Pio e Amedeo a Fanpage.it: “Per anni ci hanno chiamato terroni, oggi non è nemmeno più un’offesa”
Pio e Amedeo tornano al cinema con il nuovo film Belli Ciao, nelle sale dal 1 gennaio 2022. Dopo il successo televisivo di Felicissima Sera, che tornerà con la seconda stagione in prima serata su Canale 5, il suo comico pugliese apre il nuovo anno con un film irriverente e spensierato diretto da Gennaro Nunziante, regista di diversi film di Checco Zalone. "È un percorso che abbiamo appena iniziato quello al cinema, noi veniamo dalla tv", raccontano a Fanpage.it. "Abbiamo già fatto un film in passato, ma i tempi non erano maturi. Con Gennaro Nunziante siamo certi di regalare al pubblico una storia onesta e divertente".
Il film si apre con un’immagine: Sant’agata di Puglia, Pio e Amedeo sono bambini, due amici inseparabili. Amedeo, l’attore che interpreta il tuo personaggio non è proprio tuo figlio?
La scena è dettata dal fatto che cercavano un bambino che facesse da comparsa. Chiesi quanto era il compenso, mi dissero 400 euro (scherza, ndr). Dissi ‘Scusate c’è mio figlio, perché glieli dobbiamo dare agli altri questi soldi?!’. Almeno si fa il regalo da solo quest’anno, che già quanto mi costa… È stata una scelta di cuore.
Pio, tu però hai solo una figlia femmina…
Sì, infatti l’altro bambino non è mio figlio, però mi ha dato 300 euro. 100 glieli ho lasciati, gli ho detto non dire niente a mamma.
Nel vostro ruolo di insider nella Milano da bere sembra esserci molto di Emigratis. Cosa portate di quell'esperienza televisiva in questo nuovo film?
C'è sicuramente una componente autobiografica: l'approccio alla vita milanese è una cosa che abbiamo vissuto sulla nostra pelle. A partire dalla reazione che inizialmente avevamo davanti ai buffet abbondanti degli aperitivi. Eravamo scioccati. Ci hanno provato anche al Sud, i bar si sono ‘accappottati'. Se regalassero cibo in quel modo andrebbero in fallimento!
C'è un'evidente polarità tra il Nord, dinamico ed efficiente, e il Sud che ha ritmi diversi ma salva i rapporti umani. Non temete di trovarvi i milanesi contro?
È un film che analizza la modernità, la rincorsa al successo. In realtà abbiamo preso Milano come simbolo, perché è la città più moderna d'Italia, ma rappresenta più in generale la realtà di business, shopping, advertising… Milano è un po' il nostro cavallo di Troia, che ci permette di esorcizzare il concetto del voler "arrivare".
Amedeo, come ti trovi con tutti questi inglesismi?
Al Nord sono tutti "busy", ma che è sto "busy"?! Dì che hai da fare, che sei occupato. E poi la mail, che ha rovinato il mondo. Hai un problema? Alza il telefono e chiama!
Tra l'altro nella realtà sei tornato a vivere a Foggia, con la tua famiglia. Tre motivi per cui si vive meglio al Sud?
L’Italia è bellissima tutta, però se tu mi paragoni Milano con un posto di mare, con il golfo davanti, una montagna e il mare, l’aria calda… Ecco perché a Milano lavorano e si impegnano tanto, perché in alternativa che fai?
Pio, ti ritrovi? O hai anche tu i tre buoni motivi per cui si vive meglio a Milano?
Sta dicendo una serie di parole a caso. Mancavano solo pizza e mandolino! Partendo dal presupposto che il Sud è meraviglioso, ma a Milano ci sono i servizi, si fa il weekend lungo e ci sono un sacco di ‘connection', fi*a!”.
I ragazzi che tornano a riempire le strade dei paesi, che imparano a camminare piano e a guardarsi intorno. Pio, succederà davvero o resterà un’utopia?
Io, pur vivendo a Milano, sogno un giorno di tornare al Sud…
Ma non avevi i tre buoni motivi per stare a Milano?
Sì ma ne ho anche tanti altri per tornare giù! (ride, ndr). Vedere questi paesi di nuovo pieni di giovani, come oggi succede durante le feste, è bellissimo e ci auguriamo che possa tornare. Non si direbbe, ma nel nostro film stranamente ci si commuove. Forse siamo noi in prima persona ad essere emotivamente coinvolti.
‘Belli ciao' per la prima volta divide il vostro inseparabile duo, ma la vostra amicizia si rivelerà la costante anche di questo film. Qual è il segreto del vostro rapporto?
Il segreto è capire i limiti dell’altro, comportamentali si intende. Inoltre, siamo entrambi fomentati dalla passione per questo lavoro. Ciò che ci spinge a farlo è una cosa semplice: riusciamo ad allietare le persone e a far loro staccare la spina da una vita piena di stress, soprattutto in questo periodo.
Il prossimo anno tornate anche in tv con Felicissima sera, tra successo e non poche polemiche. Avete fatto pace con il politically correct?
Come spesso accade, le parole vengono prese, ritagliate ad hoc e strumentalizzate. Il nostro voleva essere un semplice ed umile invito ad "esorcizzare" le parole, a disinnescare certi meccanismi. Per anni ad esempio siamo stati chiamati ‘terroni', oggi quella parola non è più nemmeno un'offesa. Le parole ovviamente sono importanti, ma crediamo sia più importante concentrarci sulla violenza, quella sì che è da combattere.
In un'intervista a Quarta Repubblica lo scorso maggio avete detto che la violenza si combatte con le leggi. Però, ora che il ddl Zan non è stato approvato, come si combatte la violenza?
Penso che la violenza sia violenza a prescindere, (spiega Amedeo, ndr). Parlo da cittadino come tanti, non da Pio e Amedeo: se un ragazzo viene picchiato perché deriso per la sua omosessualità è ugualmente grave se viene deriso per il suo peso o per l’abito che porta. La violenza non ha genere, va condannata sempre e comunque.
Cosa vi portate di quell'esperienza e con che spirito vi preparate alla seconda edizione?
Le polemiche lasciano il tempo che trovano e noi le lasciamo a chi non ha niente da fare. Al di là del successo, al di là del fatto che la prima stagione è stata uno dei programmi più visti del 2021 e che gli ascolti ci hanno premiati, la vera soddisfazione è incontrare la gente per strada che ci dice ‘mi avete alleviato il periodo della pandemia’.