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Laggiù qualcuno mi ama in streaming su Netflix, il documentario di Mario Martone per Massimo Troisi

È arrivato su Netflix, ma disponibile anche su Sky e Now, il docufilm di Mario Martone dedicato a Massimo Troisi, ovvero “Laggiù qualcuno mi ama”. Il regista racconta l’uomo oltre all’artista, servendosi di interviste, immagini e racconti inediti di chi lo ha ammirato e amato.
A cura di Ilaria Costabile
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È disponibile su Netflix il film documentario dedicato a Massimo Troisi, "Laggiù qualcuno mi ama", ideato, scritto e diretto da Mario Martone, in catalogo anche su Sky e Now. Un racconto fatto di voci, immagini, scritti inediti che costruiscono un'immagine dell'attore e regista partenopeo, diversa da quella del personaggio che appariva davanti alla macchina da presa, ma decisamente più intima.

La dedica di Mario Martone a Massimo Troisi

Martone, con l'aiuto di Anna Pavignano, riprende le immagini dei film cult di Massimo Troisi, interrogandosi sulle qualità dell'uomo, oltre che dell'artista e ripercorrendo attraverso interviste, dichiarazioni, il percorso artistico e umano di un amico, prima ancora che di uno dei registi che ha creato un modo unico, e incredibilmente personale di fare film.

Le conversazioni con Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone, lo scrittore e sceneggiatore Francesco Piccolo e ancora, il critico Goffredo Fofi, ricostruiscono l'immaginario di un regista sfaccettato, ironico, a suo modo nostalgico e malinconico, che ha cambiato il modo di vivere il cinema, ma soprattutto di farlo.

Tra gli intenti del regista partenopeo c'è quello di elevare la figura di Troisi, mostrando quanto la macchina da presa rappresentasse una forma di espressione significativa per l'attore, che nelle immagini cucite da Martone appare in tutta la sua complessità.

Massimo Troisi ne Il Postino
Massimo Troisi ne Il Postino

L'uomo dietro la macchina da presa

Il documentario si svolge passando nei luoghi che hanno segnato la gioventù del comico della Smorfia, che quindi diventa un racconto alternativo di Napoli, la città così preminente nei suoi film e che ha rappresentato l'unicità di Massimo Troisi tra gli autori di cinema della sua generazione.

Nel film si alternano riflessioni, guizzi di genialità che hanno segnato la vita e anche l'arte del regista di San Giorgio a Cremano, vergato dalla malattia negli ultimi anni, ma non per questo meno volenteroso di fare, di creare, sebbene il lavoro nello spettacolo non lo abbia mai "guarito" da quella ritrosia nel mostrarsi, quella timidezza che ha regalato anche ai suoi personaggi, diventati indimenticabili.

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