Le scene di sesso nel film “Povere Creature!” sono state girate grazie a una Intimacy coordinator
Elle McAlpine è la Intimacy coordinator che ha aiutato il regista Yorgos Lanthimos e gli attori protagonisti del film “Povere Creature!” a rendere sicure, credibili e ben realizzate le scene di sesso della quali è carica la pellicola. La figura dell’”intimacy coordinator” (il consulente di intimità) si è resa sempre più richiesta nell’era cinematografica post #MeToo al fine di rendere l’esperienza sul set serena per gli attori coinvolti nella realizzazione di una pellicola. McAlpine, a sua volta attrice, si occupa proprio di questa fase della realizzazione di un film: garantire che gli attori siano a proprio agio nelle scene di sesso.
Elle McAlpine: “I registi si sentivano minacciati da questa professione”
Lei stessa racconta in un’intervista a Vanity Fair in che modo si è avvicinata al film e ai suoi protagonisti, superando l’iniziale scetticismo del regista. “Credo pensasse che avrebbe intralciato il processo”, dichiara McAlpine a proposito del lavoro di Lanthimos che non si era mai avvalso di una figura del genere per le scene di sesso, spesso particolarmente audaci, già firmate nei film La favorita, Il sacrificio del cervo sacro e Dogtooth. McAlpine, co-fondatrice della società britannica società britannica EK Intimacy, lavora insieme agli attori su movimenti e tecniche che assicurino una perfetta realizzazione delle scene più audaci, da girare con il consenso dei protagonisti in un’atomosfera di agio e rilassatezza. “All’inizio, quasi tutti i registi si sono sentiti minacciati da questa professione”, aveva dichiarato il regista durante la scorsa mostra del Cinema di Venezia, “ma penso sia come tutte le cose: se lavori con una brava persona, è fantastico e ti rendi conto che ne hai davvero bisogno. Elle ha reso tutto molto più facile per tutti”. La intimacy coordinator è stata coinvolta nella realizzazione del film quando le riprese erano già inoltrare ma la stessa Emma Stone, in un’intervista, si è detta convinta della necessità di affidarsi a un esperto in materia come McAlpine, pur avendo ammesso di essere stata “stupidamente scettica” inizialmente.
Nella scena dell’orgia necessari 4 intimacy coordinator
McAlpine ha raccontato a The Guardian che, per realizzare la scena dell’orgia, ha dovuto lavorare insieme ad altri 3 intimacy coordinator per assicurarsi che tutto funzionasse. Con 120 attori da dirigere sul set che, come ricorda la professionista, “all’improvviso si spogliano, cadono sul pavimento e cominciano a fare sesso”, la donna ha avuto bisogno di lavorare insieme ad altri colleghi, ognuno dei quali incaricato di sostenere 30 dei protagonisti della scena. Un coreografo ha supervisionato l’effetto d’insieme. Essendo lei stessa un’attrice, Elle ha mostrato agli attori come si “finge una penetrazione sul set”: “Se riesci a muovere il coccige, devi solo inarcare la schiena e sarà perfetta. Le scene dell’orgia sono state fantastiche”. McAlpine è convinta che esista una precisa tecnica dietro ogni scena di sesso ben realizzata: “Esiste un linguaggio che aiuta a renderle professionali, che aiuta le persone ad aprirsi e a riflettere si quanto rischia di farle sentire a disagio”. Un’esperienza che la donna ha affinato con il tempo e che, almeno inizialmente, non le ha impedito di incorrere in qualche fallimento: “Sono stata mandata via da un paio di set perché non ero d’aiuto”. Adesso ha compreso come agire al meglio qualunque sia la situazione di partenza per mettere a suo agio ogni attore, anche quelli meno convinti: “Quando una scena richiede più di quanto un attore sia disposto a fare esistono indumenti specifici, cuscini e strati protettivi. È possibile far aprire nudo un attore in una vasca da bagno anche quando in realtà è completamente vestito. Esistono decine di trucchi ai quali attingere”.