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Persuasione, Dakota Johnson paladina di un amore moderno che smorza la passione di Jane Austen

È arrivato su Netflix dal 15 luglio, Persuasione, la trasposizione dell’omonimo romanzo di Jane Austen che ha come protagonista Dakota Johnson, nei panni di Anne Elliot. La storia è quella di un amore che ritorna, nonostante gli sbagli del passato, ma nonostante il film si lasci guardare c’è qualcosa che manca.
A cura di Ilaria Costabile
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Se dovessimo individuare una paladina del racconto d'amore e allo stesso tempo dell'affermazione femminile nell'Ottocento, il primo nome che ci verrebbe in mente sarebbe quello di Jane Austen e, in effetti, ne avremmo tutte le ragioni. La scrittrice inglese è stata tra le prime a credere fermamente nell'emancipazione della donna e a modo suo, intrecciando le ragioni della mente con quelle del cuore, ne ha parlato sempre più frequentemente nei suoi romanzi, diventati dei veri e propri cult della letteratura romantica.

Nel tempo le eroine di Jane Austen hanno preso ad animarsi non solo su carta e sono diventate protagoniste di film ormai entrati negli annali del cinema. Ed è così che dopo Elizabeth Bennet, Emma Woodhouse, Elionor e Marianne Dashwood, arriva anche Anne Elliot. Su Netflix dal 15 luglio è disponibile "Persuasione" la trasposizione cinematografica del romanzo, postumo, della scrittrice britannica, che racconta le vicissitudini amorose di una donna che per seguire il volere della famiglia, non ha assecondato le richieste del suo cuore.

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Dakota Johnson veste i panni di Anne Elliot, una colta e brillante 27enne di nobile famiglia inglese (vicina alla disgrazia per la completa inaffidabilità del padre in affari che non riguardino strettamente il suo io) e sin dalle prime immagini sembra di scorgere qualcosa di familiare, di vicino alla contemporaneità, pur trovandoci agli inizi dell'Ottocento come suggerisce la perfetta ambientazione british. Il ritratto tratteggiato sin dai primi attimi del film è quello di una donna, troppo adulta per gli standard dell'epoca, ancora senza marito, irriverente, generosa e sagace, che annega le sue sbagliate decisioni amorose in bicchieri di vino, musica da camera, letture avide di libri e pianti disperati sul ciglio del letto nel ricordare il tempo felice che fu.

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L'errore, otto anni addietro, fu quello di aver ascoltato le esigenze delle famiglia che non voleva l'allora giovane donzella sposata con Frederick Wentworth (Cosmo Javis), un giovane della marina inglese, di cui si era follemente innamorata e del quale nutre ancora un ricordo intenso e traboccante di sentimenti. Come sopperire, quindi, ad una mancanza d'amore così prolungata se non crogiolandosi nel passato in attesa di un ritorno? È esattamente quello che fa la protagonista del romanzo, che nel film si diverte a rompere il patto non scritto con lo spettatore: squarcia la cosiddetta quarta parete e dialoga con chi la guarda comodamente dal divano, fornendogli indicazioni argute e sarcastiche per comprendere l'evoluzione della storia.

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Come solo nei romanzi (e nei film accade), il caso vuole che il soggetto dell'amore di Anne, divenuto ora un capitano e quindi decisamente salito di grado e di estrazione sociale, è tornato in quel di Londra dopo aver girato il mondo in lungo e in largo e, ovviamente, l'incontro tra i due non può essere che in un primo momento disastroso. L'ironia nella regia di Carrie Cracknell non manca e infatti i momenti di ilarità nel corso del film, in cui si susseguono incomprensioni, non detti, esagerazioni dei personaggi, gelosie e richiami nemmeno troppo velati alla nostra contemporaneità, danno ritmo (seppur non serrato) ad una trama che potrebbe scadere nel noioso.

Fedele nel racconto allo scheletro romanzesco di Jane Austen, senza darvi indicazioni su quale possa essere il finale della storia, Persuasione pur essendo un film che si lascia guardare, che fa sorridere e anche pensare che l'epoca della Regency Inglese non fosse poi così male, nonostante l'interpretazione perfetta dei protagonisti tra il serio e il faceto, è un film che manca di trasporto, di passione. Non ci sono Elizabeth Bennet e Mister Darcy e nemmeno le schermaglie di Emma Woodhouse e Mr. Knightley che regalavano tensione emotiva tanto nella lettura quanto nella visione, ci sono sì le tematiche care alla scrittrice come l'indipendenza della donna, i sentimenti taciuti per orgoglio, le differenze sociali ma manca quella scintilla, quell'esplosione che quando si parla d'amore, e soprattutto quando a farlo è Jane Austen, non dovrebbe mai mancare.

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Nata nel 1992, giornalista dal 2016. Ho sempre scritto di cultura e spettacolo spaziando dal teatro al cinema, alla televisione. Lavoro nell’area Spettacolo di Fanpage.it dal 2019.
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