Da una settimana non si parla che di LORO, il film di Paolo Sorrentino sulla figura di Silvio Berlusconi. Un rinnovato interesse che si deve alle parole di Toni Servillo, rilasciate al podcast di Dario Moccia (feat. Victor), che per la prima volta commentato ciò che molti addetti ai lavori sapevano già: "Il film è introvabile in Italia perché chi detiene i diritti non è interessato a distribuirli. È evidente". Aggiungendo poi: "Adesso, però, non mi mettete in imbarazzo…".
Il caso resta aperto. Il film, disponibile solo per il mercato estero, è diventato virale su TikTok, dove tantissime clip ‘pirata' hanno raggiunto milioni di visualizzazioni. "Il pensiero come l'oceano non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare". Ma qui non si tratta né di scomodare Lucio Dalla, né di retorica politica. Si tratta di arte. Un segnale significativo è il ritorno in sala del film nel formato originale, diviso in due parti, per una retrospettiva che il Cinema Troisi di Roma dedicherà a Paolo Sorrentino.
Per il resto, è chiaro perché Mediaset/Medusa, che detiene i diritti d'antenna e di riproduzione dell'opera, voglia impedire la disponibilità del film nel mercato italiano. LORO si concentra, soprattutto nella prima parte, sul circo feroce di personaggi che ha cercato di sfruttare Berlusconi. Tanti piccoli topi, come quello che in una scena del film manda fuori strada il camion della spazzatura nel centro di Roma, in cerca di un posto al sole. La passione per le donne e per la vita, l'istrionismo sfrenato, l'ossessione per gli oggetti e per le persone. Come Martinez, il calciatore che non riesce ad acquistare: "Al Milan puoi avere tutto". Ma "tutto non è abbastanza", risponde il calciatore pronto a firmare con la Juventus.
LORO con la sua crudezza e la sua ironia rappresenta una grave minaccia per il piano di recupero dell'immagine di Silvio Berlusconi. Dai media alla narrativa, dalla nascita della casa editrice a nome del Cavaliere che ha fatto della "libertà" la sua parola d'ordine, fino al riassetto di Forza Italia e al nuovo bilanciamento delle reti Mediaset verso temi centristi e piccole aperture a sinistra, soprattutto diritti civili e ius scholae. LORO mette a repentaglio tutta l'opera di pulizia della figura di Silvio Berlusconi perché ricorda agli italiani la parte più scabrosa del suo ventennio politico. Questa censura di fatto, per quanto legittima dal punto di vista del mercato, priva il pubblico italiano dell'accesso a un'opera che è assolutamente significativa. Non è solo un film su Silvio Berlusconi. È un film su come la politica si sia trasformata in un mercato. "Sei il più grande venditore che io abbia mai conosciuto nella mia vita. Tu vendi il sogno del futuro", è il suggerimento di Ennio Doris, sempre interpretato da Servillo, a Silvio Berlusconi nell'apertura della seconda parte del film.
Bloccare la distribuzione del film è un segnale preoccupante da parte di una dirigenza che dovrebbe essere più illuminata, che alle parole nelle interviste faccia seguire i fatti, che non fatichi a confrontarsi con il proprio passato. "La verità è il frutto del tono e della convinzione con la quale la affermiamo", dice Berlusconi in una delle battute più viste su TikTok, ma la storia non si può riscrivere. Non in questo modo, non in questo tempo.