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Stop sciopero sceneggiatori a Hollywood dopo 5 mesi, ma gli attori restano fermi

Si ferma dopo 146 giorni lo stop degli sceneggiatori che ha messo in ginocchio Hollywood, contribuendo alla dispersione di oltre 5 miliardi di dollari. Ma la situazione non è risolta: lo sciopero degli attori partito il 14 luglio non si ferma.
A cura di Andrea Parrella
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A Hollywood si comincia a rifiatare. Dopo 146 giorni di sciopero, sceneggiatori e produttori hanno raggiunto un accordo sui termini del nuovo contratto triennale della categoria. Cinque lunghissimi mesi, che hanno dato il via a uno degli stop più lunghi della storia di Hollywood. "Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio con l’Alleanza che riunisce gli Studios tradizionali e piattaforme di streaming (Amptp). È stato possibile grazie alla tenace solidarietà degli iscritti e allo straordinario supporto degli altri sindacati dello spettacolo". Così recita la nota inviata ai propri iscritti dalla Writers Guild of America, il sindacato che rappresenta appunto gli sceneggiatori.

L'accordo è ancora provvisorio, il nodo intelligenza artificiale

Un accordo che viene definito "eccezionale" e che prevede "passi avanti significativi per autori e sceneggiatori di tutti i settori". Si legge ancora: "Quello che resta da fare al nostro staff è assicurarsi che tutto venga messo nero su bianco in modo appropriato. E anche se non vediamo l’ora di condividere con voi i dettagli di ciò che abbiamo ottenuto, non possiamo farlo finché non avremo messo l’ultimo puntino sulla i". Una crisi non del tutto chiusa, visto che l'accordo stesso viene definito "provvisorio", mancando la stesura finale del documento da visionare. Tuttavia, non pare in discussione la chiusura delle ostilità sul fronte dello sciopero degli sceneggiatori, che sono riusciti a raggiungere obiettivi soddisfacenti sotto tutti gli aspetti al centro della protesta: aumenti della paga minima, garanzie sulla fase di scrittura dei soggetti, percentuali più alte dei diritti d’autore per le opere destinate allo streaming. Sebbene non siano ancora chiari i dettagli dell'accordo, anche sul piano dell'intelligenza artificiale, che era tra i principali nodi del mancato accordo, sarebbe arrivata una risposta importante.

La svolta sarebbe arrivata lo scorso mercoledì, a distanza di un mese circa dall'ultimo incontro poco fruttuoso, che pareva dettare quasi una condizione di fase di stallo. A sedersi al tavolo anche Ted Sarandos in rappresentanza di Netflix, Donna Langley della Universal, Bob Iger della Disney e David Zaslav della Warner Bros. Un ruolo importante di mediazione sarebbe stato quello del governatore della California Gavin Newsom. Così è stato raggiunto l'accordo lo scorso sabato, che ha portato alla fine di uno sciopero costato un lungo stop alle attività e perdite per oltre 5 miliardi di dollari.

Lo sciopero degli attori non si ferma

Nonostante l'accordo tra studios e sceneggiatori, non si è ancora risolta la questione relativa allo sciopero degli attori, partito più tardi ma ancora in corso dal 14 luglio. Sono decine di migliaia i professionisti che restano in sciopero, dato che il sindacato (Sag-Aftra) non è ancora riuscito a raggiungere un accordo con gli Studios. Il bilancio ammonta a oltre 100mila i lavoratori di Hollywood fermi tra attori, registi, operatori di macchina, truccatori, tecnici delle luci, direttori della fotografia e non solo. Un blocco che ha fatto slittare i principali eventi del mondo dello spettacolo,tra cui gli Emmy Awards, previsti con 4 mesi di ritardo.

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