Senza fine, il docufilm su Ornella Vanoni esce al cinema: la trama è in un dialogo a cuore aperto
Arriva nelle sale domani, giovedì 24 febbraio 2022, "Senza Fine" il docufilm su Ornella Vanoni diretto da Elisa Fuksas, già regista di documentari come "L'Italia del nostro scontento" e "Black Mirror". Presentato alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, nelle giornate degli autori, il film racconta in maniera sincera, schietta e scevra di sovrastrutture, la grandezza e la complessità di un'artista come la cantante che ha segnato la musica italiana e il suo immaginario. Un viaggio attraverso gli anni, le emozioni, i successi, ma anche le fragilità di una donna che non ha più timore di raccontare e raccontarsi. Il film
Ornella Vanoni Senza Fine
Il tutto è ambientato in un hotel termale degli Anni 40, un posto neutrale, in cui sia Ornella Vanoni che la regista entrano l'una nella vita dell'altra, senza soluzione di continuità, facendosi accompagnare dalla musica, segnate dalla fatica di girare in una torrida estate, sotto al sole, ma accompagnate in questo percorso anche da personaggi come Samuele Bersani, Vinicio Capossela e Paolo Fresu che accompagnano l'artista con la loro sensibilità musicale e danno modo alla regista di toccare delle corde delicate e nascoste della vita di Ornella Vanoni che, con il suo raccontare, diventa lei stessa un personaggio etereo, fiabesco. La memoria, i ricordi, il passato si fondono al presente, fatto di incertezze e fatiche, ma anche di una grande accettazione per tutto quello che è stato e che sarà.
Il racconto della regista Elisa Fuksas
Le parole di Elisa Fuksas chiariscono perfettamente cosa accade in questo cammino che sembra una chiacchierata tra due persone che provano a scoprire tutto l'una dell'altra, ma è avvolto in un'atmosfera decisamente più leggera e fantasiosa. La regista, infatti, racconta: "Le ho chiesto che significa fare un film su di te? Lei: Un film sulla mia vita; fino a un certo punto è
reale poi è irreale. È come una fiaba, è bello finire la vita in una fiaba". Nelle sue note di regia, quindi, emerge la volontà di restituire un'immagine non propriamente definita e incasellata di una donna che è stata cantante, attrice, madre, figlia, in un continuo rincorrersi tra suggestioni e realtà: "Con Ornella non c'è tempo di pensare, si può solo fare. E poi scoprire che fare è un modo di pensare. E di raccontare, anche una fiaba, anche la vita".