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Inside Out 2 parla di emozioni complesse nel modo migliore possibile: con semplicità

Inside Out 2 è finalmente arrivato nelle sale, il 19 giugno. Il film della Disney in maniera efficace, divertente, leggera e quanto mai profonda, ci parla di noi, di quello che siamo, del nostro essere individui elementari nella loro complessità. Ed è quello di cui avevamo bisogno.
A cura di Ilaria Costabile
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Sono andata al cinema per Inside Out 2 nel giorno in cui un’orda di ragazzini di ogni età, si è precipitata a vedere il sequel di uno dei più noti film firmati Disney Pixar, ed è stata la cosa migliore che potessi fare. Perché se il cinema esiste per emozionarci, la sala esiste per condividere.

Inside Out non è mai stato un film per bambini, piuttosto un film che potesse insegnare agli adulti, tramite gli occhi dei bambini, come accettare il loro lato più vulnerabile, la loro tenerezza, ma anche la loro molteplicità. Come funziona la nostra mente? Chi chiama in causa le emozioni e cosa sono, queste entità, che popolano il nostro mondo interiore? Il film della Disney in maniera efficace, divertente, leggera e quanto mai profonda, ci parla di noi, di quello che siamo, del nostro essere individui elementari nella loro complessità.

Gioia, Tristezza, Paura, Disgusto e Rabbia sono le emozioni primarie, quelle che prova Riley, la piccola umana del film, sin dal momento in cui viene messa al mondo. Sono quelle emozioni che governano la vita di tutti i giorni, quelle che emergono man mano che ci sono ricordi da derubricare, da etichettare, quelle che formano quel “senso di sé” che esperienza dopo esperienza si costruisce, impiantando radici negli abissi del nostro subconscio. Nessuna potrebbe vivere senza l’altra, come i colori primari che uniti tra loro danno vita ad altre tonalità, allo stesso modo le emozioni primarie, quelle basilari, più semplici, una volta presesi per mano, danno vita a qualcosa di più stratificato, sfaccettato.

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Ed è così che nella vita di Riley, compiuti i 13 anni, si affacciano nuove emozioni, la pubertà diventa il campanello d’allarme per un cambiamento repentino, un cambio d’umore costante e incontrollato. Si cresce e la scalata verso la consapevolezza non è così liscia come potrebbe sembrare.

Arriva Ansia, la grande nemica di quest’epoca e piomba nella mente prendendone il controllo. Ansia è lì, a macinare proiezioni, le più nefaste, le più terribili, affinché tu che vorresti gestirla, o almeno provarci, possa essere sopraffatto dalla necessità di dover fare sempre di più, di non essere all’altezza, di doverti misurare con ciò che vorresti essere e che non sei. Ansia è lì, non lascia la presa, offusca i sentimenti, si agita e preme sui tasti più sensibili del nostro sentire, Ansia, amica della Paura, sodale dell’Invidia e guardinga con la Gioia che prova a costruire una visione più rosea della vita.

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È lei la vera protagonista di Inside Out 2, è in lei che seduti nel buio della sala, ci riconosciamo noi adulti, attanagliati dalle nostre aspettative. È per lei che proviamo tenerezza, perché sappiamo che vorrebbe proteggerci, sappiamo, dentro di noi, nei meandri di Immagilandia dove sogniamo chi essere e cosa fare da grandi, nei caveau dove nascondiamo i nostri segreti più bui, lo sappiamo che lei arriva per difenderci, e nel vedere che perde il controllo scatenando il panico, quasi vorremmo abbracciarla, vorremmo dirle che è tutto normale.

Eppure, se non ci fosse, non sapremmo riconoscere le opportunità, se non ci fosse, non saremmo spinti a fare di più, saremmo vinti dalla Noia, affascinante e attraente nella sua mollezza, saremmo frenati dall’Imbarazzo perché costretti a dover guardare negli occhi i nostri possibili errori.

C’è un momento, sul finire del film, quando Gioia che cerca di recuperare quel “senso di sé” che ha costruito con tanto impegno, schivando le negatività, in cui sembra perdere le speranze, proprio in quell’attimo lì, dove anche la gioia sembra per venir meno, la commozione prende il sopravvento, quando vediamo la nostra fragilità impressa sullo schermo, colorata, luminosa, in un vortice di cui l’ansia è l’artefice. L’ansia che immobilizza e distrugge, che fa battere il cuore all’impazzata e che si calma solo quando arriva Gioia, che qui è più placidità, a prenderle la mano. In quell’attimo, capiamo di essere qualcosa di meraviglioso, sorridiamo al sol pensiero che possa esserci un centro di comando dietro i nostri occhi che guarda, prima ancora di noi, con tutta l’ironia che ne consegue, cosa sta per accaderci.

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Inside Out 2 ci insegna, ancora una volta, che siamo tante cose insieme e non potrebbe essere altrimenti, che la nostra personalità è fatta di tante corde, che si irrobustiscono nel tempo popolando il terreno delle nostre consapevolezze e vibrano quando c'è qualcosa che va a stuzzicarle, siamo e saremo sempre un puzzle, un rompicapo da risolvere. Abbiamo una vita per provarci, nel frattempo, ascoltiamo le nostre emozioni e, come ha urlato un bambino nel buio della sala: "Evviva Inside Out" e, perché d'altra parte, quello che siamo dentro è la precisa immagine con cui appariamo fuori.

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Nata nel 1992, giornalista dal 2016. Ho sempre scritto di cultura e spettacolo spaziando dal teatro al cinema, alla televisione. Lavoro nell’area Spettacolo di Fanpage.it dal 2019.
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