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Sister Act in Tv, il rito laico di Rai1 che prescinde da ogni stagione

Sia Natale, primavera, o in una coda d’estate come quella in cui ci troviamo, Sister Act non pare mai fuori luogo, svincolato dalla stagionalità tipica di un evento televisivo. La frequenza con cui Sister Act viene riproposto rende il film con Woopi Goldberg una sorta di caso.
A cura di Andrea Parrella
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Decenni di analisi e dibattito per cercare il modello televisivo del successo perfetto, quando la risposta è davanti ai nostri occhi da lungo tempo: si chiama Sister Act. Il motivo di questa riflessione nasce naturalmente dall'ennesima, ma mai eccessiva, replica dei due film di inizio anni Novanta, in prima serata su Rai1.

C'è infatti una considerazione che bussa alla mente dello spettatore quando assiste a un esempio cristallino del concetto di ciclicità casuale quale è Sister Act: ma non l'avevano già dato in Tv meno di tre mesi fa? E c'è una ragione per la quale questa domanda si affaccia con tale prepotenza: la frequenza con cui Sister Act viene effettivamente riproposto su Rai1.

Non che dia fastidio, anzi, questo film rappresenta forse il piacere proibito di tanti telespettatori, che non riescono a fare a meno di guardare una volta inciampati nell'ennesima e benedetta replica del film con Whoopi Goldberg. Un successo senza tempo che, caratteristica rara per le saghe cinematografiche di particolare successo, ha probabilmente un secondo atto di livello superiore al primo.

La frequenza di Sister Act è tale da rendere questi due film, concepiti come uno, adatto ad ogni tempo, svincolato dalla stagionalità tipica degli eventi televisivi. Sia il periodo natalizio, sia la coda dell'estate, trattasi di un momento morto della programmazione primaverile, Sister Act non pare mai fuori luogo. E risiede qui forse l'elemento segreto di questo caso televisivo. Perché è di questo che stiamo parlando. Quando un film trascende la sua natura cinematografica e innesca dinamiche con il sistema televisivo.

Basta poi riflettere rapidamente sulla trama di Sister Act, specie quella del secondo film, che racconta di un contesto difficile in cui ragazzi e ragazze si "salvano" e aggregano grazie alla musica e attorno alla scuola, e si capisce perché questo film abbia sempre qualcosa di molto attuale da raccontare e su cui far riflettere, qualunque sia il contesto storico in cui viene calato.

Ma tutto questo domattina svanirà e sarà un vago ricordo, per prepararci alla prossima replica che ci porterà a dire: ma non l'avevano già dato in Tv meno di tre mesi fa?

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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