Matteo Garrone e il rapporto con gli attori di ‘io Capitano’: “Oggi vivono a casa di mia madre”
Matteo Garrone continua a girare l'Italia per raccontare il suo ultimo film, io Capitano. Una pellicola di enorme interesse culturale e sociale, perché incentrato su un tema che smuove da anni il dibattito pubblico, quello della questione migranti. Raccontando dall'inizio all'arrivo il viaggio di chi decide di lasciare la propria terra in cerca di fortuna, il regista ha provato ad inquadrare le traversate del deserto da un'angolazione inedita. "Questo è un film che ti ricompensa di tutto, è una gioia, l'accoglienza anche a Venezia è stata molto calda", ha detto il regista, ospite di Luca Barbarossa e Andrea Perroni a Radio 2 Social Club. Garrone si è concentrato molto sulle complessità della realizzazione del film:
Per me è stato un po' impossibile. Dirigevo gli attori in una lingua che è il wolof, per me incomprensibile, andavo a orecchio per capire se stavano recitando bene o no. Sono entrato in una cultura che non era la mia, quella africana. La chiave è stata quella di fare il film insieme a loro. Raccontiamo un viaggio epico, un viaggio eroico, un'odissea contemporanea. Siamo abituati sempre a vedere le immagini delle barche che arrivano, a fare la conta dei vivi e dei morti. Noi abbiamo messo la macchina da presa dall'altra parte. In Africa. Per dare forma visiva a quella parte di viaggio che di solito non si conosce. Raccontare il deserto, la Libia, in modo autentico e vero.
Io Capitano, la storia vera
Un racconto che non sarebbe esistito senza il contributo di chi questa odissea l'ha affrontata davvero (qui l'intervista a Mamadou, che ha parzialmente ispirato il film). "Per farlo ci siamo lasciati guidare da chi realmente ha vissuto questa odissea – ha detto Garrone – Ci siamo ispirati a storie reali".
Seydou voleva fare il calciatore
Protagonisti del film sono Seydou e Moustapha, due ragazzi scelti da Garrone nel corso dei casting svolti in Africa: "Vivono a casa di mia madre – ha raccontato Garrone – Seydou sognava di fare il calciatore, fa l'attaccante. Lo chiamano Osimhen". I due ragazzi erano ospiti del programma con il regista. Seydou, che tra l'altro è stato premiato a Venezia per la sua interpretazione, ha parlato così di quello che gli sta accadendo nelle ultime settimane: "Sognavo di venire in Europa, ora che ci sto sono contento. Sono fiero di aver rappresentato l'Africa, non mi aspettavo tutto questo clamore, sono felice". "Invece il mio sogno era quello di arrivare in America", ha ammesso Moustapha, che però ha aggiunto: "Sono felice in Italia".