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Opinioni

La Stranezza è il film italiano più visto del 2022, un motivo di ottimismo per il nostro cinema

Non si lega a un trend particolare, non cavalca temi popolari, non alimenta dibattito politico, ma ha superato i Me contro te. Il film con Servillo e Ficarra e Picone è il più visto del 2022 tra quelli italiani, grazie a una storia fuori dagli schemi che lascia lo spettatore sospeso.
A cura di Andrea Parrella
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Si potrebbe pensare a un paradosso pirandelliano, ma al contrario è un dato di fatto. La Stranezza, il film di Roberto Andò con Toni Servillo e la coppia Ficarra e Picone si sta rivelando una sorpresa di questa stagione cinematografica che coniuga pubblico e critica, come il linguaggio del cinema vuole si dica per definire i tratti di un successo trasversale, in cui lo sbilanciamento tra la quantità e la qualità non è troppo marcato.

Il film italiano più visto dell'anno

Il film che racconta la genesi di Sei personaggi in cerca d'autore, uscito alla fine di ottobre, sta raccogliendo una enorme risposta del pubblico ed ha incassato fino ad ora € 4.739.544, con un totale di 717.175 spettatori (dati Cinetel). Numeri francamente inattesi in un periodo in cui il cinema vive una condizione agonizzante post Covid che alimenta da mesi l'inevitabile dibattito sulle sue possibilità di sopravvivenza.

Numeri che potrebbero addirittura crescere, se si considera il risultato registrato nell'ultima settimana, € 546.765 con 85.688 presenza in sala, che permette all'opera di Andò di imporsi come il film italiano più visto (per ora) dell'anno, dopo aver superato agilmente i Me contro Te (€ 3.520.469 per Persi nel tempo), diventati inevitabilmente un simbolo del cinema che incassa in questi ultimi anni. Allo stesso tempo, il film di Andò può ambire a conquistare un posto tra i dieci film più visti dell'anno solare 2022 in assoluto, con i € 5.573.788 di Assassinio sul Nilo come obiettivo da raggiungere. Cifre sbilanciate per l'evoluzione di questi mesi, in cui siamo passati dalle limitazioni in sala con le mascherine al ritorno all'accesso libero, ma che sono un segnale.

I motivi del successo

Come si spiega questo risultato de La Stranezza, un film ispirato a un momento specifico della vita di Luigi Pirandello, in cui l'autore si appresta a cambiare per sempre le leggi del teatro? Non è semplice spiegarlo, trattandosi di un'opera che non manifesta l'intenzione di attaccarsi a un trend, cavalcare temi discussi, legarsi a un particolare elemento di ricorsività storica o alimentare dibattito politico. La creazione dell'opera teatrale più significativa della produzione di Pirandello affascina per come si innesta in una narrazione che incede costantemente a cavallo tra il vero e il falso, due dimensioni che sino alla fine non si distinguono in maniera limpida, per questo costante bisogno umano di costruirsi una realtà alternativa. In questa condizione di sospensione sono gli stessi personaggi di Ficarra e Picone a muoversi a cavallo tra materia e immaginazione, lasciando lo spettatore in una condizione sospesa che rende impossibile comprendere cosa Pirandello stia vivendo davvero e cosa invece stia elaborando nella sua mente, persino quando si è abbandonata la sala.

La forza di Servillo, Ficarra e Picone

Tra i punti di forza c'è quindi l'efficacia del cast, per la performance e per la composizione. Il tandem atipico di Servillo e la coppia Ficarra e Picone, entità diversamente popolari e apprezzate si presentano al pubblico secondo una logica di accostamento che il pubblico mai avrebbe preventivato.

La forza degli interpreti riesce inoltre a spezzare via questo pregiudizio sulla cifra comica di Ficarra e Picone. Una questione su cui era stato lo stesso Servillo a chiosare sicuro in un'intervista a Fanpage.it:

Sono Ficarra e Picone ad avermi suggerito una risposta intelligente e divertente allo stesso tempo, che loro utilizzano citando un loro comico, Pino Caruso, il quale distingueva gli attori in due generi: incisivi e canini. Ecco, Ficarra e Picone sono certamente due attori molto incisivi e basta.

Un successo "strano", quello de La Stranezza al botteghino, che è di certo motivo di ottimismo, ma non dà la certezza di un'inversione di rotta certa, non mette in cassaforte la salvezza del movimento cinematografico italiano, ma dimostra che riportare le persone in sala, nonostante la sovrabbondanza di possibilità di visione quotidiane in formato domestico, sia cosa possibile, soprattutto se si raccontano storie che sanno incidere sulla percezione del pubblico, precondizione essenziale di quel passaparola che, alla fine dei conti, si rivela la vera benzina del riscontro di un film. Non a caso La Stranezza, al netto di una promozione importante anche a livello televisivo, si è stabilizzato al box office nel corso delle settimane, finendo per viaggiare sulle proprie gambe.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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