie ad un approccio comunicativo orientato all'idea di valicare i confini dell'hard ed entrare nel dibattito pubblico. Un'esposizione che ha fruttato grande interesse da parte del pubblico e un effetto normalizzazione, senza però risparmiare la piattaforma di polemiche e momenti di criticità. Una delle più pesanti è stata quella del 2020, quando un articolo il New York Times accusava il sito di aver pubblicato video pedopornografici, revenge porn, video girati di nascosto a donne in doccia, contenuti razzisti e misogini e persino filmati di donne asfissiate in sacchetti di plastica. Nel 2022, inoltre, Instagram aveva a sua volta deciso di chiudere l'account PornHub per diverse violazioni sui contenuti espliciti.
Il comunicato del sindacato dei sex worker
Sono ragioni che rendono ancora più difficile da comprendere la scelta della casa di produzione riconducibile a Lust. Nelle scorse ore si è esposto in merito anche Otra Sindacato, la struttura sindacale che supporta sex worker e lavoratori del mondo del porno. Lo ha fatto con un lungo comunicato in cui ha spiegato di aver chiesto chiarimenti al team di Lust per rassicurare i lavoratori:
Martedì scorso, 20 giugno, abbiamo incontrato le persone del team di Erika Lust per portare loro diversi problemi: 1. Il disagio di molti artisti per la decisione della società di produzione di iniziare a caricare contenuti su PornHub. 2. Disagio con la comunicazione del fatto compiuto. Il produttore ha inviato un'e-mail agli artisti spiegando la decisione. In nessun momento è stato incoraggiato o contemplato l'implementazione di un canale di comunicazione con quelle persone che non volevano che le loro scene venissero caricate su PornHub, senza per questo motivo smetteranno di chiamare per lavorare con Erika Lust. 3. Che qualcosa sia legale non significa che sia lecito o etico. Una casa di produzione di film per adulti che ha fatto dell'etica e del femminismo la sua bandiera dovrebbe essere più attenta ai suoi passaggi, a come comunicarli e cosa offrire in compenso agli interpreti. Non dovrebbe mai essere un'opzione usare la paura o situazioni precarie come scudo contro critiche o negatività. Se alzo la voce, se mi lamento, se rifiuto, continueranno a chiamarmi? Con tutto questo sul tavolo, inviamo loro una proposta: riscrivi quell'e-mail e inviala di nuovo e che in essa diano la possibilità a coloro che non vogliono che i loro contenuti vengano caricati su PornHub di dirlo chiaramente senza timore di rappresaglie o liste nere. La prossima settimana avremo risposte ad alcune delle nostre richieste e proposte.
Il tema della pornografia è di grande attualità in Italia. Da settimane se ne parla in relazione alla vicenda di Maria Sofia Federico, la ragazza che ha scelto di diventare una sex worker e entrare nel mondo del porno non appena compiuti i 18 anni. Anche lei legata alla prospettiva del porno etico, come aveva spiegato in un'intervista a Fanpage.it, nelle ultime settimane è stata scelta per entrare a far parte dell'academy di Rocco Siffredi.